ETF contro Fondi comuni: quello che forse ancora non sapete
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Gli Exchange Traded Fund (ETF) posseggono svariati vantaggi strutturali, già ampiamente noti ai mercati, soprattutto in confronto ai fondi comuni: costo, trasparenza, efficienza e liquidità infragiornaliera sono solo alcuni di essi. Uno sguardo più attento noterà la presenza di una peculiarità spesso trascurata ma altrettanto importante che differenzia realmente gli ETF dai fondi comuni: il processo di creazione/riscatto.
Gli ETF sono caratterizzati da un processo di creazione/riscatto del tutto unico, in grado di confinare i costi di una specifica transazione all’investitore che la opera, tutelando gli investitori del fondo dagli effetti e dalle attività degli altri. Si tratta di un aspetto di estrema rilevanza poiché, al contrario, nei fondi comuni è l’intero fondo a sostenere i costi associati alle attività dei singoli investitori. Ciò significa che tutti gli investitori nel fondo devono affrontare i costi generati dagli altri. Con gli ETF è diverso: i costi di una transazione sono confinati al singolo investitore che esegue l’operazione.
In questo blog approfondiremo la natura di tali processi e la loro importanza.
Acquistare e vendere fondi comuni
Quando un investitore acquista un fondo comune, la liquidità viene trasferita alla società di quest’ultimo. Il gestore del portafoglio del fondo usa il denaro per investire nei titoli sottostanti. Nel momento in cui l’investitore desidera rientrare in possesso del suo denaro, la società del fondo ne viene informata e il gestore vende i titoli in portafoglio per ottenere la liquidità da restituire. Questo è quanto si definisce una transazione sul mercato primario.
Il confronto con gli ETF
Gli ETF si negoziano sia sul mercato primario che su quello secondario. In una transazione sul mercato primario di un ETF solo i partecipanti autorizzati (PA) possono creare o riscattare le quote di questo strumento direttamente con l’emittente. Durante una transazione sul mercato primario il PA informerà l’emittente dell’ETF e scambierà liquidità o titoli sottostanti con quote di ETF. Nel corso di questo processo, il fondo interagisce direttamente con un PA, solitamente una grossa banca. Eventuali costi correlati alla creazione o al riscatto sono sostenuti da quello specifico partecipante autorizzato – e, infine, da quello specifico investitore che ha piazzato l’ordine originario pagando i costi di transazione. Si tratta di una differenza sostanziale tra gli ETF e i fondi comuni.
Gli ETF possono essere acquistati e venduti non solo sul mercato primario ma anche su quello secondario (cioè, la Borsa). Il mercato secondario aggiunge un altro strato di liquidità ed è lì che gli investitori in ETF possono acquistare o vendere direttamente sui listini. I mercati primario e secondario interagiscono regolarmente quando si tratta di negoziare prodotti ETF in quanto la creazione o il riscatto delle quote avviene sul mercato primario per soddisfare la domanda su quello secondario.
Perché questo è importante?
In breve, è importante per l’allocazione dei costi. In un fondo comune è quest’ultimo a sostenere i costi di transazione dovuti alla creazione e al riscatto delle quote. Pertanto, quando un investitore chiede il rimborso di un investimento, il gestore del portafoglio deve vendere più titoli per generare liquidità e ciò si traduce in ulteriori costi: spread bid/ask dei titoli sottostanti, tasse, commissioni di negoziazione o di cambio, per citarne solo alcuni. Tali costi si ripercuotono negativamente sul NAV del fondo ed hanno un impatto diretto sugli altri investitori. In sostanza, tutti gli investitori pagano per le operazioni di uno solo.
In pratica:
- Un investitore desidera vendere un ETF e passa quindi attraverso un broker o un trading desk per piazzare un ordine (come avviene spesso sul mercato secondario).
- A seconda di una serie di fattori, il PA potrebbe scegliere di riscattare le quote sul mercato primario.
- Il PA andrà dall’emittente dell’ETF per piazzare un ordine sul mercato primario che gli consenta di riscattare le quote.
- Il gestore del portafoglio a quel punto venderà i titoli per generare liquidità oppure darà al PA le quote sottostanti e le quote dell’ETF saranno rimborsate.
Tutto questo processo e i relativi costi sono sostenuti dallo specifico investitore che ha generato la transazione. I costi passeranno dal trading desk o dal partecipante autorizzato. Gli altri investitori nell’ETF non saranno coinvolti.
Considerati i numerosi vantaggi degli ETF, non sorprende come questi prodotti continuino a guadagnare terreno rispetto all’industria dei fondi comuni. Anche se la liquidità, la trasparenza e l’efficienza continuano ad essere le caratteristiche considerate più pregevoli, crediamo che il processo di creazione/riscatto degli ETF apporti valore aggiunto e non debba mai essere trascurato.