Il prelievo degli Ether in staking e della relativa remunerazione è previsto per marzo 2023
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Con ogni probabilità, lo sblocco degli Ether in staking è destinato a creare un rendimento benchmark per il settore degli asset digitali
Da quando, nel settembre 2022, la rete Ethereum ha cambiato la modalità di convalida delle transazioni passando dalla Proof-of-Work (PoW) alla Proof-of-Stake (PoS), i validatori hanno potuto effettuare lo staking degli Ether (ETH) in uno smart contract. Finora, però, non è stato possibile prelevare quegli ETH o la relativa remunerazione. Un nuovo aggiornamento della rete Ethereum, chiamato Shanghai Upgrade o Ethereum Improvement Proposal EIP-4895, dovrebbe cambiare le cose nel marzo 2023.
Riteniamo che questo aggiornamento avrà ricadute significative sul settore, in quanto determinerà un rendimento che fungerà da benchmark per il rendimento di tutti gli altri token. Per quanto lo staking e il prelievo della remunerazione siano già stati resi possibili da molti altri token, Ethereum rimane la blockchain con smart contract più diffusa e vanta un numero di sviluppatori totali più che doppio rispetto a qualsiasi altra rete blockchain1. Ethereum rappresenta il 19% del mercato totale delle criptovalute e ha una capitalizzazione di mercato pari a 204 miliardi di dollari2; si tratta di un asset relativamente liquido e, insieme a Bitcoin, rimane uno degli investimenti preferiti dagli investitori istituzionali.
La possibilità di unstaking creerà pressioni di vendita anomale sull’ETH?
Attualmente, la quantità di ETH in staking sulla catena PoS Beacon è superiore ai 16,7 milioni di ETH, vale a dire oltre 27 miliardi di dollari, con oltre 520.000 validatori3. Si tratta solo del 14% circa del totale degli ETH in circolazione, un rapporto di staking nettamente inferiore rispetto a quello di molti altri token, dove il rapporto si aggira solitamente attorno al 40-98%4. Si stima che il 65% dei token di ETH in staking sia già liquido5, in quanto molti validatori hanno emesso token di ETH in staking che possono essere utilizzati per applicazioni di finanza decentralizzata (DeFi), ecc. Il più grande validatore di ETH, Lido Finance, è un fornitore di pool di staking liquido con una quota di mercato superiore al 30%, seguito dagli exchange centralizzati Coinbase, Kraken e Binance6. Tra gli exchange centralizzati, Coinbase e Binance hanno offerto token di ETH in staking e, di conseguenza, liquidità agli staker di ETH.
Quando la chain Beacon è diventata operativa, nel dicembre 2020, si stima che vi siano stati messi in staking circa 2 milioni di ETH7 al prezzo medio di 600 dollari per ETH8. Quegli staker di ETH, insieme ad altri investitori iniziali, si ritrovano ora con un profitto. Le tumultuose variazioni di prezzo subite dalle criptovalute lo scorso anno potrebbero aver messo sotto pressione alcuni di loro, ma non prevediamo una pressione significativa sui prezzi da parte di questo gruppo, poiché è probabile che si tratti di investitori “fedeli” a Ethereum, come dimostra il fatto che si sono assunti il rischio di essere fra i primi a scommettere su questa criptovaluta anche in assenza di una chiara visibilità sul momento in cui avrebbero potuto riscuotere la remunerazione generata dallo staking. Inoltre, stimiamo che quasi il 70% degli staker di ETH abbia investito nel 2021 e all’inizio del 2022; essendo ancora in fase di perdita, prevediamo che la maggior parte di loro non disinvestirà proprio in questo momento.
Lo sblocco creerà una situazione in cui un solo validatore potrebbe controllare oltre il 50% delle convalide delle transazioni nella blockchain di Ethereum?
Ne dubitiamo, in quanto l’uscita dalla chain Beacon sarà gestita tramite un processo a più tappe. Una volta attivato il prelievo di ETH e delle relative remunerazioni dello staking, saranno possibili due tipi di prelievo. La prima opzione prevede un prelievo parziale, in cui il validatore preleva la remunerazione dello staking di ETH senza però toccare lo staking in sé. Si stima che a fronte di 1 milione di ETH, la remunerazione da staking accumulata finora9 sia pari a 1,7 miliardi di dollari in termini di potenziali pressioni di vendita, al prezzo attuale di 1.656 dollari per ETH10. Poiché il volume medio giornaliero di ETH è pari a circa 13 miliardi di dollari11, non riteniamo che ciò costituisca una minaccia significativa per il prezzo dell’ETH, soprattutto se si considera che tale deflusso avverrà probabilmente nell’arco di più giorni o settimane.
Un altro tipo di prelievo consiste nella liquidazione totale, sia degli ETH depositati in staking che della loro remunerazione. Per contrastare la potenziale instabilità della rete durante il periodo di disinvestimento, la blockchain di Ethereum ha imposto alcuni limiti. La rete è programmata per limitare le uscite a sette validatori per epoca, ovvero ogni 6,4 minuti, e questo significa che l’uscita dalla rete è consentita a un massimo di 1.575 validatori al giorno12. Poiché in totale esistono oltre 520.000 validatori, non prevediamo che questo numero ridotto di uscite giornaliere possa destabilizzare la blockchain e consentire un attacchi malevoli.
La minaccia ai servizi di staking negli Stati Uniti implica che debbano essere considerati alla stregua di titoli?
Nel mese di febbraio 2023 Kraken è stata citata in giudizio dalla Securities and Exchange Commission (SEC) per aver omesso di registrare l’offerta e la vendita del suo programma Staking-as-a-Service come titolo negli Stati Uniti. Kraken ha scelto di patteggiare l’accusa, di cessare tutti i servizi di staking on-chain per i clienti statunitensi e di pagare una sanzione di 30 milioni di dollari. Kraken è il terzo validatore di transazioni ETH per dimensioni e detiene circa il 9% della quota di mercato dei 16,7 milioni di ETH bloccati in una rete di smart contract13. L’uscita di Kraken dagli Stati Uniti costringerà gli investitori a trovare un canale alternativo per lo staking di ETH e riteniamo che ciò favorirà i fornitori di staking liquido, come Lido Finance e Rocketpool.
Siamo propensi a credere che non tutti i prodotti di staking debbano essere considerati allo stesso modo ma, al momento, negli Stati Uniti la questione non è affatto chiara. Di recente il presidente della SEC ha fatto diverse dichiarazioni ai media, sostenendo che tutti i prodotti in grado di generare “rendimenti”, “guadagni”, “rendimenti percentuali annui” e “staking” dovrebbero probabilmente essere trattati alla stregua di titoli. A quanto ci risulta, il programma di staking di Kraken offriva un rendimento fisso annuale, pagato due volte la settimana14, e ciò era ben diverso dal rendimento effettivo e dalla frequenza di pagamento del protocollo Ethereum sottostante. Ciò significa che Kraken molto probabilmente aggregava gli asset dei clienti e gestiva attivamente la liquidità del pool.
Se tutti i programmi di staking vengono considerati alla stregua di titoli, a risentirne in maggior misura sarà molto probabilmente Coinbase, che è il secondo validatore individuale di ETH per importanza e ha ottenuto l’11% dei propri ricavi netti dalle attività di staking (anche se non solo di token Ether) nel terzo trimestre del 202215. Riteniamo che lo staking sia un’attività con margini elevati e, di conseguenza, le ricadute sulla redditività di Coinbase potrebbero essere ancora maggiori. Di fatto, Coinbase sostiene che il suo servizio di staking non dovrebbe essere considerato come un titolo, in quanto non aggrega i fondi dei clienti e paga la stessa remunerazione della blockchain sottostante, al netto di una commissione fissa trasparente. Coinbase ha inoltre dichiarato di essere disposta a difendere il proprio punto di vista sul servizio di staking davanti a un tribunale.
Sources
1 Fonte: Electric Capital, Developer Report 2022
2 Fonte: CoinMarketCap, 17 feb. 2023
3 Fonte: Beaconcha.in, 17 feb. 2023
4 Fonte: Defi Llama, Stakingrewards.com
5 Fonte: Nansen
6 Fonte: Nansen
7 Fonte: Cryptoquant
8 Fonte: Bloomberg
9 Fonte: Stakingrewards.com
10 Fonte: Bloomberg, 17 feb. 2023
11 Bloomberg, 17 feb. 2023
12 Fonte: Ethereum.org
13 Fonte: Nansen
14 Fonte: support.kraken.com
15 Fonte: Coinbase, dati finanziari 3T2022
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