Le commodity della transizione energetica: cavalcare l'onda delle nuove determinanti della domanda
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Uno degli effetti dell'accordo di Parigi è stato quello di privilegiare nuovi obiettivi sociali nell'ambito del funzionamento del sistema energetico e dell'economia globale promossi dall'accordo; questi obiettivi si possono sintetizzare con l'esigenza di migliorare l'accesso all'energia, riducendo nel contempo gli impatti ambientali derivanti dalla produzione e dal consumo energetici. Nello specifico, si stima che entro il 2050 l'economia globale dovrà soddisfare le esigenze di 10 miliardi di persone (il 25% in più rispetto ai quasi 8 miliardi attuali), diminuendo nello stesso periodo le emissioni nette di gas a effetto serra del 100%. Wood Mackenzie (WM) ha elaborato scenari distinti in merito all'esito del perseguimento di questi obiettivi (cfr. la figura 1).
Fonte: Wood Mackenzie, 2022
Le previsioni non sono indicative dei risultati futuri e qualsiasi investimento è soggetto a rischi e incertezze.
L'entità della sfida è gigantesca; ugualmente grandi sono i mezzi con cui di risposta su scala globale all'esigenza di maggiore energia e di riduzione delle emissioni: veicoli elettrici (EV), stoccaggio di energia, ricarica, cavi di distribuzione e trasmissione dell'elettricità, produzione di energia solare ed eolica, idrogeno lungo la catena del valore energetico; osserviamo tendenze normative, tecnologiche e di mercato che nei prossimi 3 anni richiederanno una domanda senza precedenti di alcune materie prime estratte (cfr. la tabella 1).
Tabella 1. Applicazioni e commodity della transizione energetica
Una transizione più lenta, come quella spiegata nel nostro percorso ETO di WM, in cui la volontà e la capacità di rielaborare il nostro sistema energetico variano a seconda dei mercati, comporta vantaggi per tutto il comparto delle commodity estratte. Limitare gli aumenti della temperatura globale al di sotto dei 2° C per mezzo di una transizione accelerata richiede una rivoluzione meno probabile e dalle conseguenze più pesanti per il nostro sistema energetico. La conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP26) del 2021 ha confermato l'impegno della comunità internazionale nei confronti di questo traguardo, e portare a termine questa ricostruzione sarebbe particolarmente innovativo per i metalli, che sono i capisaldi della transizione (cfr. la figura 2).
Fonte: Wood Mackenzie, 2022.
Le previsioni non sono indicative dei risultati futuri e qualsiasi investimento è soggetto a rischi e incertezze.
La proiezione attuale relativa alla crescita dell'offerta non basta però a soddisfare le esigenze tecnologiche. La scarsità strutturale risultante determinerebbe in genere un aumento dei prezzi, dal momento che i produttori sono in competizione per assicurarsi le materie prime. La domanda è: quale livello dei prezzi sarà sufficiente per incentivare la capacità dei metalli necessaria?
Nonostante l’utilizzo della prima persona plurale, le opinioni espresse in questo post sono quelle di Wood Mackenzie e non rispecchiano necessariamente quelle di WisdomTree Europe.
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