Si sta ripresentando uno scenario rialzista per l'oro?
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L'oro presenta storicamente una chiara relazione inversa con i rendimenti reali USA (figura 1). In genere, per gli investitori sia l'oro che i titoli di Stato USA sono beni rifugio difensivi, ai quali ricorrono quando ritengono che i rischi geopolitici e macroeconomici siano elevati, causando un'elevata correlazione fra entrambi gli strumenti.
Fonte: WisdomTree, Bloomberg. Dati mensili dal 31/01/2010 al 31/01/2020.
La prestazione storica non è un'indicazione della prestazione futura e qualsiasi investimento può perdere di valore. Non si può investire direttamente in un indice.
I rendimenti reali dipendono dai tassi nominali e dall'inflazione; se isoliamo i due fattori dal punto di vista storico e osserviamo l'andamento dei rendimenti nominali dei titolo di Stato USA in relazione all'inflazione del Consumer Price Index (CPI), noteremo qualcosa di interessante. Negli ultimi mesi i rendimenti nominali dei titoli di Stato USA sono diminuiti e, di conseguenza, quasi tutti i punti della curva sono prossimi o al di sotto del tasso d'inflazione corrente (figura 2). L'ultima volta che ciò è avvenuto è stato nel 2011/2012, quando la curva è rimasta al di sotto dell'inflazione per un periodo prolungato. Contestualmente, le posizioni speculative nette in futures sull'oro sono rimaste elevate, mantenendo il prezzo dell'oro su alti livelli. Oggi potrebbe verificarsi una situazione analoga, con rendimenti bassi e picchi da record per le posizioni speculative sull'oro.
Fonte: WisdomTree, Bloomberg, Federal Reserve Bank di St. Louis. Dati dal 13/02/2010 al 13/02/2020. Sono stati utilizzati rendimenti nominali generici dei titoli di Stato per (1, 3 e 6) mesi e per (1, 2, 3, 5, 7, 10, 20 e 30) anni. Il calcolo indica la percentuale di questi contratti che risulta inferiore al CPI USA su base annua: per esempio, il 100% significa che tutti gli 11 punti sulla curva dei rendimenti osservata più sopra si attestano al di sotto del livello del CPI di allora.
La prestazione storica non è un'indicazione della prestazione futura e qualsiasi investimento può perdere di valore. Non si può investire direttamente in un indice.
Per il futuro prevediamo tre scenari per il 2020 con l'inflazione, i tassi nominali e le posizioni speculative come variabili principali nel nostro modello dell'oro; abbiamo delineato questo quadro nelle nostre prospettive per l'oro 2020. Nel nostro scenario di riferimento, che riteniamo prudente, ci aspettiamo che la US Federal Reserve mantenga invariata la sua politica monetaria, che i rendimenti registrino un aumento moderato rispetto ai livelli attuali e che le posizioni speculative sull'oro tornino ai livelli medi storici. In questo scenario di stampo conservativo, il prezzo dell'oro previsto per la fine dell'anno è pari a 1.640 USD; in altri termini, siamo dell'idea che nell'ambiente attuale vi sia un rischio di ribasso limitato per le quotazioni dell'oro. In uno scenario ribassista, le posizioni speculative calerebbero sensibilmente e la Fed avvierebbe una stretta monetaria, determinando un aumento dei rendimenti obbligazionari e una contrazione dell'inflazione; in questo scenario l'oro concluderebbe l'anno a 1470 USD/oncia. In uno scenario rialzista, i rendimenti scenderebbero ulteriormente a causa dell'allentamento da parte della Fed e le posizioni speculative rimarrebbero elevate, comportando per l'oro un prezzo di 2.030 USD/oncia a fine anno.
Ora, se le posizioni speculative restano alte e la Fed mantiene invariata la sua politica monetaria, lasciando le condizioni più o meno simili a quelle attuali, è possibile che si verifichi una situazione più o meno a metà strada tra il nostro scenario di riferimento e quello rialzista. Ciò manterrebbe molto bassi i rendimenti obbligazionari e su livelli elevati i prezzi dell'oro (come abbiamo constatato nel 2012), con la possibilità di spingerli anche più in alto. La storia sta per ripetersi?
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