Il conflitto tra Russia e Ucraina incombe sui mercati azionari europei
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I titoli azionari europei sono nel mirino del conflitto tra Russia e Ucraina, in calo del 12,6% da inizio anno1. I premi per il rischio azionario2 in Europa sono aumentati, drasticamente trainati dall'accelerazione dei rendimenti da utili, nonostante il recente incremento dei rendimenti obbligazionari. A causa della sua forte dipendenza energetica dalla Russia e dalla sua vicinanza agli eventi in corso l'Europa è maggiormente esposta al rischio. Mentre la performance dei mercati azionari in Europa è diminuita di pari passo con l'inasprimento delle condizioni finanziarie, riteniamo che gli investitori europei stiano scontando tre fattori importanti: (1) le revisioni degli utili di consenso che tornano a correre nel 2022 (2) il sostegno fiscale continuo tramite il Resilience and Recovery Fund e (3) la politica monetaria che, probabilmente, resterà accomodante fino alla de-escalation del conflitto.
Fonte: Bloomberg, WisdomTree al 28 febbraio 2022. Nota – Il Goldman Sachs Financial Conditions Index (FCI) è dato dalla media ponderata dei tassi di interesse privi di rischi, del tasso di cambio, delle valutazioni azionarie e degli spread creditizi, con pesi che corrispondono all'impatto diretto di ogni variabile sul PIL.
La prestazione storica non è un'indicazione della prestazione futura e qualsiasi investimento può perdere di valore.
BCE paralizzata dalla nuova dimensione del rischio
La Russia è uno dei maggiori fornitori di energia dell'Europa. Il conflitto in Ucraina sta suscitando il timore dell'interruzione delle forniture di gas all'Europa. Come si è visto in settimana, l'aumento dei prezzi dell'energia sta passando meccanicamente all'inflazione globale. L'inflazione nominale nell'Eurozona è balzata al 5,8% a febbraio, trainata dall'aumento dei costi dell'energia e, visto l'intensificarsi del conflitto, questa tendenza è destinata ad accelerare. Anche il tasso di inflazione di base - esclusi energia, alimenti, alcol e tabacco - è salito al 2,7%, invertendo il calo registrato nel mese di gennaio a seguito dell'accelerazione che ha interessato sia l'inflazione nel settore dei servizi sia quella dei prodotti industriali non energetici. Nel breve termine, l'incremento dei prezzi dell'energia potrebbe iniziare a frenare la spesa dei consumatori, anche se alcuni ricarichi sul dettaglio sarebbero comunque di portata limitata in diversi paesi europei nonché in quelli i cui governi adottano schemi compensativi, come nel caso di Francia e Italia. Probabilmente, il complesso mix tra conflitto e sanzioni spingerà la Banca Centrale Europea (BCE) a ignorare l'aumento dell'inflazione e, per il momento, a rimandare il ritiro degli incentivi. Il conflitto in Ucraina accentua il dilemma della BCE sulle modalità di gestione dell'incremento dell'inflazione che la politica monetaria non può attenuare. L'invasione dell'Ucraina da parte della Russia si aggiunge alla lunga lista di vincoli e strozzature che hanno colpito le catene di approvvigionamento globale sin dall'inizio della pandemia. I prezzi delle materie prime stanno dunque crescendo vertiginosamente nel timore di possibili interruzioni delle forniture e della chiusura dei porti.
Andamento dell'esposizione azionaria europea in un contesto di maggiore inflazione
Di fronte all'incremento dell'inflazione, gli investitori dovrebbero prudentemente aggiungere un'esposizione alle azioni caratterizzate da un alto potere di prezzo al fine di beneficiare, nell'attuale contesto, di migliori risultati economici. L'aumento dei rendimenti reali e la riduzione della liquidità della banca centrale dovrebbero tradursi in una maggiore disciplina di valutazione da parte degli investitori. Ci riferiamo a quei titoli che appartengono ai settori maggiormente orientati al valore, quali i settori finanziari, dei materiali, delle utility e dell'energia, che traggono benefici dal contesto attuale. Solitamente questi settori hanno anche una duration inferiore (ossia una minore sensibilità ai tassi di interesse) e offrono rendimenti da dividendo interessanti che tendono a registrare andamenti superiori in un ambiente caratterizzato dall'inasprimento dei tassi. Nelle ultime settimane le banche europee hanno registrato i ribassi più netti, unitamente alla loro esposizione alle banche russe, come nel caso di Raiffeisen in Austria (-50%), Société Générale in Francia (-32%) e UniCredit in Italia (-30%). Pur rientrando nel gruppo di banche più esposte, Raiffeisen dispone di misure che limitano qualsiasi impatto causato dai clienti sanzionati. Inoltre, dai dati più recenti della Banca dei Regolamenti Internazionali per il terzo trimestre del 2021 emerge l'ammontare ridotto dei crediti insoluti delle banche della zona euro nei confronti dei residenti russi. Fatto ancora più importante, l'attuale dissesto in atto dovrebbe risolversi con il contributo dato dalla buona salute di cui gode il settore bancario dell'eurozona che si rivela migliore rispetto a prima della crisi finanziaria globale.
Figura 2: Fondamentali delle strategie incentrate sui titoli europei ad alto rendimento
Fonte: Bloomberg, WisdomTree al 3 marzo 2022.
2 Premio per il rischio azionario: differenza tra rendimento degli utili e rendimento delle obbligazioni
+Continua la ripresa del valore
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