Il richiamo ingannevole dell’oro esclusivamente riciclato
Per noi l’oro, con le sue caratteristiche comportamentali uniche, rappresenta un elemento costitutivo importante di cui tenere conto per qualsiasi portafoglio. Il suo prezzo può avere un comportamento difensivo, che in genere risulta molto vantaggioso in tempi di shock economici, oltre a reagire tendenzialmente bene all’inflazione, cosa che può rivelarsi positiva in tempi di crescita economica. Come avviene per tutti i componenti fondamentali di un portafoglio, dobbiamo tenere conto del suo approvvigionamento responsabile e dei suoi fattori ambientali, sociali e in materia di governance (ESG).
L’ESG è complesso e multidimensionale
Per materie prime come l’oro, spesso non è chiaro cosa comportino effettivamente i criteri ESG poiché l’idea di estrarre, raffinare e infine conservare la materia prima può avere un grave impatto sull’ambiente e sulle comunità locali: il miglioramento degli standard ambientali può avvenire a scapito di quelli sociali (e viceversa) e ogni investitore/consumatore ha probabilmente una visione leggermente diversa in merito all’ESG. In un articolo precedente abbiamo discusso il concetto di approvvigionamento responsabile e gli standard sviluppati dalla London Bullion Metals Association (LBMA)1.
Puntare esclusivamente sull’oro riciclato equivale a seguire una falsa pista
Alcuni operatori del mercato promuovono l’oro riciclato come se fosse il Sacro Graal dei metalli conformi ai criteri ESG. L'oro è infatti riciclabile all’infinito e, poiché la maggior parte di quello già estratto si può spostare con facilità, presenta i tassi di riciclo più elevati rispetto a qualsiasi altro metallo. Da quando è stato scoperto, solo il 2% di tutto l’oro estratto non è contabilizzato2, poiché è stato scartato o è andato perso. L’oro è semplicemente troppo costoso per essere gettato via, favorendo così alti tassi di riciclo.
Secondo il World Gold Council, sono state estratte 205.238 tonnellate d’oro nel corso della storia fino al 2021 (di cui circa due terzi dal 1950)3. Poiché l’oro è riciclabile all’infinito, questo significa che tale quantitativo è quasi tutto ancora in circolazione, in una forma o nell’altra, e che le scorte di oro già estratto e lavorato rappresentano quasi 60 anni di produzione mineraria annua corrente. Sapendo che la maggior parte di quest’oro (85%)4 si può riciclare molto facilmente perché si trova nelle mani di persone e banche centrali ed è in una forma ad alto grado (oro da investimento di proprietà privata: 45.456 tonnellate, gioielli: 94.494 tonnellate, banca centrale: 34.592 tonnellate), ne consegue che l’oro estratto ex novo ogni anno (3.560,7 tonnellate nel 2021) rappresenta poco più del 2% di tali scorte d’oro facilmente acquistabile o riciclabile “quasi alle condizioni di mercato”.
Non solo quasi tutto l’oro viene già riciclato, ma lo è pure la stragrande maggioranza di quello lavorato dalle raffinerie Good Delivery della LBMA5. Tutto l’oro sul relativo mercato OTC (e quindi i lingotti che garantiscono gli ETP sull’oro) è “Good Delivery” approvato dalla LBMA, ragion per cui il lingotto medio LBMA dovrebbe già presentare un alto contenuto riciclato.
Poiché i dati summenzionati indicano che è quasi impossibile aumentare in misura significativa il volume dell’oro riciclato, è probabile che la scelta di una strategia basata esclusivamente sul riciclato per migliorare la conformità all’ESG di un lingotto d’oro avrà un impatto nullo sul mercato e sull’ambiente, salvo trattarsi di una conveniente operazione di facciata per chi vuole apparire rispettoso delle regole. A livello microeconomico, il lingotto potrebbe avere un’impronta di carbonio modesta, se si considerano solo le emissioni nelle aree da mid a downstream, ma l’intero ciclo di vita del lingotto (comprendente l’estrazione del materiale originale) produrrebbe maggiori emissioni di gas serra. Chi volesse cambiare le pratiche industriali nell’industria aurifera dovrebbe rivolgere i suoi sforzi altrove.
Se si ignora l’oro nuovo, si ridurranno probabilmente gli standard ESG in generale
Non si può soddisfare tutta la domanda di oro attraverso il riciclo. Senza la pressione dei consumatori e degli investitori né una supervisione adeguata delle aziende estrattive e delle raffinerie, è improbabile che l’oro di nuova produzione possa migliorare i parametri ESG; crediamo che l’unico modo per giovare agli standard etici e ambientali nella catena di valore dell’oro consista nell’affrontare ogni problema alla fonte e garantire che tutto l’oro nuovo introdotto nel sistema sia conforme agli standard ESG più elevati possibile (e compensare tutti gli altri effetti avversi). Pensiamo che gli investitori possano esercitare la loro influenza sull’oro di nuova estrazione; se invece si limitano ad acquistare soltanto oro riciclato ignorando il resto del mercato, la loro influenza sarà nulla.
Un riciclo eccessivo potrebbe determinare rischi relativi alla provenienza e alla catena di custodia
Non solo l’oro esclusivamente riciclato ha un impatto modesto sull’ambiente, ma potrebbe di fatto anche incoraggiare una compravendita eccessiva (churning) di questo metallo. Ciò comporta il rischio che venga introdotto nel processo di riciclo oro proveniente da fonti discutibili. Benché la LMBA e il Responsible Jewellery Council (RJC) incoraggino i processi efficaci a escludere l’oro proveniente da tali fonti, non tutto l’oro è soggetto alla loro supervisione6. Per esempio la catena di custodia potrebbe perdersi dopo vari ricicli e cominciare a insinuarsi nel processo “legittimo”.
I dati di Metals Focus mostrano che la fonte principale di materiale riciclato è costituita da rottami e scarti (che rappresentano il 28% dell’offerta d’oro complessiva nel periodo 2010-2021)7. Per rottami e scarti si intende tutto l’oro utilizzato nei gioielli, nell’elettronica, in odontotecnica, nelle applicazioni decorative e per varie destinazioni industriali e mediche. I lingotti (coniati o colati) non possono mai entrare a far parte dei rottami, poiché per definizione sono rimasti sotto forma di barre e non sono mai diventati un prodotto fabbricato. I rottami lavorati, ossia il materiale che fa parte dei flussi circolari tra una raffineria e un produttore8, di norma non rientrano nelle statistiche sul riciclo. La linea che distingue i rottami lavorati dai rottami e scarti può essere poco chiara. Secondo l’Alliance for Responsible Mines, gli standard principali adottati dal settore orafo includono i rottami di fabbricazione tra i materiali ammissibili al riciclo dell’oro (benché non sia chiaro se si tratti dello standard applicato dai membri dell’RJC). L’Alliance for Responsible Mines afferma inoltre che alcune produzioni, specialmente nel segmento lusso, possono generare più del 50% di rottami. Ciò aumenta il rischio che dell’oro estratto di recente possa essere introdotto fra i prodotti riciclati poche settimane dopo la sua estrazione9.
Conclusioni
In sintesi, pensiamo che il miglior modo di prendere in considerazione i criteri ESG per i prodotti di investimento garantiti da metalli preziosi fisici consista nell’affrontare la questione alla fonte e garantire che il prodotto massimizzi e mitighi tutti gli effetti avversi, dall’approvvigionamento/estrazione iniziale lungo tutta la catena di valore. Incentivando la catena di produzione a ridurre al minimo e compensare tali effetti e ad ottimizzare l’impronta di carbonio, gli investitori possono avere un impatto effettivo sull’oro circolante.
Fonti
2 Secondo l’ Alliance for Responsible Mining
3 https://www.gold.org/goldhub/data/how-much-gold
4 Partendo dal presupposto che tutti i gioielli, i lingotti (compresi quelli in ETP), le monete e le riserve delle banche centrali siano facili da spostare.
5 Il 55% secondo l’articolo scritto da Sakhila M. Mirza, Executive Board Director e General Counsel, London Bullion Market Association (LBMA) nella Singapore Bullion Market Association.
6 Abbiamo mappato la catena di approvvigionamento dell’oro e la relativa supervisione qui:: https://www.wisdomtree.eu/en-gb/strategies/responsible-gold/gold-infographic
7 Spotlight On Gold Recycling, redatto da Metals Focus per LBMA, aprile 2022. La sua definizione di rottami esclude i lingotti (a differenza della LMBA)
8 Per esempio i fogli d’oro da trasformare in monete, con gli scarti attorno al cerchio forgiato. L'oro in sovrappiù non viene mai lavorato, ma torna in raffineria.
9 https://www.responsiblemines.org/en/2019/10/is-recycled-gold-an-ethical-choice/
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