Il dilemma delle emissioni di carbonio delle batterie
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Sin dal loro sviluppo all'inizio degli anni '90, le batterie ricaricabili agli ioni di litio sono diventate parte integrante della nostra quotidianità, componenti essenziali per alimentare smartphone e notebook. Oggi sono essenziali per l'elettrificazione del settore dei trasporti, da quelli su strada a quelli sulle vie d'acqua Hanno anche suscitato notevole interesse come dispositivi di supporto nella rete elettrica mondiale, in quanto le principali fonti di energia rinnovabili, come il vento e il sole, non sono continue. Le batterie agli ioni di litio sono un fattore chiave di un futuro basato su basse emissioni di carbonio.
Ma le batterie agli ioni di litio pongono sfide a loro volta riguardo all'aspetto della sostenibilità. I veicoli elettrici (EV) costituiscono il principale mercato per questo tipo di batterie. I veicoli elettrici a batteria (BEV) generano in media nel loro ciclo di vita emissioni di gas a effetto serra notevolmente inferiori rispetto alle vetture a benzina, tuttavia la produzione di una tipica auto elettrica è responsabile di livelli di emissioni molto più elevati a causa della batteria.
Per risolvere la questione occorre comprendere a fondo il problema, ma il calcolo dell'impronta del carbonio delle batterie può rivelarsi alquanto impegnativo. Attualmente il settore delle batterie manca di trasparenza, a causa dell'assenza di prassi obbligatorie riguardo alla comunicazione delle specifiche tecniche e della pubblicazione dei dati di emissione. A ciò si aggiunga il fatto che la catena di valore degli ioni di litio è complessa. Oggi una tipica cella agli ioni di litio è costituita da oltre 20 diversi tipi di materiali che provengono da ogni angolo del mondo. Sull'impronta di ogni componente incide tutta una serie di fattori. La fonte di energia, l'estrazione delle materie prime e i metodi di lavorazione, nonché la sintesi dei materiali, possono variare ampiamente in termini di impronta di carbonio.
Inoltre, l'ampia gamma di sostanze chimiche presenti nelle batterie agli ioni di litio rende più complicato il tracciamento dell'impronta di carbonio. Nei catodi delle moderne batterie sono presenti almeno sette diversi tipi di sostanze chimiche, la cui composizione e le cui prestazioni in ogni categoria sono molto eterogenee tra le varie aziende, con la conseguenza di livelli diversi di emissioni di carbonio. L'industria deve anche prestare molta più attenzione alla valutazione dell'impronta di carbonio correlata al riciclaggio delle batterie.
Il "passaporto delle batterie" può essere una soluzione?
Mondo politico, esperti dell'industria e ricercatori devono affrontare questi problemi e limitare le conseguenze indesiderate riconducibili alla produzione delle batterie agli ioni di litio. Il passaporto delle batterie, un concetto lanciato dalla Global Battery Alliance nel gennaio 2020, è ritenuto una soluzione incoraggiante per rendere le batterie più sostenibili.
Il passaporto delle batterie è una rappresentazione digitale di una batteria che raccoglie le informazioni e i dati su materiali e componenti della batteria stessa, nonché tutti i requisiti pertinenti dei fattori ambientali, sociali e di governance (ESG). Affidandosi a strumenti di tecnologia digitale, tra cui la verifica e la tracciabilità dei dati, ogni passaporto della batteria fungerà da identità digitale che collega la batteria e i componenti fondamentali a Internet, in modo da consentirne la gestione su una piattaforma digitale.
Il passaporto delle batterie potrebbe svolgere un ruolo attivo nella gestione delle emissioni di carbonio lungo l'intera catena di valore delle batterie agli ioni di litio. Con la pubblicazione dei dati delle emissioni, la piattaforma dedicata al passaporto delle batterie fornirebbe a tutte le parti interessate informazioni trasparenti sulle emissioni dei gas serra lungo la catena di valore. Questo creerebbe anche un quadro per un'analisi comparativa tra attori grazie a un chiaro confronto tra batterie, definendo così una serie di norme minime accettabili per un settore delle batterie sostenibile e responsabile.
Altri dettagli sulle batterie registrati sulla piattaforma, quali le sostanze chimiche presenti, il contenuto riciclato e le fonti delle materie prime, garantiranno il recupero circolare dei materiali delle batterie e forniranno la prova della conformità alle normative ambientali nonché del rispetto dei diritti umani e dei principi relativi al lavoro minorile e all'anticorruzione. Sul lungo periodo, il passaporto delle batterie potrebbe diventare una sorta di "marchio di qualità" che dimostra la sostenibilità e responsabilità delle batterie su una piattaforma globale.
La Global Battery Alliance ha in programma di introdurre un passaporto delle batterie con piene funzionalità nel 2022. La sua efficacia, tuttavia, resta ancora da dimostrare. La Cina, paese pioniere nel settore delle batterie, ha lanciato nel 2018 una piattaforma di tracciamento delle fonti delle batterie che ricalca i principi del passaporto proposto dalla GBA. Nel 2019 solo l'8% degli utenti della piattaforma ha fornito le informazioni ritenute utili ai fini dell'elaborazione di una politica in materia. Basandosi sulla trasparenza, la riuscita del passaporto delle batterie potrebbe dipendere fortemente dall'affidabilità dei dati e delle informazioni forniti dai partecipanti della catena di valore.
Davvero sostenibile
Incentivi finanziari e imposte introdotti dai governi incoraggiano i clienti nel mondo a passare ai veicoli elettrici a basse emissioni di carbonio. I dati della sostenibilità dei veicoli elettrici saranno oggetto di analisi da parte della concorrenza e dovranno migliorare per soddisfare le aspettative degli acquirenti. La buona notizia è che il settore delle batterie è ancora agli albori e che governi, investitori, produttori e consumatori possono essere attori fondamentali nel plasmare il futuro.
Le batterie sono un fattore essenziale nel cammino verso un mondo a basse emissioni di carbonio e resiliente al clima. È responsabilità di ognuno assicurare che siano davvero pulite e sostenibili.
Questo articolo è stato redatto da Kevin Shang.
Kevin Shang è analista di ricerca presso la sede di Londra di Wood Mackenzie, impegnato nello studio di materiali precursori e catodi, tecnologia delle batterie e catena di fornitura. Le sue ricerche e analisi sono spesso riportate in varie testate della stampa, tra cui il Financial Times. Kevin partecipa regolarmente in qualità di relatore ai convegni internazionali sulle batterie. Ha completato il suo PhD presso il Department of Materials dell'Università di Manchester (Regno Unito) nel 2017.
Nonostante l’utilizzo della prima persona plurale, le opinioni espresse in questo post sono quelle di Wood Mackenzie e non rispecchiano necessariamente quelle di WisdomTree Europe.
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