La transizione energetica riceve una spinta inaspettata
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Gli ultimi 12 mesi hanno visto un profondo cambiamento nelle prospettive dell'economia globale. Le preoccupazioni per la sicurezza degli approvvigionamenti energetici scatenate dalla guerra in Ucraina, i tassi di inflazione più elevati rispetto a quelli registrati da una generazione a questa parte e la persistenza della pandemia causata dal COVID-19 nei mercati chiave gravano sulle aspettative di crescita economica. È anche per rispondere a queste crisi che nel 2022 sono stati adottati nuovi pacchetti politici particolarmente aggressivi negli Stati Uniti e nell'Unione Europea (UE), a sostegno degli obiettivi di sicurezza energetica e climatica.
I piani dell'Inflation Reduction Act degli Stati Uniti (IRA) e del REPowerEU (REU) forniscono rispettivamente nuovi motivi per prevedere una trasformazione più rapida delle modalità di produzione e consumo dell'energia. Sicuramente entrambi offrono un sostegno normativo più ampio e profondo alla transizione energetica. Inoltre, rappresentano un segnale rialzista per il valore dei titoli azionari e delle materie prime la cui posizione è destinata a crescere nel settore delle energie rinnovabili, contrastando i venti contrari che hanno caratterizzato l'economia nella seconda metà del 2022 e all'inizio del 2023.
Gli Stati Uniti spostano l'attenzione su una maggiore capacità della catena di approvvigionamento nazionale
Il 16 agosto 2022, il Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha firmato l'IRA. Uno degli obiettivi dell'IRA è aumentare la domanda statunitense di energia rinnovabile. A tal fine, sono stati prorogati una serie di incentivi fiscali, tra cui i crediti d'imposta esistenti, e sono state introdotte nuove forme di sostegno. Come mostrato nella Figura 1.1, tali crediti hanno un valore cumulativo considerevole; secondo le stime di Wood Mackenzie, essi supereranno i 40 miliardi di dollari nei prossimi dieci anni.
L'IRA introduce inoltre crediti d'imposta specifici e bonus aggiuntivi per incoraggiare l'adozione di attrezzature prodotte negli Stati Uniti per gli sviluppi nel settore delle energie rinnovabili. L'obiettivo è quello di contribuire a compensare i costi degli investimenti per espandere la capacità produttiva. Secondo la valutazione di Wood Mackenzie, l'IRA contribuirà a stimolare ulteriori investimenti nella produzione di energie rinnovabili negli Stati Uniti.
Tuttavia, ci vorrà del tempo. La domanda è già così elevata e il costo della produzione statunitense così alto (molte attrezzature a uso intensivo di capitale, come le pale delle turbine eoliche e i pannelli fotovoltaici, hanno un prezzo fino al 34% superiore rispetto alle controparti importate) che le importazioni faranno parte del panorama ancora per un po'. Di conseguenza, i produttori di apparecchiature originali (OEM) e le entità della catena del valore dell'energia sostenibile assumeranno una posizione strategica per trarre vantaggio dal mercato statunitense.
Un aspetto da tenere d'occhio è rappresentato dalle indicazioni finali del Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti, dell'IRS e del Dipartimento del Commercio in merito a cosa significhi "produzione statunitense" e alle modalità di calcolo delle soglie nazionali nell’ambito delle disposizioni chiave dell'IRA. L'interpretazione di questi aspetti sarà fondamentale per determinare la fattibilità economica della creazione di una catena di approvvigionamento manifatturiero nazionale e, di conseguenza, l'interesse degli sviluppatori per le attrezzature statunitensi. Ciò premesso, per gli operatori statunitensi quotati in borsa nel settore delle energie rinnovabili e della produzione elettrica sostenibile, e per le catene di approvvigionamento nazionali che li supportano, la prospettiva è quella di ricevere un'inaspettata dose di sostegno normativo, a prescindere da come verranno interpretate tali disposizioni.
Fonte: WoodMackenzie.
La performance storica non è indicativa di quella futura e qualsiasi investimento può diminuire di valore.
L'Europa rafforza i suoi già aggressivi obiettivi di capacità
Il 18 maggio 2022, la Commissione Europea (CE) ha pubblicato il suo piano REU dettagliato. L'obiettivo è quello di ridurre rapidamente la dipendenza dall'energia importata dalla Russia, senza rinunciare agli obiettivi di decarbonizzazione dell'Europa. Alla base del piano c'è il proposito di portare l'obiettivo dell’UE in materia di energie rinnovabili al 45% entro il 2030.
Secondo le stime di Wood Mackenzie, per raggiungere l'obiettivo del 45% dell'approvvigionamento misto entro il 2030 è necessario che la capacità totale di produzione da fonti rinnovabili raggiunga i 1.236 GW entro il 2030, ovvero il 15% in più rispetto a quanto previsto da Pronti per il 55 e più del doppio della capacità attuale. L'immagazzinamento di energia è una componente essenziale di qualsiasi mercato energetico con un'elevata quota di produzione variabile da fonti rinnovabili. Il REU sottolinea che l'immagazzinamento di energia svolgerà un ruolo cruciale nel garantire la flessibilità e la sicurezza dell'approvvigionamento futuro.
La Commissione europea potrebbe supporre (o sperare) che il mercato dell'immagazzinamento di energia decolli da solo con l'aumento della quota di fonti rinnovabili variabili nel sistema di produzione dell’elettricità. Tuttavia, le tendenze recenti hanno dimostrato che questo non è scontato. Anche nel 2022, in un periodo di rapido aumento dei prezzi dell'energia, si è verificata una cannibalizzazione degli stessi. Questo rappresenta un campanello d'allarme per alcune tesi di investimento e gli operatori europei del settore dell'elettricità rinnovabile sono sempre più convinti che sia necessario fare di più per garantire che le caratteristiche che si stanno già manifestando nei mercati non diventino ostacoli importanti alla continua espansione dell'offerta di energia rinnovabile.
Fonte: WoodMackenzie.
La performance storica non è indicativa di quella futura e qualsiasi investimento può diminuire di valore.
Una nuova corsa alle energie rinnovabili
La ricerca di Wood Mackenzie indica che, per sostenere l'espansione della capacità di produzione di energia rinnovabile, l'IRA incentiverà lo sviluppo di maggiori capacità produttive per le apparecchiature necessarie. Allo stesso modo, il REU rappresenta una dichiarazione importante sull'allineamento dell'UE e testimonia la sua ambizione in materia di sicurezza climatica ed energetica a favore di un aumento della capacità di produzione di energia da fonti rinnovabili in futuro. Entrambe le politiche promettono di accelerare la transizione energetica nonostante il contesto macroeconomico in cui sono state formulate.
Le politiche indicano inoltre che è in corso una gara per creare catene di approvvigionamento nazionali in grado di favorire il perseguimento aggressivo dello zero netto per le emissioni di carbonio. Le catene di approvvigionamento di energia rinnovabile, messe a dura prova dal COVID-19 e dalla guerra in Ucraina, stanno per arrivare onshore ed è in atto una gara per vedere chi riuscirà a ottenere un vantaggio in termini di costi più bassi e maggiore accesso alle tecnologie e alle materie prime fondamentali. Secondo le prime indicazioni, l'IRA, che promette incentivi fiscali stabili e a lungo termine, ha dato agli Stati Uniti un vantaggio iniziale. L'attenzione si sta ora concentrando sull'Unione Europea (i suoi Stati membri) per capire in che modo potrebbe reagire per promuovere una capacità interna simile a quella che l'IRA ha fornito agli Stati Uniti a sostegno dei suoi obiettivi per lo zero netto.
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