Cloud computing: che cosa ci rivelano i grandi operatori?
In ogni stagione di pubblicazione degli utili ci abituiamo a determinati modelli. Un modello coinvolge le maggiori società del settore tecnologico che riportano i rispettivi utili prima di molte altre piccole e medie imprese. In quella che, come sappiamo, è una congiuntura economica particolarmente ostica, è importante cercare i segnali che alcune delle più grandi società al mondo ci stanno lanciando.
Inoltre, poiché Microsoft Azure, Amazon Web Services e Google Cloud sono tre fra i principali fornitori mondiali di infrastrutture del cloud pubblico, è possibile che queste relazioni contengano dettagli su come le società stanno investendo nella tecnologia a livello più generale. Combinando i ricavi annui di queste sole imprese (e constatando che ciascuna di esse fa parte di società più grandi), notiamo che ogni anno vengono spese centinaia di miliardi di dollari per le infrastrutture cloud.
Crediamo che vi sia una differenza tra questi tre grandi fornitori di infrastrutture del cloud pubblico e il numero molto maggiore di fornitori di Software-as-a-Service (SaaS) di dimensioni assai più contenute. Queste tre aziende, per esempio, rappresentano una parte importante degli indici benchmark ponderati per la capitalizzazione di mercato e si trovano in un punto del loro ciclo di vita in cui dovrebbero essere sensibili all'attività economica globale e generale, nonché alle aspettative di crescita.
- Che cosa possono rivelarci? La cosa più importante che, a nostro avviso, i risultati dei grandi fornitori di cloud pubblico possano indicarci riguarda le tendenze della spesa per il cloud computing nel settore delle tecnologie informatiche in generale. Un giorno il mercato delle imprese sarà "passato al cloud" e i tassi di crescita di questi grandi operatori dovranno scendere considerevolmente. Poiché non siamo ancora a questo punto, in questo tipo di scenario vogliamo davvero vedere la resilienza della spesa per il cloud a fronte di una congiuntura economica più dura. Non si sono verificati tanti rallentamenti economici da quando è nato il modello di business per il cloud e non ci sono stati certamente periodi prolungati di inflazione o di stretta delle banche centrali.
- Che cosa non ci rivelano? I fornitori di SaaS di piccole dimensioni aiutano tendenzialmente i loro clienti con iniziative aziendali molto più specifiche: contabilità, compliance, sicurezza informatica, analisi dei dati... l'elenco sta diventando interminabile. Queste società fanno più storia a sé, poiché i loro singoli risultati non si traducono in tendenze generali con la stessa evidenza con cui avverrebbe nel caso dei risultati delle maggiori società. Tuttavia, potremmo riscontrare una spesa consistente nella sicurezza informatica, per esempio, ed è possibile che ciò non si noti chiaramente nei risultati delle società principali.
La nostra impressione iniziale è che sia importante ricordarci che, in molti casi, la transizione delle imprese verso il cloud serve a creare efficienza e a realizzare di più investendo nel contempo una minore quantità di tempo, di denaro o di entrambe le cose. Pensiamo che questa tendenza generale continuerà, ma probabilmente non con i ritmi visti negli ultimi anni se il contesto globale è caratterizzato da un quadro economico in peggioramento; è anche vero che nel 2022 molte società orientate al cloud hanno registrato un calo significativo dei rispettivi prezzi azionari. Ciò non significa che tutto il rischio sia “prezzato” in un modo o nell'altro, ma ci indica che il rischio di valutazione dello spazio è inferiore rispetto alle valutazioni ben più alte riscontrate verso la fine del 2021.
Microsoft
Microsoft è una delle società leader nell'universo del cloud ed è importante osservare che la piattaforma infrastrutturale Azure è uno degli elementi dell'impegno generale per il “cloud intelligente”. La maggior parte dell'attenzione è assorbita dai tassi di crescita degli utili su base annua, perciò è istruttivo prendere spunto per una discussione innanzitutto da alcuni dei dati trimestrali recenti, riguardanti nello specifico Azure e riportati di seguito in termini su base annua1:
- 30 settembre 2021: 50%
- 31 dicembre 2021: 46%
- 31 marzo 2022: 46%
- 30 giugno 2022: 40%
- 30 settembre 2022: 35%
È utile altresì esaminare la base di reddito generale per formulare ulteriori ipotesi su una crescita ragionevole. Benché i risultati trimestrali non considerino soltanto gli utili di Azure, estendendo il quadro al “cloud intelligente”, notiamo che il 30 settembre 2021 gli utili di Microsoft relativi a questo segmento erano pari a 16,91 miliardi di dollari e che il 30 settembre 2022 questo dato era salito a 20,33 miliardi di dollari. Si tratta di un dato trimestrale che sta cominciando ad assumere dimensioni piuttosto grandi, ragion per cui la decelerazione del tasso di crescita cui potremmo assistere si potrebbe attribuire in parte all'entità e alla consistenza di queste cifre.
Gli analisti notano che i clienti di Azure sono particolarmente impegnati a massimizzare i rispettivi carichi di lavoro nel cloud, il che li aiuta a risparmiare denaro; inoltre è comprovato che i clienti stanno sospendendo nuovi carichi di lavoro. È ragionevole pensare che, in un contesto caratterizzato da una crescita economica più lenta, i modelli di business basati sui consumi come le infrastrutture del cloud pubblico possano indicare che i clienti stanno modificando il loro comportamento, orientandosi verso carichi di lavoro più essenziali2.
Amazon
Amazon Web Services (AWS) è la principale piattaforma di infrastrutture per il cloud pubblico in base alla quota di mercato, che spesso viene citata poiché si aggira intorno al 40% del totale. Consideriamo i tassi di crescita su base annua degli ultimi trimestri3:
- 30 settembre 2021: 39%.
- 31 dicembre 2021: 40%
- 31 marzo 2022: 37%
- 30 giugno 2022: 33%
- 30 settembre 2022: 27%
Come nel caso di Microsoft, vediamo che i tassi di crescita stanno decelerando. Tuttavia, se consideriamo il 30 settembre 2021, le vendite nette dei 12 mesi precedenti per AWS sono risultate pari a 57,2 miliardi di dollari, mentre il dato corrispondente al 30 settembre 2022 ammonta a 76,5 miliardi di dollari. Sono cifre che stanno diventando piuttosto consistenti.
Un altro punto in comune con il caso di Microsoft è il fatto che i clienti del cloud aziendale stanno puntando a ridurre i costi nell'ambito dell'ecosistema di AWS. Gli analisti continuano a osservare il potenziale nel lungo termine e il modo in cui differisce dalla situazione inquadrata nel contesto macroeconomico nel breve termine4.
Alphabet - Google Cloud al centro dell'attenzione
Google Cloud, che fa parte di Alphabet, è preceduta sia da Microsoft Azure che da AWS in termini di quota di mercato, ma Alphabet nel suo complesso gestisce un'attività formidabile e ad alta liquidità ed è pertanto nota per il fatto di concludere operazioni grandi e sensazionali per acquisire clienti del cloud di alto profilo. Osserviamo i dati relativi alla crescita degli utili su base annua5:
- 30 settembre 2021: 45%
- 31 dicembre 2021: 45%
- 31 marzo 2022: 44%
- 30 giugno 2022: 36%
- 30 settembre 2022: 38%
I tassi di crescita sono simili a quelli che abbiamo riscontrato per Microsoft Azure e AWS, ma le cifre in dollari sono molto più basse. Il 30 settembre 2021 gli utili trimestrali provenienti da Google Cloud si attestavano su 4,99 miliardi di dollari; successivamente, al 30 settembre 2022, questo dato era salito a 6,87 miliardi di dollari.
È significativo che, mentre Microsoft e Amazon hanno registrato una decelerazione dei tassi di crescita da un trimestre all'altro, Google Cloud è citata come esempio positivo grazie all'accelerazione della crescita nell'ambito dei risultati di Alphabet. Tuttavia, notiamo che l'attività principale di Alphabet non è stata certamente immune al peggioramento delle condizioni economiche e che i dati relativi agli utili stanno crescendo rispetto a una base generale inferiore.
Conclusione: l'economia conta, ma non siamo più nel 2000
La conclusione principale cui perveniamo a questo punto è che le condizioni economiche sono importanti per le società di cloud computing. Abbiamo già visto le loro performance azionarie per il 2022; è chiaro come il sole che gli operatori del mercato hanno riesaminato i multipli di valutazione adeguati per queste aziende, considerando l'aumento dell'inflazione e dei tassi di interesse. Seguiremo attentamente in che misura queste società saranno in grado di mantenere la crescita dei rispettivi utili man mano che continuano a renderli noti per il periodo terminato il 30 settembre 2022. Finora le maggiori società hanno registrato risultati compresi tra il 27% e il 38%; è chiaro che non ci troviamo più nel contesto euforico del 2020, ma non crediamo opportuno neppure dire che “sta scoppiando una bolla tecnologica”.
Fonti
1 Fonte: Microsoft’s First Quarter Fiscal Year 2023 Results [Dati sul primo trimestre per l'esercizio finanziario 2023], 25 ottobre 2022. Dati sugli utili riportati nel formato GAAP (principi contabili generalmente accettati).
2 Fonte: Sills, Brad & Adam Bergere. “Expected Azure decel likely temporary, cyclical; model largely derisked.” Bank of America Securities. 26 ottobre 2022.
3 Fonti: Slide della teleconferenza sui risultati trimestrali di Amazon per i periodi specifici terminati il 30 settembre 2022, il 30 giugno 2022, il 31 marzo 2022, il 31 dicembre 2021 e il 30 settembre 2021. Come dato sulla crescita degli utili è stata utilizzata la crescita su base annua senza aggiustamenti dovuti al cambio di valuta estera.
4 Fonte: Post, Justin & Michael McGovern. “Expecting Less this Holiday.” Bank of America Securities. 28 ottobre 2022.
5 Fonti: annunci sui risultati trimestrali di Alphabet, che specificano gli utili provenienti da diverse unità aziendali su base trimestrale per i periodi terminati il 30 settembre 2022, il 30 giugno 2022, il 31 marzo 2022, il 31 dicembre 2021 e il 30 settembre 2021. La crescita percentuale è calcolata direttamente in base ai dati riportati da Alphabet per Google Cloud, tutti espressi in USD.
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