La crescita dell’India potrebbe essere la più forte fra tutte le grandi economie nei prossimi 10 anni
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Spesso si sente parlare negativamente dei cambiamenti demografici dei mercati sviluppati: il Giappone è una delle società “più vecchie” del mondo, mentre sia negli Stati Uniti che in Europa è preoccupante il numero di futuri pensionati che si prevede lasceranno la forza lavoro nei prossimi anni.
Se il gran numero di individui prossimi alla pensione solleva sicuramente questioni non trascurabili, la domanda logica da porsi è se esistano Paesi che, al contrario, hanno imboccato una tendenza diametralmente opposta, con popolazioni più giovani in procinto di entrare nel mondo del lavoro nel prossimo futuro.
Di certo questi Paesi esistono e, a nostro avviso, tra di essi è l’India a rappresentare complessivamente una delle migliori opportunità demografiche nel panorama odierno dell’economia mondiale.
L’India è un’opportunità di lungo periodo
Tuttavia, uno degli aspetti più importanti da capire è che si tratta di un’opportunità di lungo periodo. La performance nei prossimi tre, sei o dodici mesi, o durante il 2018 per coloro che preferiscono pensare in anni solari, potrebbe essere piuttosto volatile, con forti oscillazioni verso l’alto o verso il basso. Chi apprezzerà maggiormente l’India come opportunità d’investimento tenderà a posizionare una parte dei propri asset su idee con un orizzonte temporale più lungo, in una prospettiva orientata ai prossimi dieci anni.
Quantificare il potenziale di lungo periodo dell’India1:
Le argomentazioni a favore degli investimenti in India sono convincenti. Il prodotto interno lordo nominale (PIL) potrebbe crescere con tassi a doppia cifra nei dieci anni da qui al 2027. Il reddito pro-capite dei cittadini indiani potrebbe salire da 1.702 a 4.135USD – un forte incremento che imprimerebbe una decisa spinta ai consumi interni.
Nel 2014 il governo indiano ha lanciato un’iniziativa volta a promuovere l’apertura di un conto bancario per ogni famiglia, in seguito alla quale, negli ultimi tre anni, sono stati aperti circa 285 milioni di conti correnti. Inoltre, negli ultimi setti anni, è stato attuato un progetto che ha portato alla possibilità d’identificare 1,2 miliardi di cittadini indiani tramite impronte digitali o scansione della retina. In futuro ciò potrebbe facilitare i sistemi di pagamento di tipo biometrico, oltre alla creazione di profili individuali per aiutare le aziende a capire meglio le esigenze dei consumatori.
Si stima che in India siano già presenti 800 milioni di utenti mobili – un numero di poco inferiore alla popolazione totale degli Stati Uniti e dell’Europa messi assieme . Circa un terzo di questi utenti è presente su internet e si stima che entro i prossimi dieci anni l’India possa avere oltre 900 milioni di utenti unici online.
Anche la capitalizzazione dei mercati azionari indiani, trainata sia dagli utili che dall’espansione dei multipli di prezzo, potrebbe crescere con tassi a doppia cifra nei prossimi dieci anni. Da notare che stiamo parlando di una media, non ci aspettiamo certo una crescita della capitalizzazione di mercato a doppia cifra ogni anno.
L’esperienza azionaria dell’India
Uno degli aspetti più impegnativi in termini di allocazione degli investimenti riguarda la correlazione di queste forti previsioni di crescita e cifre impressionanti con gli attuali rendimenti finanziari del Paese. Come mercato, rispetto all’Indice più ampio MSCI Emerging Markets, l’India di certo non ha sempre sovraperformato. Ha invece registrato cicli sia di sovra che di sottoperformance.
Misurazione della ciclicità della performance relativa indiana rispetto all’MSCI Emerging Markets Index (dal 31 dicembre 1998 al 13 aprile 2018)
Fonte: Bloomberg. E’ calcolato il rapporto dei rendimenti cumulativi (MSCI India Index / MSCI Emerging Markets Index); di conseguenza il rialzo dei trend indica che l’India sta sovraperformando. I calcoli in tempo reale dell’Indice MSCI Emerging Markets sono iniziati il 1° gennaio del 2001, pertanto i rendimenti precedenti si basano su backtest storico.
La performance passata non è indicativa dei risultati futuri. Non è possibile investire direttamente in un indice.
Le frecce verso il basso del grafico di cui sopra mostrano i periodi in cui l’India ha sottoperformato l’Indice più ampio MSCI Emerging Markets Index. Dal 1999 si sono registrati tre di questi periodi. Il primo, dal 21 febbraio 2000 al 23 maggio 2002, è dipeso principalmente dallo scoppio della bolla tecnologica verso la fine degli anni novanta. L’MSCI India Index ha perso il 34,2% annuo, mentre l’MSCI Emerging Markets Index ha perso il 13,6% annuo. Il secondo periodo si è esteso dal 16 gennaio 2008 al 3 settembre 2013, quando l’MSCI India Index ha perso il 24,9% annuo ma l’MSCI Emerging Markets Index ha perso l’1,2% annuo. L’ultimo periodo è stato leggermente diverso, poiché i rendimenti sono stati positivi. Dall’11 gennaio 2016 al 19 marzo 2018, l’MSCI India Index è salito del 14,16% annuo; tuttavia l’MSCI Emerging Markets Index è aumentato del 29% annuo.
Le frecce verso l’alto indicano i periodi in cui l’India ha sovraperformato l’Indice più ampio MSCI Emerging Markets Index. Dal 23 maggio 2002 al 16 gennaio 2008, l’MSCI India Index ha reso il 46% annuo, mentre l’MSCI Emerging Markets Index ha reso il 26,1% annuo. Dal 3 settembre 2013 all’11 gennaio 2016, l’MSCI India Index ha reso il 15% annuo, mentre l’MSCI Emerging Markets Index è sceso dell’8,2% annuo.
Come usare i fattori per costruire un investimento azionario migliore in India
Ciò che emerge con chiarezza è che gli investimenti sul mercato azionario indiano nel passato si sono dimostrati volatili e che si sono verificati trend radicali in cui i titoli azionari indiani hanno sia sotto che sovraperformato l’universo azionario in senso più ampio dei mercati emergenti.
Di recente, le disquisizioni sui premi dei fattori azionari sono diventate preponderanti: in che misura ciò potrebbe riguardare l’India?
India: performance e rendimenti dell’Indice fattoriale rispetto all’MSCI India Index
Fonti: MSCI & Bloomberg. Il periodo dal 31 dicembre 2004 è stato selezionato per indicare il numero massimo di anni solari da illustrare. L’analisi include i rendimenti ottenuti con la metodologia del backtest. Gli indici hanno iniziato a calcolare in tempo reale nelle seguenti date: WisdomTree India Quality Index: 1° dicembre 2016; MSCI India Momentum Index: 11 dicembre 2013; MSCI India Small Cap Index: 1° giugno 2007. Se un indice non è menzionato non contiene backtest storici in questa analisi.
La performance passata non è indicativa dei risultati futuri. Non è possibile investire direttamente in un indice.
E’ sempre interessante osservare i rendimenti degli indici fattoriali sull’anno solare poiché ciò ci ricorda che probabilmente nessun fattore riuscirà a sovraperformare sempre ma che la maggior parte di essi ha generato una sovraperformance di lungo periodo. Il caso dell’India non fa eccezione, poiché i quattro indici fattoriali illustrati sopra hanno, in effetti, sovraperformato l’MSCI India Index in tutto il periodo.
E’ inoltre importante considerare i rendimenti degli indici fattoriali rispetto all’MSCI India Index. Il WisdomTree India Quality Index ha generato i rendimenti in eccesso maggiori, almeno relativamente agli altri indici, durante i periodi in cui il mercato indiano affrontava alcune difficoltà segnando rendimenti negativi. Ciò è coerente con i risultati di altri studi che abbiamo condotto e indica che mentre la “qualità” può non sovraperformare un benchmark di mercato nelle fasi di rialzo, è la capacità di scendere di meno nei periodi di ribasso che spesso genera risultati forti durante un ciclo più lungo.
Rischio medio annuo degli indici indiani
Fonti: MSCI & Bloomberg. Il periodo dal 31 dicembre 2004 è stato selezionato per indicare il numero massimo di anni solari da illustrare. L’analisi include i rendimenti ottenuti con la metodologia del backtest. Gli indici hanno iniziato a calcolare dal vivo nelle seguenti date: WisdomTree India Quality Index: 1° dicembre 2016; MSCI India Momentum Index: 11 dicembre 2013; MSCI India Small Cap Index: 1° giugno 2007. Se un indice non è menzionato non contiene backtest storici in questa analisi.
La performance passata non è indicativa dei risultati futuri. Non è possibile investire direttamente in un indice.
Esaminando i nostri dati fattoriali alcuni investitori potrebbero aver concluso che le small cap indiane offrono il potenziale maggiore. Pensiamo che, se i pronostici menzionati nei paragrafi precedenti si riveleranno corretti o almeno non lontani dalla realtà, le small cap indiane potrebbero presentare rendimenti assolutamente notevoli nel prossimo futuro. Tuttavia, la volatilità annua media dell’MSCI India Small Cap Index è di circa il 10% superiore a quella del WisdomTree India Quality Index, e questo ci ha portati a credere che un’allocazione “completa” sull’India potrebbe comportare strategie sia sulle small cap che sulla qualità.
Conclusione: non dimenticatevi dell’India nel prossimo decennio
Nei prossimi anni, i trend demografici potrebbero rappresentare uno dei driver più rilevanti sui mercati mondiali. Per coloro che intendono incorporare questo tema nella propria asset allocation sottolineiamo che l’India è un mercato importante da considerare.
1 “The Next India: India’s Digital Leap, the Multi-Trillion Dollar Opportunity.” Morgan Stanley Research Bluepaper. 26 Sept. 2017.
2 Le statistiche riguardanti la popolazione dell’Unione Europea e degli Stati Uniti sono tratte dalla pubblicazione CIA World Factbook, con dati basati sulle stime per la popolazione del luglio 2017 per ogni mercato.