Le reti di asset digitali sono come linee ferroviarie
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Le reti di asset digitali sono come linee ferroviarie1. Una caratteristica essenziale che rende efficiente e utile, in sostanza, una rete ferroviaria è l’interoperabilità; nel 2021 questo aspetto non salta immediatamente all’occhio delle persone, perché la maggior parte è abituata al fatto che le reti ferroviarie siano interoperabili, ma chiunque abbia dovuto cambiare treno in prossimità di un confine nazionale non dà per scontata questa caratteristica, come del resto non la si dava per scontata negli anni ‘50 dell’Ottocento. La stessa esigenza di interoperabilità è diventata evidente nell’ecosistema degli asset digitali e gli sviluppatori stanno lavorando per trovare delle soluzioni. Le reti in grado di creare “ponti” e di “parlare” tra loro apporteranno, in ultima analisi, maggiori benefici ai loro utenti, creando così un valore più elevato.
Molti si servono di varie forme di trasporto ferroviario, senza pensare neppure per un secondo all’interoperabilità tra le linee che utilizzano. Non è stato sempre così: per decenni le prime linee ferroviarie sono state delle linee e basta. Ciascuna era stata costruita secondo gli standard che gli ingegneri ritenevano appropriati, considerate le sue esigenze; ne è scaturita una situazione in cui linee diverse utilizzavano scartamenti ferroviari diversi. Purtroppo questo comportava l’impossibilità, per i vagoni, di spostarsi facilmente da una linea all’altra e, di conseguenza, si rendeva necessario un grande dispendio di tempo e costi per trasferire passeggeri e/o merci tra linee diverse. Risultando evidenti questi costi di transazione, sono state sviluppate soluzioni con scartamenti standardizzati in alcuni paesi (non tutti2).
Scartamenti standardizzati: un aspetto importante. (fonte4)
Per le reti di asset digitali si può notare un fenomeno analogo: il codice di ogni rete è scritto in un determinato linguaggio per conseguire un determinato obiettivo. Il risultato finale è che molte di queste reti non possono “parlarsi” a vicenda, comportando attriti e ulteriori costi per chi intende operare in “multitasking” tra una rete e l’altra.
Tuttavia, questo spazio si sta evolvendo: da alcuni anni è in fase di realizzazione una serie di “ponti” tra reti diverse. In parole povere, “un ponte nel mondo delle criptovalute è come un ponte nel mondo fisico: collega due comunità o due luoghi distinti, permettendo al traffico e alle risorse di muoversi liberamente avanti e indietro .” Questi ponti consentono di effettuare su una rete delle transazioni che vengono riconosciute su un’altra rete; in termini più tecnici, si effettua il wrapping delle monete o dei token in modo da poterli utilizzare in altre reti. Ne è un esempio il WBTC (wrapped bitcoin), ossia un bitcoin in un wrapper compatibile con la rete Ethereum; questa soluzione ha funzionato egregiamente (attualmente circolano 13 miliardi circa di USD5 in wrapped bitcoin) ed è solo uno degli esempi possibili.
Un altro settore in cui è possibile apprezzare una maggiore connettività è la creazione di protocolli interoperabili. Consideriamoli come se fossero linee a scartamento variabile6: anziché cercare di costruire uno spazio esclusivo che limiti gli utenti, alcuni dei progetti in più rapida crescita hanno deciso di scrivere il loro software in modo da rendere il loro servizio compatibile tra varie reti. Le maggiori piattaforme di scambio decentralizzate si sono accorte con ampio anticipo quanto l’interoperabilità fosse necessaria. Curve, la più grande piattaforma decentralizzata, attualmente con un valore totale bloccato di 17 miliardi di USD7, è interoperabile con sette protocolli diversi, mentre Sushi swap è la “prima della classe” in questo senso, essendo interoperabile con tredici protocolli8. Questo aspetto, però, non si limita ai soli scambi: Aave, che mette a disposizione pool di liquidità per l'assunzione/erogazione di prestiti e perciò richiede quanta più liquidità possibile, ha reso il relativo protocollo utilizzabile sulle reti Ethereum, Polygon e Avalanche.
L’ecosistema degli asset digitali continua a crescere e a svilupparsi proprio come le linee ferroviarie, che sono state costruite separatamente per poi evolversi nelle reti attualmente esistenti. La buona notizia è che nelle reti degli asset digitali ci vuole molto meno capitale per attuare retroattivamente l’interoperabilità (sia per mezzo di ponti che, direttamente, tramite aggiornamenti di protocollo) di quanto ne occorra per rimuovere le rotaie e sostituirle con altre di uno scartamento diverso. Questo è uno degli aspetti che contribuiscono alla bellezza del software. C’è da attendersi che l’interoperabilità svolga un ruolo importante nelle parti dell’ecosistema che raggiungono e mantengono la massa critica, per poi conferire, in definitiva, un’utilità e un valore maggiori alla loro base di utenti.
Sources
1 https://medium.com/hackernoon/bitcoin-analogies-7066c58df9ec
2 https://en.wikipedia.org/wiki/Rail_gauge_in_Australia
3 https://civilcrews.com/gauges/
4 https://medium.com/chainsafe-systems/bridges-in-crypto-space-12e158f5fd1e
5 https://www.coingecko.com/en
6 https://en.wikipedia.org/wiki/Variable_gauge
7 https://defillama.com/protocols
8 https://defillama.com/protocols
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