ETF smart beta: perché non tutte le strategie sono uguali
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Gli exchange-traded fund, o ETF, stanno guadagnando slancio in Europa e non accennano a rallentare. I prodotti smart beta, che rappresentano circa il 20% del mercato globale degli ETF pari a 4,1mila miliardi di dollari USA1, non sono certo il fanalino di coda. Nonostante la crescente popolarità delle strategie smart beta, tuttavia, le diverse sfumature che caratterizzano ognuna di esse meritano un’indagine più attenta.
In primo luogo, il termine smart beta non è riconducibile a un’unica strategia ma, piuttosto, si riferisce a una pluralità di strategie, dalla più semplice alla più complessa. In secondo luogo, le strategie smart beta sono rule-based, puntano cioè ad ottenere maggiori rendimenti corretti per il rischio in maniera sistematica. La differenza tra i fondi smart beta riguarda il modo in cui ciascun fondo seleziona e pondera specifici titoli o obiettivi d’investimento.
Alcune delle strategie smart beta che attirano l’attenzione sono elencate nella Tabella 1. Ognuna di queste categorie offre una diversa gamma di prodotti che va da quelli ponderati in base a un singolo fattore, come i dividendi, a quelli orientati verso molteplici fattori nell’ambito di un unico ETF.
Tabella 1: la gamma di strategie smart beta |
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Strategia smart beta |
Descrizione |
Indici ponderati in base ai fondamentali |
Le componenti sono selezionate per fornire un’ampia esposizione su un mercato azionario ma le aziende vengono ponderate in base a un fattore fondamentale, come gli utili o i dividendi aggregati, anziché in base alla capitalizzazione di mercato. |
Indici equally weighted |
Le componenti si basano su indici consolidati come lo S&P 500 ma attribuiscono ad ogni titolo la stessa ponderazione così che tutte le componenti abbiano lo stesso identico peso al ribilanciamento. |
Indici factor-based |
Le componenti sono selezionate e ponderate in base a uno o più fattori fondamentali. |
Indici low volatility |
Le componenti sono selezionate in quanto hanno mostrato una volatilità inferiore rispetto al mercato azionario nel suo complesso e/o sono ponderate in base alla propria volatilità storica. |
Alcuni investitori ritengono che le strategie smart beta abbiano performato bene solo grazie ai flussi di denaro confluiti su questa tipologia di approccio. In altre parole, l’entusiasmo degli investitori avrebbe trainato i rendimenti facendo salire le valorizzazioni. Lo riteniamo improbabile data la breve storia delle strategie
smart beta e le dimensioni relativamente ridotte degli investimenti. In realtà questo fenomeno riguarderebbe gli indici più tradizionali ponderati sulla capitalizzazione di mercato che attribuiscono un peso maggiore a un titolo nel momento in cui la quotazione di quest’ultimo sale. Ciò contrasta con la metodologia di WisdomTree che nei propri ETF pondera le società in base ai fondamentali—vale a dire secondo i dividendi liquidi annuali nell’ambito di una metodologia proprietaria chiamata Dividend Stream®2.
Crediamo infatti che i dividendi offrano il parametro più obiettivo per misurare la salute di un’azienda, il suo valore e la solidità del bilancio e, quindi, questa ponderazione è il fondamento della maggior parte dei nostri ETF europei. Inoltre, poiché i titoli detenuti dalle strategie smart beta potrebbero diventare sopravvalutati o non rappresentare più il/i fattore/i considerati, ogni anno eseguiamo un processo di ribilanciamento.
A ciascuno il suo
Infine, la trasparenza e l’informazione sono determinanti per il futuro successo degli ETF smart beta. Gli investitori devono quindi selezionare con maggiore attenzione i provider di strategie smart beta: sulla base dell’approccio, valutando ciò in cui investe, come e se integra quanto già in loro possesso e quale tipo di esposizione propone. Distinguere tra le varie offerte può senz’altro dimostrarsi impegnativo. Per individuare le vere strategie smart beta riteniamo che gli investitori dovrebbero ricercare le seguenti caratteristiche:
- Una metodologia ripetibile e rule-based che offra un’ampia esposizione, rappresentativa di un’asset class.
- Metodi di ponderazione alternativi che consentano un’ampia capacità d’investimento.
- Elevate correlazioni con benchmark accreditati.
- Un track record affidabile su base total return e risk-adjusted.
- Ribilanciamento regolare.
Fonte
1 Morningstar, al 31/07/2017.
2 Il Dividend Stream è la somma dei dividendi liquidi di tutte le costituenti dell’indice. La ponderazione di un’azienda nell’indice è definita dal suo dividendo liquido quale percentuale del Dividend Stream.