Le Pen contro Macron: com'è posizionato il vostro portafoglio?
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Nel primo turno delle elezioni francesi, domenica 23 aprile, Marine Le Pen, la candidata del partito di estrema destra Front National, ha ottenuto il 21,7 percento dei voti passando al secondo turno dove andrà al ballottaggio con Macron, il candidato indipendente vincitore del primo turno con il 23,7% dei voti. In questo articolo illustreremo il possibile posizionamento dei portafogli degli investitori sulla seconda – nonché decisiva - tornata elettorale di domenica 7 maggio.
Introduzione
L’outlook per le borse europee è ottimistico poiché nel secondo round elettorale i sondaggi danno nettamente in testa il pro-europeista Macron contro l’euroscettica Le Pen, mentre si conferma il sentiment rialzista dopo che i sondaggi hanno correttamente previsto la vittoria di Macron (e Le Pen) al primo turno delle presidenziali.
In sintesi, l’asset allocation privilegia un posizionamento risk-on in caso di vittoria di Macron, in particolare gli investimenti nei titoli azionari a beta elevato, come ad esempio le small-cap o le banche europee che offrono agli investitori la possibilità di adottare posizioni sia tattiche che strategiche sulla crescita interna europea.
In caso di vittoria di Le Pen, tuttavia, potrebbe essere preferibile una strategia di copertura delle esposizioni lunghe sull’azionario, nonché un’allocazione sugli attivi considerati “sicuri”. Anche le strategie sull’azionario orientate alle esportazioni o specifiche per Paese potrebbero dimostrarsi una valida alternativa poiché l’instabilità politica rafforza la pressione sull’euro, come illustrato nel Grafico 1.
Grafico 1: come le elezioni potrebbero influenzare le principali asset class
Fonte: WisdomTree
Scenario più probabile: la vittoria di Macron è rialzista sull’azionario ciclico e a beta elevato, ribassista sui titoli “sicuri”
Secondo i sondaggi, Macron avrebbe 24 punti di vantaggio su Le Pen al secondo turno, un divario molto difficile da colmare, ottenuto nonostante i recenti attentati terroristici, evidenziando la difficoltà dell’estrema destra di raccogliere consensi tra gli elettori disillusi dei partiti tradizionali. Gli elettori di sinistra e centro-destra probabilmente opteranno per il programma di Macron, più liberale e meno rischioso, nell’intento d’impedire l’ascesa dell’estrema destra.
Questo scenario prevede la ripresa del posizionamento risk-on, scemando la minaccia al progetto europeo. Probabilmente la vittoria del candidato pro-europeista rafforzerà la fiducia degli investitori e invertirà l’andamento divergente dei rendimenti obbligazionari dell’Eurozona. Il trend si sta già manifestando in maniera evidente sui mercati dei titoli di Stato europei: gli spread degli OAT decennali francesi si sono infatti già nettamente ridotti contro i Bund tedeschi a dieci anni di ben 30bp subito dopo le elezioni. Tuttavia, rispetto ai differenziali di rendimento pre-elettorali, pari a 30bp, gli attuali spread di 50bp appaiono eccessivi, indicando come vi sia ancora margine per una diminuzione.
Per ciò che concerne i titoli azionari è probabile prosegua il rally dei panieri dell’Eurozona e gli investitori che hanno deciso di posizionarsi con convinzione sulla vittoria di Macron potrebbero essere interessati a puntare sull’azionario a beta elevato – come ad esempio le esposizioni lunghe a leva sulle banche europee o sui titoli tedeschi, optando per scommesse tattiche. A favore dei titoli bancari dell’Eurozona depongono le valutazioni a forte sconto, in concomitanza all’irripidimento della curva dei rendimenti che sta rilanciando le opportunità di profitto sul carry trade. Le strategie small-cap e le esposizioni sul segmento azionario orientate ai titoli growth di qualità dovrebbero essere prese in considerazioni come scommesse sullo stile strategico per il resto del 2017.
Scenario molto improbabile: la vittoria di Le Pen è ribassista sugli asset rischiosi, rialzista sull’oro e potrebbe portare a nuovi estremi i rendimenti dei titoli di Stato europei
Una vittoria di Le Pen sulla scia del crescente populismo resta possibile ma altamente improbabile. Sarebbe principalmente la politica economica di Le Pen, forse in grado di fare presa sugli elettori disillusi della sinistra e del centro-destra più delle vaghe promesse di riforma del suo avversario, a poter determinare un simile sviluppo. Tale drastico cambiamento delle intenzioni di voto resta poco plausibile a questo punto ma non si può escluderlo completamente, soprattutto se i partiti tradizionali dovessero subire delle pressioni per sostenere il nazionalismo a discapito delle politiche pro-europeiste. Infine, la vittoria della candidata di estrema destra ostacolerebbe la coalizione politica in parlamento o, peggio ancora, nel lungo periodo potrebbe portare a un’apertura verso politiche più intransigenti.
La politica estera radicale di Le Pen e il suo incoerente programma economico rappresentano una minaccia per la stabilità complessiva del progetto europeo e per l’economia francese. Questo scenario mette a repentaglio soprattutto il segmento azionario, i titoli di Stato dei Paesi periferici dell’Eurozona e la moneta unica. Gli investitori potrebbero quindi optare per posizioni corte a leva. Il rischio di un referendum sull’Unione Europea, di ridenominazione del debito (in franchi francesi) e di nazionalizzazione intacca la fiducia degli investitori e rinnova la pressione sugli OAT francesi. Incentiva inoltre la volatilità sui titoli azionari dei settori più sensibili agli sviluppi politici come bancari, energia e utility.
In questo scenario ci si aspetta che gli investitori adottino un posizionamento di risk-off, amplificando le già fitte operazioni sui Bund tedeschi e polarizzando nuovamente i mercati obbligazionari europei. Con i rendimenti di lungo periodo vicini allo zero, l’oro sembra pronto a diventare una possibile alternativa. Gli investitori dovrebbero considerare di coprire i portafogli azionari europei in generale e dei bond periferici tramite esposizioni (corte) inverse.
Nel più lungo periodo, la pressione sull’euro potrebbe rivelarsi vantaggiosa per le aziende esportatrici dell’Area, poiché gli investitori rivedranno al rialzo le aspettative di crescita del fatturato e dei profitti. Le strategie specifiche per Paese, come la Germania, potrebbero offrire la migliore opportunità rischio- rendimento per gli investitori che intendono differenziare l’esposizione sull’azionario europeo. Le strategie di WisdomTree orientate alle esportazioni rappresentano uno strumento efficiente per puntare su questi temi poiché combinano ampi panieri di titoli di aziende che distribuiscono dividendi con una copertura monetaria pensata per attenuare gli effetti della volatilità dei cambi nei portafogli degli investitori internazionali.
Conclusione
L’impennata delle quotazioni azionarie riflette le crescenti aspettative in merito a una schiacciante vittoria di Macron su Le Pen. Questo risultato elettorale favorisce l’azionario a beta elevato, come ad esempio le banche o le small-cap europee, che rappresentano la scommessa migliore per gli investitori che si aspettano il mantenimento dello status quo nel frammentato contesto politico europeo in cui la crescita economica è ancora fiacca.
Per contro, una vittoria a sorpresa di Le Pen punirebbe sia la compiacenza dei mercati che gli asset rischiosi. L’aumento dell’incertezza politica e la pressione sull’euro rappresenterebbero nuove opportunità per i titoli azionari orientati all’export specifici per Paese o in senso ampio.
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