Operare in borsa: più importante di quanto si pensi
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Una delle argomentazioni più comuni addotte dai critici nell’accantonare gli Exchange Traded Fund (ETF) è la scarsa necessità di trading infragiornaliero per gli investitori a lungo termine. L’idea è che la variazione del prezzo di un fondo nell’arco di una giornata sia irrilevante rispetto ai rendimenti attesi su un orizzonte d’investimento pluriennale; perché allora preoccuparsi del trading infragiornaliero se questo significa modificare il proprio modello operativo? Benché io sia d’accordo che la maggior parte degli investitori non abbia interesse a darsi al trading giornaliero, ci sono tre ragioni principali per cui gli investitori potrebbero trarre beneficio dalla capacità di operare in borsa.
1) È un’opzione disponibile quando serve.
Ad esempio, quando ci si rende conto di essere in una posizione sfavorevole un’ora prima di un annuncio economico e si deve acquistare un’esposizione; oppure il giorno in cui il mercato è in flessione e bisogna ridurre immediatamente il rischio. È in questi momenti che la capacità di effettuare transazioni rapidamente diventa di grande importanza; meglio averla e non averne bisogno, piuttosto che averne bisogno e non averla.
2) Riduzione dei costi di transazione.
Gli ETF con un mercato secondario attivo consentono riduzioni ben documentate dei costi di transazione rispetto ai titoli sottostanti. Ciò è dovuto agli investitori che desiderano acquistare e vendere in un dato giorno, essenzialmente negoziando tra loro senza la necessità di interagire con un partecipante autorizzato per la compravendita dei titoli sottostanti. Il trading ripetuto nell’arco della giornata piace a un determinato tipo di investitore, non a chi investe in un’ottica di lungo periodo; ma la presenza di molti investitori attivi può aiutare un ETF a raggiungere una certa scala. Il beneficio in termini di costi di transazione sarà quindi disponibile per tutti gli investitori, indipendentemente dalla frequenza (o meno) con cui scelgono di utilizzarlo.
3) Punto di accesso unico
Per effetto dell’essere quotati in borsa, tutti gli ETF sono accessibili attraverso l’ecosistema del mercato azionario e hanno pertanto una struttura operativa comune. Una volta autorizzato a negoziare titoli su una determinata borsa valori, l’investitore ha accesso a ogni ETF che sia mai stato quotato o che mai lo sarà.
Anche se potrebbe sembrare trascurabile, quest’ultimo punto è probabilmente l’aspetto degli ETF che ha generato il maggior valore per gli investitori, non per la semplicità operativa che comporta, ma piuttosto per la parità di condizioni che ha creato e per le dinamiche di mercato concorrenziali che ne sono derivate.
Arriva la concorrenza
Se pensiamo ai principali benefici che gli ETF hanno prodotto, come una maggiore trasparenza, costi più bassi, innovazione di prodotto, non c’è assolutamente ragione per cui i fondi comuni d’investimento non avrebbero potuto generare vantaggi analoghi; si pone dunque l’interrogativo: perché non l’hanno fatto?
In assenza di un’infrastruttura comune, gli investitori accedevano di norma a un fondo attraverso una piattaforma di fondi o una grande società di consulenza, il che creava essenzialmente dei “gate keeper” che si ponevano tra il provider del fondo e il beneficiario finale dell’investimento. Questo significava anche che spostarsi da un fornitore all’altro era molto difficile se i fondi non venivano offerti tramite la piattaforma correntemente utilizzata dall’investitore. Di conseguenza, il settore dei fondi comuni d’investimento si concentrava su questi “gate keeper”, poiché per avere successo bisognava entrare nel maggior numero di reti di distribuzione possibili, il che ha creato col tempo quella “cultura degli incentivi” a cui le autorità di regolamentazione europee stanno cercando di porre fine.
Poi sono arrivati i primi fornitori di ETF, che hanno offerto prodotti di base passivi a basso costo destinati alle masse, con un successo iniziale derivante dalla crescente attenzione rivolta all’asset allocation dalla comunità finanziaria. Il successo alimenta la concorrenza e altri fornitori hanno fatto il loro ingresso nel mercato. Data la piattaforma comune tramite la quale si accedeva agli ETF (il mercato azionario), l’unico modo per richiamare l’attenzione degli investitori è stato quello di soddisfare direttamente le loro esigenze con una maggiore trasparenza, riduzioni dei costi e innovazione di prodotto.
I fornitori di fondi comuni d’investimento avevano un oligopolio sulle piattaforme su cui venivano offerti. A causa della concorrenza limitata, non vi era motivo di offrire un’innovazione orientata al cliente. Ogni ETF deve competere con tutti gli altri, e l’unico modo per avere successo è essere il migliore agli occhi degli investitori.
Sebbene il primo ETF non avesse probabilmente l’intenzione di creare un tale ecosistema, questa conseguenza involontaria è un fattore determinante dell’attenzione agli investitori che caratterizza il settore, il che, a sua volta, è un fattore determinante della crescita e della fiducia degli investitori che abbiamo visto negli ultimi dieci anni. Si potrebbe non essere intenzionati a operare in borsa con frequenza giornaliera, ma ritengo che la disponibilità di questa opzione offra una serie di vantaggi incommensurabili.
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