L’emissione di eurobond è stata un grande successo, ma il programma di vaccinazione è un fiasco
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Mentre l’Europa è tuttora alle prese con la scarsa disponibilità delle dosi per il programma di vaccinazione di massa contro il Covid-19 e con l’impatto economico delle ampie misure di confinamento attuate in tutto il continente, la Commissione europea diffonde qualche buona notizia come il successo della prima emissione di eurobond del 2021 nell’ambito del programma SURE. Se consideriamo i due strumenti praticabili a disposizione dell’Europa per guarire la propria economia dalle cicatrici che le ha inferto il coronavirus, probabilmente parliamo del programma di acquisto per l’emergenza pandemica (PEPP) della BCE, con una dotazione di 1,85 mila miliardi di euro, e delle emissioni di eurobond previste, pari a 850 miliardi di euro, nell’ambito dello strumento di sostegno per attenuare i rischi di disoccupazione in un’emergenza (SURE) e di NextGenerationEU.
L'obiettivo del PEPP è contribuire ad assicurare condizioni finanziarie favorevoli, mentre i programmi di obbligazioni dell’UE aiuteranno i suoi Stati membri a risanare le rispettive economie ottenendo prestiti a tassi preferenziali per finanziare i loro piani per la ripresa. In questo articolo analizzeremo i dettagli dell’ultima emissione di eurobond nell’ambito del programma SURE e il modo in cui il programma di allentamento monetario della BCE e la nuova emissione di obbligazioni dell’UE potrebbero eventualmente intrecciarsi per contribuire ad agevolare una ripresa economica sostenibile in Europa.
Secondo il comunicato stampa della Commissione europea, il 26 gennaio 2021 l’UE ha emesso un'obbligazione sociale per 14 miliardi di euro, ripartita in due tranche e con due scadenze distinte: una nuova linea di bond da 10 miliardi di euro con scadenza a giugno 2028 e la riapertura (per 4 miliardi di euro) della linea obbligazionaria con scadenza a novembre 2050. Si è trattato della prima emissione del 2021 e della quarta operazione dell’UE prevista dal programma di sostegno per attenuare i rischi di disoccupazione in un’emergenza (SURE). Prima emissione di eurobond del 2021:
- L’obbligazione a 7 anni è stata prezzata a 16 punti base in meno rispetto al mid-swap, il che equivale a 20,0 punti base al di sopra del Bund con cedola dello 0,5% e scadenza prevista per il 15 febbraio 2028.
- La riapertura dell’obbligazione a 30 anni è stata prezzata a 5 punti base in più rispetto al mid-swap, il che equivale a 25,2 punti base al di sopra del Bund a zero coupon con scadenza prevista per il 15 agosto 2050.
Si è rilevato che la domanda da parte degli investitori è stata riconfermata dagli 829 ordini pervenuti per entrambe le scadenze e gli investitori ESG hanno dimostrato un considerevole interesse nei confronti di entrambe le tranche. Gli eurobond del programma SURE rientrano nel quadro delle obbligazioni sociali e sono considerati bond sostenibili.
Il PEPP è più flessibile dell’allentamento monetario precedente
La BCE è stata a lungo giudicata in base alla sua capacità di realizzare i suoi programmi di allentamento monetario per via delle limitazioni cui sono soggetti gli acquisti di debito pubblico costituito da titoli sovrani, condotti in base allo schema di sottoscrizione del capitale per l’eurosistema delle banche centrali nazionali. Lo schema di sottoscrizione fornisce indicazioni sul tasso dei bond di ciascun governo dell’Eurozona che la BCE può acquistare. Data la situazione economica straordinaria causata dalla pandemia, al nuovo PEPP avviato nel marzo 2020 è stata attribuita la flessibilità per ignorare lo schema di sottoscrizione, qualora ciò sia necessario per favorire la trasmissione regolare della politica monetaria1. In ultima analisi, una maggiore flessibilità implica che il PEPP possa orientare i propri acquisti di titoli di Stato europei e bond sovranazionali necessari per evitare che le condizioni di finanziamento si inaspriscano, aspetto che potrebbe incidere negativamente sull’inflazione.
Se si considerano gli acquisti netti cumulativi per paese previsti dal programma PEPP, la Germania continua a dominare la scena, tallonata dalla Francia. Fra i titoli sovrani europei, benché i Paesi Bassi siano il secondo maggiore emittente con rating AAA in relazione al debito sovrano in essere, è interessante notare che gli acquisti cumulativi di titoli sovranazionali hanno superato quelli dei Paesi Bassi alla fine di novembre 2020. Lo spazio sovranazionale include vari titoli europei dal rating elevato, ma le dimensioni ridotte di questo mercato, stimate in circa 800 miliardi di euro,2 hanno posto un limite superiore immaginario agli acquisti potenziali di questi bond da parte della BCE.
Grafico 1: ripartizione bimestrale di titoli del settore pubblico nell’ambito del PEPP1
* I dati relativi agli acquisti netti cumulativi rappresentano la differenza tra il costo di acquisizione di tutte le operazioni di acquisto e gli importi nominali rimborsati.
** Durata media ponderata residua (WAM - weighted average maturity) espressa in anni.
Note: i dati potrebbero non coincidere con il totale a causa degli arrotondamenti. I dati sono preliminari e sono suscettibili di revisione. I volumi di acquisto sono riportati sulla base dei regolamenti effettuati e al netto dei rimborsi.
Fonte: sito web della Banca centrale europea. https://www.ecb.europa.eu/mopo/implement/pepp/html/index.en.html
È interessante osservare che lo spazio sovranazionale in euro è destinato a crescere sensibilmente nell’ambito di due nuovi programmi con una dotazione complessiva di circa 850 miliardi di euro che verrà finanziata dalle obbligazioni dell’UE. Il programma SURE è già operativo e attualmente è giunto alla quarta emissione di eurobond, mentre NextGenerationEU è in attesa dell’approvazione definitiva degli Stati membri dell’UE.3
- SURE: approvato il 19 maggio 2020, lo strumento di sostegno per attenuare i rischi di disoccupazione in un’emergenza (SURE) ha l’obiettivo di contribuire a mitigare tali rischi per gli Stati membri dell'UE attraverso l’erogazione di prestiti fino a un massimo complessivo di 100 miliardi di euro. L’emissione di eurobond rientra nel quadro delle obbligazioni sociali.
- NextGenerationEU: con una dotazione di 750 miliardi di euro, è una nuova ed enorme fonte di finanziamento per contribuire a porre rimedio ai danni economici e sociali immediati che la pandemia di coronavirus ha causato. L’obiettivo è rendere l’Europa più ecologica, più digitale, più resiliente e maggiormente reattiva nei confronti delle sfide attuali e future.
Contestualmente, grazie alla nuova emissione prevista, l’UE diverrà il secondo maggiore emittente con rating AAA e il primo emittente sovranazionale in euro. Finora i nuovi eurobond emessi nell’ambito del programma SURE hanno attratto una domanda molto consistente da parte degli investitori sui mercati primari:3 l'ottimo riscontro presso gli investitori è un segnale positivo, considerando l’ambizione dell’UE di aumentare il proprio debito in essere di circa 17 volte rispetto al livello precedente alla pandemia di Covid-19. Gli eurobond potrebbero costituire un altro strumento liquido e dal rating elevato, in grado di rappresentare una quota più ampia degli acquisti di attività della BCE nel quadro dei suoi programmi di allentamento monetario. Benché l’offerta di obbligazioni dell’UE sia destinata a crescere, la domanda di questi titoli da parte degli investitori appare sostenuta ed è probabile che la BCE non rimarrà troppo indietro su questo terreno.
Con il 2021 che è già iniziato col piede sbagliato, dal momento che il programma di vaccinazione di massa è alle prese con grandi ritardi nella distribuzione delle dosi, la BCE e l’UE avranno bisogno di tutti gli strumenti possibili per far ripartire un'economia ancora caratterizzata da bassi livelli di inflazione e da prospettive di crescita incerte nella prima metà del 2021.
Fonti
1 sito web della Banca centrale europea: https://www.ecb.europa.eu/mopo/implement/pepp/html/index.en.html. Come osservato nella “decisione 2020/440” della BCE.
3 Sito web della Commissione europea al 18 gennaio 2021. Commissione europea - Presentazione agli investitori dell’Unione europea, gennaio 2021.
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