Gli ETF tematici hanno una sovrapposizione eccessiva con indici consolidati?
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Da una nostra recente indagine è emerso che il 31% degli investitori professionali europei afferma di non effettuare allocazioni su ETF tematici per via della sovrapposizione eccessiva con allocazioni di portafoglio esistenti1. In questo articolo esamineremo il motivo per cui ciò non è sempre vero e l’importanza di controllare sempre le varie componenti che si trovano “sotto il cofano”.
Il punto di forza degli exchange-traded fund (EFT) è il fatto di rappresentare una gamma più vasta di strumenti cui gli investitori possono ricorrere per gestire i rischi che intendono assumere nell’ambito dei loro portafogli. Gli ETF tematici sono semplicemente un sottoinsieme del più ampio universo degli ETF.
Siamo convinti che il loro valore ultimo, siano essi tematici o di altro genere, derivi dalla facilità con cui si possono utilizzare per realizzare gli obiettivi del portafoglio.
Elaborazione di una strategia tematica: il caso di studio di WisdomTree sull’intelligenza artificiale
Sul finire del 2018 WisdomTree valutava la sua prima incursione nel campo delle strategie tematiche. L’intelligenza artificiale (IA) sarebbe stata l’oggetto della prima offerta.
Durante la costruzione dell'esposizione ci siamo accorti di quello che, a nostro avviso, è uno dei classici dilemmi che si presentano quando si sviluppa un investimento di questo tipo.
Non occorre analizzare troppo in profondità aziende come Amazon, Alphabet, Microsoft e Apple per capire che l’intelligenza artificiale è importante; queste società contribuiscono molto alla ricerca e allo sviluppo in tale ambito, oltre a disporre in genere di piattaforme massicce di utenti. Quando si hanno basi di utenti così ampie (in alcuni casi nell’ordine di miliardi), ogni iniziativa adottata o qualsiasi offerta proposta diventa immediatamente significativa a livello planetario, una caratteristica che non molte aziende hanno avuto nella storia mondiale.
Tuttavia, queste società sono tendenzialmente fra le più rappresentate nei benchmark più accreditati, indipendentemente dal fatto che si consideri il Nasdaq 100 Index, orientandosi verso l’ambito tecnologico, o si consideri l’MSCI ACWI Index, concentrandosi su un contesto più globale. Anche se avessimo una proposta entusiasmante in tema di IA in cui sono coinvolte Amazon, Alphabet, Microsoft e Apple, e anche se tutti la apprezzassero, molti non avrebbero nemmeno bisogno del nostro “nuovo fondo” per approfittarne. Senza neppure ascoltare la proposta, l’esposizione ce l’hanno già!
La figura 1 mostra come WisdomTree abbia affrontato questa sfida nel contesto del Nasdaq CTA Artificial Intelligence Index. Benché non sia l’unica soluzione, si tratta di un esempio notevole.
Definizione del problema: alcune tra le principali società al mondo (Amazon, Apple, Microsoft e Alphabet) sono molto attive nello spazio dell’intelligenza artificiale e potrebbero ragionevolmente contribuire ad un'esposizione simile a un megatrend. Tuttavia, se gli investitori si sono esposti sui titoli azionari, è molto probabile che abbiano già esposizione a queste società, indipendentemente dal fatto che si interessino o meno all’IA.
L'approccio di WisdomTree alla mitigazione: nel contesto del Nasdaq CTA Artificial Intelligence Index, le società sono suddivise in 3 gruppi distinti, ossia engager, enabler ed enhancer. Gli engager sono quelle società per cui l’IA rappresenta l’elemento centrale chiaramente predominante e, quando vendono un prodotto o un servizio ai clienti, diffondono l’intelligenza artificiale. Queste società costituiranno il 50% dell’esposizione complessiva. Gli enabler sono società che sviluppano l’hardware per l’IA, composto per lo più da semiconduttori, e rappresentano il 40% dell’esposizione complessiva. Gli enhancer sono società che possono essere molto grandi e molto importanti, ma svolgono numerose attività che potrebbero benissimo includere l’IA; rappresenteranno complessivamente una ponderazione appena del 10%.
Classificando Amazon, Apple, Alphabet e Microsoft tra le società “enhancer”, la ponderazione viene dunque ridotta e gli investitori non si ritroveranno alle prese con un elenco delle prime dieci partecipazioni, simile agli indici benchmark globali.
Figura 1: Ripartizione delle esposizioni per evitare di attribuire una ponderazione eccessiva alle maggiori società mondiali
Fonte: WisdomTree, CTA, Nasdaq. I rendimenti complessivi dei titoli azionari sono indicati in USD e riguardano il periodo tra due ribilanciamenti (dal 17 settembre 2021 al 18 marzo 2022). Se alcune società sono state quotate in borsa dopo il 17 settembre 2021, il loro rendimento viene calcolato a partire dal giorno della loro IPO o della loro quotazione diretta. Le società fanno parte del NASDAQ CTA Artificial Intelligence Index. Le ponderazioni sono ipoteticamente eque e calcolate in base al numero di titoli azionari nell'ambito di ciascuna categoria e alla ponderazione del portafoglio assegnata a tale categoria, supponendo di attribuire il 50% alle società engager, il 40% alle enabler e il 10% alle enhancer.
Non si può investire direttamente in un indice.
La prestazione storica non è un'indicazione della prestazione futura e qualsiasi investimento può perdere di valore.
Conclusione: verificate sempre la sovrapposizione
Se gli investitori dovessero ricordare una sola frase dopo aver letto questo articolo, la frase dovrebbe essere questa: verificate sempre la sovrapposizione.
Ciò che intendiamo, nello specifico, è riconoscere che ogni portafoglio presenta esposizioni ai principali benchmark; gli investitori devono essere in grado di riconoscerli e poi confrontare con tali benchmark qualsiasi nuovo investimento tematico o di altro genere.
Nella figura 2 possiamo considerare un esempio ipotetico in cui un investitore ha ottenuto un’ampia esposizione a società tecnologiche a grande capitalizzazione di mercato, per lo più statunitensi. È opportuno includere una strategia basata principalmente sul cloud computing?
La sovrapposizione potrebbe essere un parametro utile per valutare questa decisione. Sappiamo che i maggiori fornitori di cloud pubblico (Amazon Web Services, Microsoft Azure e Google Cloud) fanno parte di alcune delle maggiori società al mondo e sono già rappresentate nell’S&P 500, nel Nasdaq 100 e in altri benchmark di spicco.
Un’esposizione al cloud computing richiede però esposizione a questi segmenti del mercato?
La nostra risposta effettiva è: dipende. Nella figura 2 mostriamo la sovrapposizione tra il BVP Nasdaq Emerging Cloud Index che, concentradosi sul “cloud emergente”, non include un’esposizione ad alcuna delle maggiori società del mondo che incorporano i grandi fornitori di cloud pubblico. Altre strategie cloud potrebbero comprendere invece queste aziende. Quello che intendiamo fare non è dire “questo è giusto” e “questo è sbagliato”, bensì affermare semplicemente che molti investitori hanno già acquisito esposizione ai maggiori fornitori mondiali di cloud pubblico senza dover puntare su un investimento nel cloud.
Figura 2: Il cloud emergente non coincide con i maggiori operatori del cloud pubblico
Fonte: WisdomTree, Nasdaq, FactSet, MSCI, S&P Global. Dati aggiornati al 31 maggio 2022. EMCLOUD è il BVP Nasdaq Emerging Cloud Index. La sovrapposizione dei titoli comuni è la somma di tutte le ponderazioni sovrapposte all'EMCLOUD nell’ambito di un determinato indice. La ponderazione sovrapposta è la ponderazione minima di un titolo detenuto sia nell'EMCLOUD che in un determinato indice.
Non si può investire direttamente in un indice.
La prestazione storica non è un'indicazione della prestazione futura e qualsiasi investimento può perdere di valore.
In sostanza, più sono numerosi gli strumenti per gestire i portafogli, più è complicato capire come interagiscano tutti; speriamo che questo breve articolo fornisca qualche spunto di riflessione in proposito.
Fonti
1 Pan European Professional Investor Survey, settembre 2022, 600 intervistati, a cura di Core Data Research
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