Asset difensivi: cosa ci ha insegnato un primo trimestre movimentato
Questo post è un approfondimento della serie sugli asset difensivi: “L’offensiva fa vincere le partite ma la difesa fa vincere i campionati”.
Non più tardi del gennaio di quest’anno, ciò che è avvenuto nel corso dell’ultimo trimestre sarebbe stato impensabile: un quarto della popolazione mondiale è in isolamento, i mercati finanziari hanno attraversato la fase ribassista più rapida della storia per poi passare a quella rialzista più veloce di sempre e il Crude Oil è sceso di oltre il 60%1.
Quando WisdomTree ha inaugurato la serie di post sugli asset difensivi, la situazione mondiale era molto diversa; le nostre prospettive per il 2020 segnalavano molte incertezze in merito all’eventuale sviluppo dell’anno, ma nessuno avrebbe potuto prevedere la crisi attuale. All’epoca abbiamo pensato di creare uno schema quantitativo in grado di individuare gli investimenti più adatti per navigare in un periodo così incerto. Con il senno di poi, questo trimestre ha portato incertezza e imprevedibilità in abbondanza e ci permette di analizzare e valutare il funzionamento del nostro schema.
Il seguente esame per asset class dimostra che, per un investitore in euro:
- i settori difensivi come la sanità e i beni di consumo primari sono andati benissimo;
- fattori difensivi come la volatilità minima hanno offerto protezione nelle fasi di ribasso, ma nel corso del trimestre sono stati superati dai fattori momentum, quality o growth;
- i titoli di Stato a lunga durata hanno registrato un’ottima performance e una correlazione negativa con le azioni;
- nonostante una crisi di liquidità nel mezzo della fase di ribasso, l’oro ha messo a segno un rendimento nettamente positivo in questo trimestre, premiando la fiducia degli investitori strategici;
- il dollaro USA è servito ancora una volta da bene rifugio, permettendo alla maggior parte degli asset denominati in dollari di realizzare prestazioni eccellenti.
Asset difensivi: un riepilogo
Nel primo articolo della serie abbiamo posto le basi del nostro schema, definendo gli asset difensivi come attività che non solo si comportano bene in un periodo di ribasso azionario, ma gioverebbero a un portafoglio da un punto di vista più generale grazie alle loro caratteristiche:
- Riduzione del rischio
- l’asimmetria dei rendimenti, ossia una protezione dai ribassi maggiore rispetto alla perdita di esposizione ai rialzi;
- diversificazione, ossia comportamento non correlato al resto del portafoglio e, in particolare, ai titoli azionari;
- una valutazione controllata, perché asset più convenienti presentano in genere margini inferiori di performance negativa e un minor crowding.
Il vantaggio offerto da uno schema simile consiste nella possibilità per gli investitori di scegliere questo tipo di investimento non solo in mezzo alla tempesta, quando è certo al 100% che il mercato scenderà, ma anche per periodi più lunghi, quando sale l’incertezza. In questo modo la performance complessiva del portafoglio si basa più sul comportamento degli asset in ogni situazione che non sulle capacità di market timing dell’allocatore.
L’analisi del primo trimestre 2020
Nel primo trimestre abbiamo assistito a una sorta di ciclo completo a velocità accelerata, dalla prosecuzione della fase rialzista alla crisi e, infine, al rimbalzo. Guardando la figura 1, osserviamo tre periodi nettamente distinti per la performance dei titoli azionari (attraverso l’esempio dell’MSCI World Net TR Index):
- prosecuzione del rialzo decennale (31 dicembre - 19 febbraio);
- ribasso azionario (19 febbraio - 23 marzo);
- rimbalzo del mercato (23 marzo - 31 marzo).
Nel seguito, studieremo la performance di ogni asset class e di ciascuno dei nostri asset difensivi preselezionati nel corso dei tre periodi in questione, cercando di valutare il loro comportamento e la loro prestazione.
Un’elevata dispersione di performance tra i panieri azionari
La figura 2 mostra la sovraperformance di un’ampia selezione di panieri azionari rispetto all’indice MSCI World nel corso di tutto il trimestre e dei tre sottoperiodi, riportando le prestazioni in ordine decrescente di andamento durante il ribasso azionario, ossia nel periodo 2.
Cominciando dalle azioni, è chiaro che nel trimestre quelle statunitensi sono andate meglio dei titoli azionari europei e dei mercati emergenti, ma questi ultimi, sorprendentemente, hanno sovraperformato durante la fase di ribasso e arrancato negli altri due periodi.
Nell’ambito dei settori, quelli che sono andati meglio sono l’informatica (“IT”), la sanità e i beni di consumo primari. Questi ultimi due sono settori difensivi tradizionali e hanno beneficiato della loro ottima performance durante la fase di ribasso azionario. L’informatica è una sorpresa, ma si è avvalsa della sua grande prestazione nella prima parte del trimestre e delle circostanze insolite della quarantena, in cui il telelavoro e altre misure di distanziamento sociale valorizzano le aziende dei settori.
Infine, tra le variabili azionarie, quella che se l’è cavata meglio durante il ribasso è la Minimum Volatility, come previsto, seguita a ruota dal fattore Quality. Tuttavia, nell’ambito del trimestre, la variabile Min Vol è finita solo quarta alle spalle di Momentum, Growth e Quality. Momentum e Growth han tratto profitto dall’ottima prestazione nel primo periodo e dalla performance nel settore informatico, mentre per Quality è stato provvidenziale il buon andamento nel primo periodo e nella fase di ribasso azionario.
Nel complesso, gli asset puramente difensivi si sono comportati bene. Fra le tre strategie che abbiamo evidenziato nella nostra serie (qui), la High Dividend e la strategia multifattoriale hanno ottenuto risultati discordi, ma il fattore Quality ha risposto alle aspettative con una buona prestazione in tutti e tre i periodi.
Nel 1° trimestre i titoli di Stato a lunga durata hanno ampiamente premiato chi ha creduto in loro.
Nell’ambito degli strumenti a reddito fisso, come previsto, i titoli di Stato sono andati relativamente bene per tutto il trimestre, specialmente in confronto alle azioni. Le obbligazioni societarie hanno registrato una performance negativa, in linea con il rischio più elevato che comportano e, infine, la prestazione dei bond ad alto rendimento è stata ancora peggiore. Perciò, nel complesso, gli asset a reddito fisso hanno avuto un andamento conforme al rischio di spread creditizio che è intrinseco a questi titoli.
Merita notare che, in linea con ciò che abbiamo osservato, i dollari USA fungono storicamente da bene rifugio e, di conseguenza, le obbligazioni denominate in USD si sono comportate nettamente meglio di quelle in altre valute.
Nel nostro blog della serie Asset difensivi dedicato ai prodotti a reddito fisso, abbiamo notato che i contanti e i titoli di Stato a breve termine possono contribuire a ridurre il rischio per il portafoglio nei periodi di ribasso, ma i titoli di Stato a lungo termine sono più adatti per tutte le stagioni poiché, tra l’altro, diversificano il portafoglio facendo da contraltare al suo contenuto azionario. Nel T1 hanno dimostrato il loro valore, attestato dai rendimenti dei titoli di Stato USA ultradecennali e dei loro omologhi in EUR, rispettivamente pari al 22,9% e all’1,3%. Di fatto, le obbligazioni di lunga durata hanno sovraperformato quelle a breve termine in tutte le fasce di rating.
L’oro: il principale elemento di diversificazione
Nelle commodity, i metalli preziosi e in particolare l’oro si sono distinti significativamente in questo trimestre. L’oro ha registrato una performance del +7,9% (cfr. figura 4) che ha aiutato i portafogli e sembra che gli investitori nutrano fiducia nei confronti di questo asset nel lungo termine. In piena fase di ribasso, questo metallo ha risentito di una sorta di crisi di liquidità, con gli investitori che vendevano oro per far fronte alle richieste di margini e un conseguente calo del prezzo (qui sono disponibili maggiori dettagli). Tuttavia l’oro ha risalito la china, a tutto vantaggio degli investitori.
Come abbiamo indicato nel nostro blog della serie Asset difensivi dedicato alle commodity, l’oro non è solo un asset per situazioni catastrofiche e si è comportato benissimo nel primo e nell’ultimo periodo del trimestre, oltre a registrare una performance a tutto tondo.
Le commodity ottimizzate, che rappresentano uno “smart beta” per le materie prime in cui la strategia può investire ulteriormente lungo la curva (ossia non sempre nel future “front month”) per migliorare il roll yield (rendimento al rinnovo) disponibile e realizzare nel contempo rendimenti spot e da collaterale di entità analoga (per maggiori informazioni su questo argomento visitate il nostro sito web), hanno continuato a offrire rendimenti maggiori, sovraperformando il Broad Commodity Index in tutti e tre i periodi del T1. Per quanto riguarda gli investimenti in generale nelle materie prime, le commodity ottimizzate stanno davvero dimostrando il loro valore.
Infine, il trimestre si è rivelato drammatico per l’energia e il petrolio in particolare, con l’OPEC2 in guerra aperta. Maggiori dettagli sui più recenti sviluppi relativi al petrolio sono disponibili qui.
Le valute risk-off colpiscono ancora
Nel T1 le valute si sono comportate proprio come previsto, con le valute risk-on in netto calo e quelle risk-off in rialzo (soprattutto durante la fase di perdita azionaria, ma anche nella prima parte del trimestre, a dimostrazione del fatto che l’incertezza stava già preoccupando gli investitori). Le valute migliori nel periodo considerato sono state lo yen giapponese, il franco svizzero e i dollari USA.
Come evidenziato nei due blog della serie dedicati alle valute (qui e qui), il dollaro statunitense ha beneficiato del suo status di bene rifugio e ha realizzato la performance richiesta per i portafogli.
In conclusione, nel corso del trimestre sia gli asset difensivi che tutti gli investimenti adatti per ogni stagione si sono comportati piuttosto bene. Gli investitori che hanno riposto la propria fiducia nei titoli di Stato a lunga durata, nell’oro, nei titoli azionari di alta qualità (Quality) e a volatilità minima (Min Volatility) sono stati ricompensati.
Guardando al T2, il COVID-19 continua a turbare le nostre vite e le nostre economie, i mercati azionari hanno ricevuto una sferzata di energia e la guerra del petrolio si sta trasformando in una guerra lampo. Ormai l’incertezza è chiaramente un fatto acquisito e questo potrebbe essere il momento in cui gli investimenti validi per tutte le stagioni sovraperformano gli asset puramente difensivi.
Le azioni europee sono rappresentate dallo STOXX Europe 600 net total return index. Le azioni statunitensi sono rappresentate dall’MSCI USA net total return index. Le azioni dei mercati emergenti sono rappresentate dall’MSCI Emerging Markets net total return index. Min Vol (volatilità minima) è rappresentata dall’MSCI World Min Volatility net total return index. Quality (qualità) è rappresentata dall’MSCI World Quality Sector Neutral net total return index. Size (dimensione) è rappresentata dall’MSCI World Small Cap net total return index. High Div (alto dividendo) è rappresentato dall’MSCI World High Dividend net total return index. Value (valore) è rappresentato dall’MSCI World Enhanced Value net total return index. Growth (crescita) è rappresentata dall’MSCI World Growth net total return index. Momentum è rappresentato dall’MSCI World Momentum net total return index. MultiFactor (multifattoriale) è rappresentato dall’MSCI World diversified multi factor net total return index. Energy (energia) è rappresentata dall’MSCI World Energy net total return index. Materials (materiali) è rappresentato dall’MSCI World Materials net total return index. Industrials (industriali) è rappresentato dall’MSCI World Industrials net total return index. Cons. Stap. (beni primari) sono rappresentati dall’MSCI World Consumer Staples net total return index. Cons. Discr. (beni voluttuari) sono rappresentati dall’MSCI World Consumer Discretionary net total return index. Health Care (assistenza sanitaria) è rappresentata dall’MSCI World HealthCare net total return index. Financials (titoli finanziari) sono rappresentati dall’MSCI World Financials net total return index. IT (informatica) è rappresentata dall’MSCI World Information Technology net total return index. Communication (comunicazioni) è rappresentata dall’MSCI World Communications net total return index. Le Utilities sono rappresentate dall’MSCI World Utilities net total return index. Real Estate (immobiliare) è rappresentato dall’MSCI World Real Estate net total return index. I contanti in euro sono rappresentati da una serie di benchmark Eonia composti giornalmente. Tutti gli altri indici a reddito fisso nella figura 3 sono rappresentati dai rispettivi equivalenti nella Bloomberg Barclays TR Index Family. Le commodity diversificate sono rappresentate dal Bloomberg Commodity Total Return Index. Le commodity ottimizzate sono rappresentate dall’Optimized Roll Commodity Total Return Index. L’energia è rappresentata dal Bloomberg Energy subindex Total Return Index. I metalli preziosi sono rappresentati dal Bloomberg Precious Metals subindex Total Return Index. I metalli industriali sono rappresentati dal Bloomberg Industrial Metals subindex Total Return Index. Il bestiame è rappresentato dal Bloomberg Livestock subindex Total Return Index. Le soft commodities sono rappresentate dal Bloomberg Softs subindex Total Return Index. I cereali sono rappresentati dal Bloomberg Grains subindex Total Return Index. L'oro è rappresentato dall'LBMA Gold Price PM index. L’argento è rappresentato dall’LBMA Silver Price index.Per contanti in yen si intende la performance di asset investiti in liquidità a breve termine in yen giapponesi dal punto di vista di un investitore in euro. Per contanti in USD si intende la performance di asset investiti in liquidità a breve termine in dollari USA dal punto di vista di un investitore in euro. Per contanti in CHF si intende la performance di asset investiti in liquidità a breve termine in franchi svizzeri dal punto di vista di un investitore in euro. Per contanti in CAD si intende la performance di asset investiti in liquidità a breve termine in dollari canadesi dal punto di vista di un investitore in euro. Per contanti in NZD si intende la performance di asset investiti in liquidità a breve termine in dollari neozelandesi dal punto di vista di un investitore in euro. Per contanti in NOK si intende la performance di asset investiti in liquidità a breve termine in corone norvegesi dal punto di vista di un investitore in euro. Per contanti in AUD si intende la performance di asset investiti in liquidità a breve termine in dollari australiani dal punto di vista di un investitore in euro.
2 Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio