Lo strumento segreto degli investitori istituzionali per proteggere gli asset digitali dagli attacchi informatici
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Le recenti notizie di potenziali attacchi alle app wallet costruite sull'ecosistema Solana, con la conseguente perdita di fondi, ha evidenziato ancora una volta i problemi di lunga durata dovuti alle difficoltà di protezione degli hot wallet1. Ricordiamo, infatti, che gli "hot wallet" comportano la necessità di conservare su un computer o un cellulare connesso a Internet le chiavi private utilizzate per firmare le operazioni con gli asset digitali, fornendo agli utenti un sistema comodo per inviarli, conservarli e riceverli, esponendosi tuttavia al rischio di subire attacchi informatici e... di perdere gli asset digitali.
Assieme alla domanda istituzionale di asset digitali sono emersi interrogativi di tutti i tipi in materia di accesso, sicurezza, liquidità e trasparenza. I titoli azionari, quelli obbligazionari o i contratti future sulle commodity sono tutti negoziati su borse simili o attraverso gli stessi market-e broker; gli asset digitali, per definizione, vivono invece di vita propria, sono un angolo del mondo di recente invenzione e, pertanto, accedervi può essere complicato. Il mondo istituzionale chiede una soluzione "tutto in uno" che agevoli l'accesso agli asset digitali e gestisca nel contempo per suo conto il rischio connesso alla cibersicurezza, il rischio di custodia, la liquidità e tutti i rischi operativi pertinenti.
Negli ultimi due anni la soluzione istituzionale in grado di conseguire questo splendido equilibrio è finalmente giunta in Europa con il nome di exchange-traded products ("ETP") sugli asset digitali con copertura fisica.
Investire negli asset digitali: i punti di accesso
Esistono molti modi per investire negli asset digitali, ciascuno con i suoi pro e contro. Tra questi figurano:
- partecipazioni dirette;
- wallet personali;
- un profilo su piattaforme per lo scambio di criptovalute centralizzate;
- hot o cold wallet presso depositari;
- esposizione sintetica;
- future o swap;
- ETP garantiti da future;
- prodotti strutturati;
- soluzioni "wrapped" con copertura fisica;
- fondi di tipo chiuso;
- ETP sugli asset digitali con copertura fisica.
È un lungo elenco, vero? La scelta può essere un po' complicata ed è per questo che abbiamo recentemente pubblicato il nostro ultimo webinar WisdomTree Insights, "A New Asset Class: Investing in the Digital Asset Ecosystem" [Una nuova asset class: come investire nell'ecosistema degli asset digitali], in cui abbiamo parlato nel dettaglio dei vantaggi e degli svantaggi di questi numerosi punti diversi di accesso per un investitore istituzionale. Dai risultati dell'analisi emerge che:
- le partecipazioni dirette vengono per lo più conservate negli hot wallet, che sono sempre connessi a Internet e, pertanto, sono esposti ad attacchi informatici e all'hackeraggio. Inoltre, non si collegano ai sistemi esistenti di gestione del trading o del portafoglio;
- è molto macchinoso configurare in modo corretto e gestire quotidianamente le esposizioni fisiche per mezzo di investimenti diretti conservati in un cold wallet presso un depositario;
- le esposizioni sintetiche possono rivelarsi utili quando è necessario ricorrere alla leva finanziaria, ma sono penalizzate da una forte resistenza alla performance a causa del roll yield negativo dei future sugli asset digitali, che spesso supera il 10% all'anno, causando quindi un rallentamento annuo della prestazione pari al 10%;
- i fondi di tipo chiuso comportano commissioni elevate, nonché sconti e premi estremamente alti sul valore patrimoniale netto. Il tracking error e il tracking difference di questi prodotti sono dunque molto modesti.
Non rimangono che gli ETP con copertura fisica, che si presentano come i prodotti più solidi e più facili da configurare per un investitore istituzionale long-only, combinando una struttura operativa e un trading semplici con la sicurezza e una replica efficiente. Questo è uno dei motivi per cui i flussi istituzionali verso questo tipo di prodotti sono considerevolmente aumentati man mano che la loro gamma si è ulteriormente ampliata e resa disponibile attraverso un maggior numero di sedi.
Scegliere il giusto ETP su asset digitali per le vostre esigenze
Gli ETP su asset digitali con copertura fisica sono nuovi, ma se sapete come funziona un'ETC (echange-traded commodity) sull'oro, ne comprenderete i concetti fondamentali. Nella scelta tra vari ETP, gli investitori devono considerare le caratteristiche peculiari di ogni potenziale prodotto; potrebbero servirsi del quadro olistico riportato di seguito per impostare la loro scelta:
Figura 1: Scegliere il giusto ETP su asset digitali per le vostre esigenze
Fonte: WisdomTree. *TER (Total Expense Ratio annuo).
1. Sicurezza e custodia
Il problema numero uno nel comparto degli asset digitali è la cibersicurezza: gli hack crypto finiscono regolarmente sulle prime pagine dei giornali e perciò occupano spesso i pensieri degli investitori. Tuttavia, quasi ogni volta che degli asset digitali sono stati rubati, essi erano conservati in un hot wallet. Lo standard di riferimento è il ricorso a un cold wallet (dove le chiavi private vengono conservate in un qualche luogo che non è connesso a Internet) gestito da depositari noti agli investitori istituzionali.
È fondamentale disporre di una soluzione sicura per la custodia e di un solido procedimento per l'approvazione dei trasferimenti; gli investitori devono prestare attenzione al fornitore dei servizi di custodia, alle soluzioni di conservazione, al loro rapporto con l'emittente di crypto ETP e alle prassi di sicurezza per il trasferimento delle monete dentro o fuori dal wallet.
2. Emittente e struttura del prodotto
Scegliere un emittente di provata esperienza nella creazione e nell'amministrazione di prodotti finanziari quotati con copertura fisica e nella gestione delle loro contrattazioni e della liquidità, soprattutto durante una crisi, può tranquillizzare gli investitori.
Per attenuare il rischio è importante anche verificare che l'emittente disponga di attività e di una gamma di prodotti diversificati (non solo asset digitali) che possano fare argine nei periodi in cui gli asset digitali sono in ribasso e finiscono nel dimenticatoio.
3. Costo di detenzione
Per gli ETP su asset digitali con copertura fisica, tutti i costi diretti dovrebbero consistere nel solo total expense ratio (TER) dell'ETP, senza altri costi nascosti. Più basso è il TER, minore sarà la quantità di monete ritirate dall'emittente e più numerose saranno le monete per azione disponibili per l'investitore.
Anche le spese di trading sono incluse nel costo di detenzione. Gli spread domanda/offerta del mercato secondario sono influenzati da tanti fattori: la liquidità dell'ETP sulle borse, la profondità del libro degli ordini, il profilo di volatilità delle monete, il livello delle scorte, la capacità dei partecipanti autorizzati di ottenere liquidità, il numero dei market maker, ecc. Per ottimizzare l'efficienza del trading, è sempre meglio rivolgersi al team Capital Markets dell'emittente per richiedere un'analisi quando si pianificano grandi operazioni.
4. Prestito e staking
Per quanto riguarda gli ETF, gli investitori hanno acquisito dimestichezza con il prestito di titoli; questa caratteristica si può applicare anche agli ETP su asset digitali, ma non a tutti. Essenzialmente funziona così: le monete che dovrebbero essere detenute come copertura per il prodotto vengono prestate alle controparti in cambio di un rendimento ulteriore, che potrebbe sovvenzionare l'emittente, migliorare la performance del prodotto o entrambe le cose. Questa attività può tuttavia rivelarsi molto rischiosa nel caso di un rischio di credito/controparte supplementare nei confronti di entità "sconosciute" cui vengono prestate le monete, per non parlare dell'ulteriore rischio di processo costituito dalle monete oggetto del prestito che vengono trasferite dal portafoglio "cold storage" verso hot wallet. In alcuni casi l'importo del prestito può essere garantito.
Alcuni prospetti di crypto ETP con copertura fisica consentono il crypto lending, altri no; perciò gli investitori devono verificare i dettagli di conseguenza con l'emittente.
Lo staking, d'altro canto, è molto diverso dal prestito: si tratta di una caratteristica peculiare di determinate reti di asset digitali e, quindi, di alcuni ETP su asset digitali. Lo staking deve essere abilitato su reti blockchain che si avvalgono di un meccanismo di consenso Proof-of-Stake2; nel complesso è meno rischioso del prestito, anche se il compenso che offre può essere altrettanto o più elevato. Tuttavia, la configurazione operativa con cui l'emittente gestisce lo staking è un criterio importante nella scelta di un ETP che replica un asset Proof of Stake.
5. Ecosistema di trading primario e secondario
La modalità con cui i partecipanti autorizzati negoziano le monete sottostanti per agevolare la creazione e il rimborso delle azioni nell'ambito di un crypto ETP riveste un'importanza fondamentale per un processo di adeguata verifica.
Una volta completato tale processo per i partecipanti autorizzati, è essenziale che l'emittente sia in grado di presentare dettagliatamente il processo di sottoscrizione/rimborso e verificare che il flusso di lavoro sia comprensibile per gli investitori.
6. Considerazioni di carattere operativo per i prodotti che replicano un paniere di asset digital
Gli asset digitali sono i prodotti maggiormente a rischio quando sono "in movimento", poiché devono uscire dal cold storage ed entrare in un hot wallet. Nel caso di ETP che replicano non solo un singolo asset digitale, ma un paniere di asset digitali, sono necessari dei ribilanciamenti per garantire che la ponderazione rimanga in linea con gli obiettivi di investimento. È pertanto necessario un processo solido e dettagliato in relazione a questi ribilanciamenti del paniere.
Fonti
1 https://www.washingtonpost.com/technology/2022/08/03/solana-nomad-hacks-security-questions/
2 Per una breve spiegazione di cosa sia lo staking, cfr. https://www.wisdomtree.eu/en-gb/blog/2022-07-11/staking-cryptocurrency-the-stakes-are-high
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