La mania dei token non fungibili (NFT)
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Il 23 agosto 2021 Visa ha diffuso un annuncio: "Entrando in una nuova era del commercio di token non fungibili (NFT), Visa è lieta di aggiungere CryptoPunk #7610 alla sua collezione". Il colosso americano l’ha infatti acquistato per l’equivalente di 150.000 USD scatenando dibattiti sui social media (un’ottima mossa di marketing), sebbene non si tratti certo dell’acquisto più costoso tra le migliaia di token non fungibili freschi di conio. Che cosa ci rivela la recente mania degli NFT sulle opportunità attuali e future offerte dallo spazio degli asset digitali?
Immagine: CryptoPunk #7610
L’espressione “token non fungibili” (o NFT) indica l’ultima mania nel campo degli asset digitali. In sostanza, si tratta di articoli digitali da collezione (collectible) non fisici, simili alle figurine dei calciatori o ai francobolli. Dal punto di vista tecnico, gli NFT erano già da tempo una realtà possibile: l'Ethereum Improvement Protocol 721 è stato pubblicato nel 2017, permettendo alla gente di creare token unici (“non fungibili”) sulla rete Ethereum. Col passare degli anni, team e aziende hanno sperimentato e iterato idee e concetti nati grazie a questo standard e la maggior parte degli NFT viene negoziata attraverso mercati online come OpenSea o Veve. In un agosto quanto mai florido,OpenSea ha registrato un volume di transazioni di 3,4 miliardi di USD, 10 volte di più rispetto al mese precedente. Quando vogliono comprare articoli su queste piattaforme, le persone devono prima di tutto acquistare un coin o token; tali piattaforme sono tendenzialmente interoperabili con svariate reti di asset digitali: chi usa Ethereum compra ETH, per Polygon si acquistano MATIC o, se si utilizza la piattaforma Solana, si comprano SOL. Negli ultimi mesi sono aumentati anche i prezzi di mercato di questi token, in parte per via del boom degli NFT.
Fonte: Dune Analytics
La prestazione storica non è un’indicazione della prestazione futura e qualsiasi investimento può perdere di valore.
Ma chi crea questi NFT? Si tratta di persone o team che in genere scrivono codice informatico che genera una collezione di immagini (di solito 10.000) con una serie di caratteristiche determinate con un approccio probabilistico. Alcune di queste caratteristiche sono più rare di altre e maggiormente richieste. In altri casi, artisti o fotografi pubblicano le loro opere originali nella speranza di trarre vantaggio dall’ampiezza della base clienti che Internet può offrire. Se vengono acquistate, a volte anche le opere d’arte fisiche vengono spedite all'acquirente.
Un aspetto straordinario di questo spazio è costituito dal livello di interazione con cui progetti, aziende e team interagiscono con le comunità per la creazione, la cura e la pubblicità; gli artisti difatti collaborano con comunità di potenziali acquirenti quando sviluppano concetti a volte un po’ folli come CryptoPunks, Boneheads o Art Blocks.
Inoltre i consumatori che hanno acquistato un personaggio unico creano una propria storia di fondo o una personalità basandosi sul collectible digitale acquistato, sperando che le loro creazioni si affermino, un po’ come avveniva in passato per i disegnatori di fumetti, e che il loro valore (ossia quello della proprietà intellettuale) aumenti di conseguenza.
Queste dinamiche di creazione e promozione a livello di comunità, unite alla percezione di cui godono alcune collezioni di NFT (che vengono considerate uno status symbol tra i membri della comunità), hanno fatto schizzare alcuni prezzi alle stelle. Contestualmente, nel mese di agosto la maggior parte degli acquisti su OpenSea attraverso la rete Matic è stata effettuata a un prezzo inferiore all'equivalente di 100 USD.
I grandi marchi se ne sono accorti e si sono fatti avanti in massa per “entrare in gioco”: per esempio, i Chicago Bulls hanno creato la loro “serie legacy” di articoli digitali da collezione. Marvel ha avviato una collaborazione con VeVe per distribuire i suoi NFT basati sulle sue ampie librerie di personaggi. La Liga ha recentemente sottoscritto un accordo con Sorare per pubblicare token non fungibili dei suoi calciatori. Questi marchi hanno intravisto un’opportunità per monetizzare in modo del tutto nuovo la loro proprietà intellettuale esistente attraverso gli NFT.
In futuro, sarà bene tenere d'occhio due tendenze emergenti: la prima consiste nel verificare se questi marchi potranno sfruttare o meno il processo di creazione open-source gestito dalla comunità e assicurarsi una fetta della nuova PI (proprietà intellettuale) che ne deriverà; la seconda è la convergenza degli NFT rispetto ai videogiochi. Ogni appassionato di videogame vi dirà che sta acquistando da anni quelli che sono fondamentalmente dei token non fungibili (per esempio oggetti speciali come spade rare). Guardate come lo spazio degli NFT è intrecciato al tessuto “in codice” dei principali videogiochi, che da anni rendono molto più di Hollywood in termini di utili. Axie Infinity ha già scoperto questo modello di business e nell’agosto 2021 ha accumulato entrate equivalenti a 485 milioni di USD. Il fatto che questo videogioco sia particolarmente popolare nelle Filippine indica le potenzialità globali di questo mercato nascente.
Quand’anche la mania degli NFT dovesse finire per rallentare, il processo di sperimentazione imprenditoriale iterativa potrebbe dar luogo a nuovi modelli di business in grado di potenziare il finanziamento e la creazione di nuova proprietà intellettuale. Ora che abbiamo visto come funziona questa tecnologia, altri casi di applicazione al di là dell’arte potrebbero emergere nell’ambito della finanza tradizionale, con la possibilità di contribuire a formare la prossima ondata di asset digitali nei prossimi anni.
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