Strategie tematiche “passive” possono davvero offrire una selezione esperta di titoli azionari? Certo.
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In occasione di una nostra indagine recente, il 39% degli investitori professionali europei ha affermato di non credere che le strategie passive offrano la necessaria selezione esperta di azioni, prediligendo perciò strategie tematiche gestite attivamente1. La prima cosa da osservare è che non tutte le strategie degli exchange-traded fund (ETF) tematici sono uguali. La seconda è che alcuni indici sono in realtà sviluppati in massima parte da esperti con un approccio che può apparire molto simile alla selezione di titoli “attiva” che gli investitori conoscono bene. Questo è difatti l’approccio basato sulla competenza che WisdomTree adotta con la propria gamma tematica di ETF.
In ambito tematico non esistono selezioni facili
Alcuni dei maggiori veicoli d’investimento al mondo replicano indici passivi: nel caso in cui un investitore scelga un ETF che replica l’FTSE 100 o l’Euro STOXX 50, se c’è dimestichezza con l’indice c’è automaticamente dimestichezza anche con la strategia. Questi ETF di tipo “beta” sono stati tendenzialmente diffusi per primi e, durante le fasi fortemente rialziste dell’azionario successive alla crisi finanziaria globale del 2008-2009, hanno reso un ottimo servizio agli investitori.
È possibile però scegliere le tematiche in modo così semplice, limitandosi fondamentalmente a scegliere “l’argomento” in base al nome della strategia e a non fare nient’altro?
Diremmo inequivocabilmente di... no! Tuttavia, prima di pensare alla scelta del tema, probabilmente dovremmo fare un passo indietro per valutare il contesto e considerare la crescita delle strategie degli ETF tematici.
L’inerzia è importante ovunque, soprattutto nell’investimento
Nella fase iniziale della gestione degli investimenti si concentra molta attenzione per stabilire come sia possibile “vincere” se si ha l’idea giusta o, per lo meno, un’idea che sia migliore di quella della concorrenza. Con l’esperienza ci si rende conto che, spesso, la cosa migliore che si possa fare è “muoversi per primi”. Ci sono esempi in cui i principali fondi nell’ambito di determinate categorie sono proprio quelli che hanno anticipato gli altri sul mercato.
A tal fine, nel panorama europeo delle strategie tematiche si può vedere chiaramente, come mostra la figura 1, che i fondi aperti sono arrivati per primi e adesso hanno il vantaggio di esistere semplicemente come opzioni praticabili da circa 20 anni. Oltre a ciò, per gran parte di quel periodo ventennale, gli investimenti di tipo “growth” sono stati nettamente privilegiati rispetto a quelli di tipo “value”.
Ciò che troviamo interessante nella figura 1 è che negli ultimi tempi è aumentato rapidamente il ricorso agli exchange-traded fund nell’ambito delle tematiche. Questo vuol dire che presto gli ETF eguaglieranno gli attivi in gestione dei fondi aperti? Probabilmente no: potrebbe passare qualche anno prima che ciò accada, se davvero accadrà; tuttavia, circolano da più parti alcune idee sui motivi per cui alcuni investitori stanno compiendo questa transizione:
- spesso gli ETF tematici consentono all’investitore di concentrarsi su un solo argomento tematico;
- gli ETF permettono all’investitore di vedere ogni giorno le partecipazioni sottostanti;
- possono richiedere commissioni inferiori rispetto alle strategie gestite attivamente.
In base alla composizione del resto del portafoglio di un investitore e a come questi preferisca gestirlo, disporre del kit di strumenti e della possibilità di utilizzare una gamma di ETF può risultare utile in confronto ad un unico approccio attivo.
Figura 1: I fondi aperti sono disponibili da circa 20 anni
Fonte: WisdomTree, Morningstar, Bloomberg, dal 31 dicembre 1999 al 31 agosto 2022.
L’elenco dei fondi comuni aperti e degli ETF con sede in Europa è stato compilato da WisdomTree nell’ambito della sua classificazione tematica.
La prestazione storica non è un'indicazione della prestazione futura e qualsiasi investimento può perdere di valore..
Torniamo ora alla selezione del tema, che si sposa bene con una delle idee di cui sentiamo parlare gli investitori: “spesso gli ETF tematici consentono all’investitore di concentrarsi su un solo argomento tematico”.
La figura 2 mostra 36 temi sottostanti. Ogni punto rappresenta una strategia che sta cercando di generare rendimenti con un investimento nell’ambito di un tema. Una maggiore dispersione verticale dei punti ci indica che, nell’ambito dello stesso gruppo tematico, si sta riscontrando un ampio ventaglio di performance. Per esempio, nella “Produzione di energia sostenibile” (il tema più a sinistra), una strategia ha fruttato un +30% circa per i primi 8 mesi del 2022, mentre altre strategie nello stesso gruppo hanno registrato rendimenti peggiori del -20%.
La figura 2 ci mostra quanto meno che il processo di adeguata verifica che si svolge dopo aver selezionato un tema e prima di scegliere un fondo specifico riveste la massima importanza. Benché sia impossibile sapere in anticipo quali saranno le strategie migliori o quelle peggiori, gli investitori vorranno essere certi di approvare in toto il metodo adottato per cogliere il tema.
Figura 2: I metodi per cogliere i temi possono essere considerevolmente diversi, determinando una grande dispersione dei rendimenti
Fonte: WisdomTree, Morningstar, Bloomberg, dal 31 dicembre 2021 al 31 agosto 2022.
I rendimenti sono calcolati in dollari USA su base mensile. Sono stati considerati solo fondi attivi fin dall’inizio dell’anno e classificati nei temi di investimento summenzionati.
La prestazione storica non è un'indicazione della prestazione futura e qualsiasi investimento può perdere di valore.
Conclusione: i metodi tematici rappresentano un’ampia scelta
Esistono strategie tematiche totalmente basate su regole, in cui si adottano determinate misure in materia di entrate o si attuano sistemi di elaborazione connessi all’intelligenza artificiale in linguaggio naturale, e si selezionano le aziende. Benché possano avere i loro momenti di celebrità sotto l’aspetto delle performance, a nostro avviso queste strategie non si basano sul massimo livello di competenza e, in definitiva, questo è ciò che dovrebbero aspettarsi gli investitori.
Per contro, ci sono strategie in base a cui esperti indipendenti del settore operano qualcosa di molto simile a una selezione attiva dei titoli azionari nell’ambito della costruzione di indici tematici. Ad esempio, vale la pena considerare se esperti indipendenti con un’attività che si basa sulla comprensione degli sviluppi nell’universo del cloud computing saranno in grado di realizzare un indice che rispecchi più fedelmente il settore e l’ecosistema in questione rispetto a un index provider generico. Inoltre, in che misura quest’ultimo può individuare le società che stanno crescendo o sono state quotate in borsa di recente e potrebbero rappresentare il futuro dell’innovazione nel loro settore? Questo approccio sembra avere dei limiti.
È vero che un approccio univoco all’investimento tematico sarà sempre difficile da trovare e mettere in pratica ma, se approfondiamo la questione, potremo osservare che alcuni ETF tematici denotano effettivamente una maggiore competenza nella loro costruzione di quanto possa sembrare a prima vista. Una cosa è certa: non tutte le strategie degli ETF tematici sono uguali.
Fonti
1 Pan European Professional Investor Survey, settembre 2022, 600 intervistati, a cura di Core Data Research.
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