Cloud computing: al di là della nebbia del contesto macroeconomico c'è una solida base per i fondamentali
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Finora il 2022 è stato un anno in cui gli investimenti di tipo value hanno sovraperformato quelli di tipo growth, e negli ultimi anni pochi megatrend sono stati orientati alla crescita più del cloud computing. Le grandi realtà e l'incremento delle vendite, che hanno avuto il loro momento nel 2020 e nel 2021, sono completamente "out" in un contesto di aumento dell'inflazione e dei tassi d'interesse.
Rischiamo però di fare di tutta l'erba (o meglio, di tutto il megatrend) un fascio? Se i titoli della maggior parte delle società di cloud computing vengono scambiati per lo più sulla base di fattori macroeconomici, è possibile che si creino opportunità perché le aziende in cui stanno succedendo fatti positivi vengono trascinate verso il basso con tutto il resto.
Chiunque sia interessato alle società attive nei settori del cloud computing e del software-as-a-service (SaaS) farebbe bene a seguire il blog SaaStr di Jason Lemkin. Alcuni degli esempi che segnalo qui di seguito si ispirano ai suoi articoli, che rappresentano eccellenti spunti di riflessione per individuare sviluppi finanziari positivi nell'ambito di queste aziende.
Zoom Video Communications
Il valore aggiunto di Zoom potrebbe essere costituito dal fatto di essere un marchio globale conosciuto da tutti. È stata persino coniata l'espressione "Zoom fatigue" ("affaticamento da Zoom"), per indicare l'utilizzo eccessivo di questo prodotto.
Ma si tratta solo di un "fenomeno figlio della pandemia" o piuttosto di un'azienda che ha davanti a sé un grande futuro al di là del COVID-19?
Le coorti di clienti stanno cambiando
I clienti che generano più di 100.000 dollari in termini di ricavi ricorrenti costituiscono il motore per la crescita futura e questo gruppo di clienti, attualmente circa 2.900, sta registrando una crescita del 46% su base annua. Questo potrebbe essere il futuro di Zoom, ma non sarà una passeggiata: persino nel 2021, il 63% dei suoi ricavi proveniva ancora da clienti con un massimo di 10 postazioni1.
Controllo dei costi
Sono rimasto affascinato e addirittura sorpreso nel vedere che la spesa di Zoom per le vendite e il marketing è passata dal 20% al 25% circa dei ricavi; questa espansione della spesa è motivata dalla volontà di agevolare la transizione di Zoom verso un maggior numero di clienti aziendali. Una tipica azienda di software-as-a-service spende circa il 50% degli utili per le vendite e il marketing; in confronto, Zoom opera dunque a livelli più o meno dimezzati, quanto meno se si utilizza questo criterio per valutare la sua spesa. Questo è uno dei motivi principali per cui Zoom è in grado di generare grosso modo 2 miliardi di dollari all'anno in termini di flusso di cassa libero rettificato. Crediamo che, nell'ambiente attuale, se si comincerà a scambiare questi titoli azionari basandosi meno sui fattori macroeconomici e più sui parametri fondamentali, verrà premiata la capacità di transizione dai ricavi ai flussi di cassa liberi (capacità su cui Zoom sta puntando)2.
Espansione del multiprodotto
I ricavi ricorrenti annuali di Zoom sono pari a circa 4 miliardi di dollari, la stragrande maggioranza dei quali proviene dal prodotto di punta per le videoconferenze, ma il suo prodotto di telefonia (Zoom Phone) conta quasi 3 milioni di utenti. C'è da ammettere che l'azienda ha tentato (senza successo) di acquisire Five9, ma Zoom Phone continua a crescere e, col tempo, diventerà abbastanza importante da incidere in misura significativa sui 4 miliardi di dollari che costituiscono i ricavi ricorrenti annuali dell'azienda.
Sprout Social
Sprout Social è una società che contribuisce ad aumentare l'impatto dei brand, delle persone e delle aziende sui social media.
Accelerazione della crescita
Considerate questi tassi di crescita corrispondenti a livelli diversi di ricavi ricorrenti annuali3:
- 100 milioni di dollari: crescita del 30%;
- 180 milioni di dollari: crescita del 34%;
- 240 milioni di dollari: crescita del 41%.
Ci rendiamo conto che questo comportamento verificatosi in passato non garantisce tassi di crescita futuri, ma vale almeno la pena di continuare a seguire i risultati di Sprout; se l'azienda è in grado di mantenere questa traiettoria per un certo tempo, la sua performance potrebbe risultare particolarmente interessante una volta che i titoli azionari nel settore del cloud computing vengano scambiati basandosi più sui parametri fondamentali e meno sui fattori macroeconomici.
Controllo dei costi
Come si è detto nel caso di Zoom, un'azienda SaaS standard spende all'incirca il 50% dei ricavi ricorrenti annuali per le vendite e il marketing. Sprout ne sta spendendo grosso modo il 39%, ossia meno del valore chiave del 40%, tendenzialmente associato a un miglioramento dei risultati in termini di flussi di cassa liberi. Sprout Social sta generando un flusso di cassa libero del 9%, con ricavi ricorrenti annuali pari a 240 milioni di dollari (un livello che molte società SaaS non registrano finché non raggiungono ricavi ricorrenti annuali per 500 milioni o addirittura per un miliardo di dollari), a riprova di una certa efficienza dell'azienda4.
Box
Box offre una soluzione che consente di condividere file e archiviare dati in modo efficiente.
Margini operativi
Notiamo una volta di più che il mercato attuale si interessa più della disciplina e dell'execution e assai meno della "storia dell'azienda". Ammetto di aver dovuto rileggere i dati seguenti più volte per accertarmi di aver capito bene e di non essermi sbagliato5:
- nel 2020 Box aveva un margine operativo dell'1%;
- in tempi più recenti ha registrato un margine operativo del 20%.
Si tratta di un'incredibile prova di disciplina, favorita dal fatto che la spesa relativa alle vendite e al marketing è stata ridotta al 28% dei ricavi ricorrenti annuali, una percentuale minima. Box si sta avvicinando a un livello di flusso di cassa libero quasi pari al 20% dei ricavi, un dato molto significativo per una società di software SaaS.
Conclusione: ricordatevi che è in atto la trasformazione digitale
Il cloud computing è certamente un megatrend caratterizzato da una volatilità e da un rischio elevati, e ammettiamo che la prima metà del 2022 si è rivelata dura in termini di performance azionarie. Tuttavia siamo stati interpellati recentemente sul possibile andamento di queste aziende in un contesto di aumento dell'inflazione e dei tassi di interesse e, sebbene non sia garantito che i clienti non annulleranno gli abbonamenti (ricordiamo che molte società cloud operano in base a modelli di abbonamento), pensiamo soprattutto al motivo per cui i clienti li sottoscrivono.
Anche prima della pandemia di COVID-19 si spingeva per la trasformazione digitale: le aziende si stavano impegnando ampiamente in tal senso per aumentare la loro efficienza, utilizzare meglio i dati e ottimizzare la gestione delle loro attività. Il contesto attuale ci induce a credere che si potrebbe generare un valore ancora più elevato per le aziende che risparmiano sui costi e perseguono una maggiore efficienza. Nella misura in cui gli abbonamenti ai servizi cloud possono effettivamente aiutare le imprese a continuare ad operare e a risparmiare sui costi, riteniamo che questo settore sia estremamente interessante e degno di considerazione.
Fonti
1 Fonte: Lemkin, Jason. “5 Interesting Learnings from Zoom at $4.3B in ARR.” SaaStr. 8 giugno 2022.
2 Fonte: Lemkin, 8 giugno 2022.
3 Fonte: Lemkin, Jason. “5 Interesting Learnings from Sprout Social at $240,000,000 in ARR.” SaaStr. 15 giugno 2022.
4 Fonte: Lemkin, 15 giugno 2022.
5 Fonte: Lemkin, Jason. “5 Interesting Learnings from Box at $1 Billion in ARR.” SaaStr. 1° giugno 2022.
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