Perché la proroga dei tagli alla produzione da parte dell'OPEC è strutturalmente rialzista per il petrolio
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Gli investitori in possesso di un ETP a leva 3x sul petrolio avrebbero guadagnato oltre il 15% nella prima settimana di novembre - più di 3 volte il rendimento registrato dai future sul petrolio nello stesso periodo (considerando il contratto front-month). Alla base di questa performance vi è una riduzione dell’eccesso di offerta e una possibile proroga dei tagli alla produzione targati OPEC - situazioni che, riteniamo, confermino entrambe le prospettive strutturalmente rialziste per il petrolio.
In previsione della riunione del 30 novembre dell'OPEC a Vienna, mostriamo come chi investe sul petrolio possa esprimere la propria visione su tale commodity utilizzando ETP short e a leva e/o ETC non a leva.
Un irrigidimento dei fondamentali alla base dell’effetto backwardation per il petrolio
Il petrolio è in backwardation per la prima volta dal 2014. Ciò è evidenziato da spread positivi e quasi positivi sui contratti future front-month rispettivamente per il Brent e il WTI, , come mostrato in figura 1.
Poiché lo spread riflette il differenziale di prezzo tra i contratti del primo e del quarto mese, uno spread positivo indica una curva dei future in backwardation, con i contratti più lontani che risultano meno costosi di quelli del mese più vicino. Al contrario, uno spread negativo implica un mercato con effetto contango, ossia con i contratti più lontani più costosi di quelli del mese più vicino.
Il petrolio in backwardation per la prima volta dal 2014
Differenziale di prezzo tra contratti future del 1° e 4° mese per WTI e Brent
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Fonti: WisdomTree, Bloomberg. Dati dal 01/04/14 al 06/11/17.
Le performance passate non sono indicative di risultati futuri.
Dal 2014, il WTI ha evidenziato un effetto contango maggiore rispetto al Brent. Ciò è accaduto in quanto il WTI rappresenta il benchmark principale per il petrolio USA ed è più sensibile alla produzione di scisto USA, che è stata caratterizzata da un persistente eccesso di offerta negli ultimi anni. Tale eccesso di offerta ha creato spread più ampi sui contratti front-month rispetto al Brent, ampliando altresì il differenziale di prezzo Brent-WTI a $ 7, il valore più alto registrato dal 2015.
Nonostante ciò, fondamentali in miglioramento per il Brent e il WTI, evidenziati da un calo del 15%, nelle scorte USA dal massimo raggiunto a metà marzo, stanno inducendo sia il Brent sia il WTI a ritornare in backwardation. Ciò è probabilmente dovuto agli obiettivi di produzione stabiliti dalla Russia e dall'OPEC, con tagli combinati superiori a 1,5 milioni di barili al giorno (pbd), che compensano più che ampiamente l’aumento di 1,1 milioni di barili di produzione giornaliera deciso dai paesi non OPEC. A livello mondiale, la produzione di petrolio si è contratta di 400.000 bpd dall’inizio dell’anno, e continua a diminuire.
La curva dei future sul petrolio sempre più in backwardation, e il recente rialzo dei prezzi, non solo hanno dimostrato la bontà della decisione dell’OPEC di limitare l’offerta, ma stanno anche incoraggiando altri paesi produttori a partecipare ai tagli alla produzione. Prendiamo ad esempio la Nigeria: pur essendo esentata dall'accordo iniziale OPEC, ha offerto comunque il proprio sostegno a favore di eventuali tagli futuri, a fianco di paesi non OPEC, quali Turkmenistan e Uzbekistan.
Tale contributo, considerato singolarmente, può fare ben poco per limitare l’offerta globale di petrolio. Tuttavia, ciò evidenzia la sempre maggiore disponibilità, da parte dei paesi produttori, a ridurre collettivamente l’offerta per allontanare la minaccia rappresentata dallo scisto e sospingere auspicabilmente i prezzi del petrolio verso l’alto. Pertanto, con tutta probabilità, la questione da affrontare alla riunione dell’OPEC in agenda a Vienna il prossimo 30 novembre non sarà quella di decidere su una proroga dei tagli ma sulla relativa durata. Ciò offrirà delle opportunità di trading sul petrolio.