L’ultimo divieto della Cina contro le criptovalute
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Il 24 settembre 2021 la People’s Bank of China (PBoC) ha ribadito la sua posizione secondo cui asset digitali come il bitcoin, l’ether e il tether non hanno corso legale vietando, come ha precisato, attività quali il commercio, il pagamento/le transazioni e l'assistenza tecnica in relazione alle cripto-attività. La PBoC sta inoltre rafforzando la stretta nei confronti delle piattaforme di scambio di criptovalute o di chi opera in veste di controparte centrale in qualsiasi attività di compravendita ed emissione di prodotti per clienti cinesi.
Pur trattandosi di una notizia relativamente sensazionale, questo colpo di scena non era del tutto inaspettato.
Da qualche tempo le autorità di vigilanza cinesi lanciano messaggi coerenti sulle cripto-attività
La PBoC aveva già annunciato, in un comunicato stampa del 27 agosto 20211, il suo piano per vietare agli istituti finanziari di dar vita e partecipare ad attività correlate alle criptovalute. In un certo senso, il piano era già di dominio pubblico e il mercato stava solo aspettando di conoscere le tempistiche di attuazione.
Il tempismo del divieto contro le criptovalute coincide con la promozione, da parte della PBoC, della sua valuta digitale
Recentemente la banca centrale ha lanciato la sua valuta digitale (Central Bank Digital Currency - CBDC), che è stata introdotta in 28 regioni, con un forte impulso nelle aree economiche principali. In un breve lasso di tempo la Cina ha reso disponibile al 10% circa della popolazione la sua app mobile autonoma per lo yuan digitale2.
Se la PBoC sta premendo per diffondere la CBDC, perché deve vietare nel contempo le criptoattività tout court?
La risposta, in soldoni, è: per eliminare la concorrenza.
Se diamo un'occhiata alle 28 zone principali in cui la Cina cerca di promuovere la CBDC3, riportate nella figura 1, noteremo un punto verde (la sede di Huawei e Tencent) e un punto rosso (la sede di Alibaba). Queste regioni sono le frontiere dello sviluppo dell’alta tecnologia in Cina e spesso è in questi luoghi che vengono adottate per la prima volta le innovazioni in tale campo. Inoltre il Sichuan, lo XinJiang, lo Yunnan e la Mongolia interna rappresentavano un tempo la forza trainante nell’estrazione del bitcoin in Cina.
Si tratta di zone che hanno adottato per prime i pagamenti mobili, un elemento trainante alla base della diffusione della tecnologia finanziaria. Se la PBoC vuole che il suo yuan digitale si affermi, questo sarà probabilmente il terreno di battaglia sul quale conquisterà i cuori e le menti. Si ritiene a questo riguardo che la Cina stia cercando di eliminare la concorrenza, anche se l’efficacia di una simile mossa dev'essere ancora dimostrata, dal momento che la gente non si rivolge in massa alle cripto-attività soltanto perché sono “digitali”.
Figura 1. La Cina promuove l'adozione della CBDC
Fonte: spp.gov.cn; zeemaps
Il bitcoin e la valuta digitale della banca centrale hanno obiettivi diversi
C’è potenzialmente un altro motivo per cui la PBoC sta tentando di bloccare le criptovalute. I principi fondamentali del bitcoin sono la decentralizzazione e le transazioni anonime, mentre l’obiettivo principale della CBDC è la centralizzazione e la raccolta di dati. La CBDC è probabilmente considerata un valido strumento per monitorare le attività economiche e potenziare il sistema tributario, nonché un modo per (ri)affermare i controlli sui movimenti di capitale; questo sistema valutario digitale si attaglia bene all’ecosistema economico cinese. Vietare altre cripto-attività (presenti in un ecosistema competitivo) avrebbe senso se l’obiettivo finale consistesse nell’aumentare il loro influsso sul sistema monetario.
Cosa significa questo per il mercato delle criptovalute
Alla luce della notizia del 24 settembre 2021, le grandi cripto-attività hanno subito un ribasso, con il bitcoin (BTC) e l’ether (ETH) che sono diminuiti del 10% circa, mentre il mercato in generale ha registrato un calo da 2 mila miliardi a 1,8 mila miliardi di dollari nell'arco di 4 ore4. Tuttavia, i prezzi si sono rapidamente stabilizzati intorno ai 43.000 dollari/BTC e ai 2.900 dollari/ETH, per poi cominciare a risalire.
Figura 2. Andamento dei prezzi del bitcoin e dell’ether
Fonte: Glassnode; Wisdomtree.
La performance storica non è un’indicazione della performance futura e qualsiasi investimento può perdere di valore.
Per quanto riguarda le criptovalute, virtualmente prive di un apporto in termini di estrazione e trading da parte dei conti cinesi, si verificherà un calo della domanda nel breve termine che potrebbe incidere sulla volatilità, benché sembri che quest’ultima sia stata prezzata in tempi relativamente brevi.
Gli effetti sulla domanda nel medio termine sono ancora da vedere. Essendo nate in rete, le criptovalute sono notoriamente difficili da proibire per qualsiasi autorità, anche se quest’autorità è la Cina; perciò gli investitori determinati troveranno facilmente un modo per rientrare nel mercato. Tuttavia, se la PBoC è effettivamente in grado di vendere il suo yuan digitale come opzione più vantaggiosa, ciò potrebbe comportare un rallentamento locale e un calo dei tassi di adozione.
La tendenza nel lungo termine di una concentrazione ridotta delle criptovalute in Cina si conferma positiva per il mercato in generale. Quando attività vietate o soggette restrizioni migrano all’estero, in genere sono gli Stati Uniti a beneficiarne; ciò determina un aumento di trasparenza e responsabilità, due caratteristiche che le autorità di vigilanza e gli investitori richiedono sia alle borse che ai miner.
La partecipazione della Cina continentale al settore delle cripto-attività era già in ribasso dopo che, nel giugno 2021, sono state imposte limitazioni all’estrazione del bitcoin5. I miner interessati hanno già trasferito le proprie attività all'estero, principalmente negli USA e, pertanto, l’impatto potenziale di questa notizia sui fondamentali delle reti (per esempio sull’hashrate del Bitcoin) è solo limitato.
Questa è una prova di forza delle criptovalute?
In conclusione, dobbiamo riconoscere che il popolo cinese è stato finora un grande fruitore di cripto-attività. Uno dei casi di applicazione potenziali di criptovalute native come il Bitcoin è la possibilità di detenere patrimoni che non siano vincolati dalle autorità, nonché un modo per esercitare un maggior controllo sulla propria vita finanziaria. Una nazione con una forte sorveglianza, la propensione agli interventi governativi e ai controlli sui movimenti di capitale dovrebbe essere un terreno fertile per una simile opportunità di valore. Se il governo cinese ritiene che i livelli di adozione abbiano raggiunto un punto tale da sentirsi in dovere di intervenire, si potrebbe pensare che quei livelli comincino a mettere in dubbio il suo grado di controllo, dimostrando di conseguenza la validità di questo caso di applicazione.
In altre parole, potrebbe darsi che il Bitcoin venga vietato dalla Cina semplicemente perché funziona.