Cosa ci insegna il passato sul posizionamento da adottare per i portafogli azionari nell'anno delle elezioni presidenziali statunitensi
Principali insegnamenti
- La storia suggerisce che i mercati azionari statunitensi tendono a registrare performance positive nell'anno delle elezioni americane, soprattutto negli ultimi tre trimestri.
- Concentrandoci sui fattori, i titoli di alta qualità, con dividendi elevati, value e small cap tendono a prosperare nella seconda metà dell'anno elettorale.
- Generalmente, i titoli di alta qualità sovraperformano quasi tutto l'anno, con un secondo e terzo trimestre leggermente più forti.
Sin dalla prima edizione dello Stock Trader's Almanac nel 1967, l'influenza del ciclo presidenziale statunitense sui mercati azionari è oggetto di ampie discussioni. Sebbene ad avere l’impatto maggiore sulle decisioni degli investitori siano le attuali condizioni geopolitiche ed economiche, le considerazioni di carattere politico possono comunque influenzarle
Per i mercati azionari, il terzo anno di un mandato presidenziale è solitamente il più forte
Nel grafico 1 riportiamo la traiettoria media dei mercati azionari statunitensi in ogni anno del ciclo presidenziale americano di quattro anni. A tal fine, utilizziamo la libreria dati Kenneth French, che include tutte le società CRSP costituite negli Stati Uniti e quotate su NYSE, AMEX o NASDAQ, a partire da giugno 1963. I dati coprono quasi 15 mandati presidenziali e dieci diversi presidenti (cinque per ogni partito).
L'anno più forte di un mandato presidenziale tende a essere il terzo, con un buon margine. In media, i mercati azionari statunitensi guadagnano il 22%, mentre il rendimento annuale medio (indipendentemente dall'anno del mandato presidenziale) è dell'11,6%. Il secondo anno è il più debole, con un rendimento medio dell'1,9%.
Nel primo e nell'ultimo, ovvero l'anno delle elezioni presidenziali, il rendimento rimane nella media e si attesta intorno all'11%. Detto questo, analizzando meglio la traiettoria delle azioni nel quarto anno, notiamo che il primo trimestre tende a essere piuttosto debole, con un rendimento quasi nullo. Il secondo e il terzo sono i più forti, con un rendimento di circa il 4% ciascuno, mentre l'ultimo trimestre è un po' più debole, con il 2,6%.
Figura 1: Rendimento medio del mercato azionario statunitense a seconda dell'anno del mandato presidenziale, giugno 1963 - novembre 2023
Fonte: WisdomTree, Libreria dati Kenneth French. I dati sono calcolati con frequenza mensile e vanno da giugno 1963 a novembre 2023. I portafogli vengono riequilibrati annualmente, alla fine di giugno. Il mercato rappresenta il portafoglio di tutti i titoli quotati in borsa disponibili negli Stati Uniti. Tutti i rendimenti sono espressi in USD. Non è possibile investire in un indice. La performance storica non è indicativa di quella futura e qualsiasi investimento può diminuire di valore.
Vediamo l'andamento dell'S&P 500 durante il mandato Biden in termini empirici:
- 2021: +28,6%
- 2022: -18,51%
- 2023: +25,67%
- 2024 (fino al 13 febbraio): +3,95%
Quindi, in linea con il modello, il terzo anno si è rivelato il più forte del mandato finora, mentre il secondo anno è stato di gran lunga il più debole. Il primo anno del mandato Biden è stato invece superiore alla media.
I titoli di alta qualità e quelli value amano l’anno delle elezioni
Approfondendo i dati relativi al mandato presidenziale, possiamo provare a confrontare il rendimento di diversi tipi di titoli. Nella Figura 2, ci concentriamo su quattro modi per suddividere i mercati statunitensi:
- Alta/bassa qualità
- Large/small cap
- Economici/costosi, in base al rapporto prezzo/utili (PE)
- Dividendi elevati/bassi
Figura 2: Rendimento medio dei fattori nell’ultimo anno del mandato presidenziale, giugno 1963 - novembre 2023
Fonte: WisdomTree, Libreria dati Kenneth French. I dati sono calcolati con frequenza mensile e vanno da giugno 1963 a novembre 2023. I portafogli vengono riequilibrati annualmente, alla fine di giugno. Il mercato rappresenta il portafoglio di tutti i titoli quotati in borsa disponibili negli Stati Uniti. Tutti i rendimenti sono espressi in USD. Non è possibile investire in un indice. La performance storica non è indicativa di quella futura e qualsiasi investimento può diminuire di valore.
In tutte e quattro le analisi notiamo che la differenza solitamente osservata tra i due gruppi di titoli si accentua negli anni delle elezioni:
- in media, i titoli di alta qualità sovraperformano il mercato, mentre quelli di bassa qualità lo sottoperformano. Questo crea un differenziale di performance del 3,4% a favore dell'alta qualità in un anno medio. Negli anni delle elezioni presidenziali, tale differenziale aumenta di quasi il 2%, raggiungendo il 5,3%. Il motivo è che i titoli di alta qualità si comportano meglio del solito e quelli di bassa qualità peggio.
- In media, i titoli small cap sovraperformano il mercato, mentre quelli large cap tendono ad allinearsi allo stesso. Questo determina un differenziale di performance del 2,4% a favore degli small cap in un anno medio. Negli anni delle elezioni presidenziali, tale differenziale aumenta di quasi il 3%, raggiungendo il 5,3%. Il motivo è che i titoli small cap si comportano molto meglio del solito.
- In media, i titoli value sovraperformano il mercato, mentre i titoli costosi lo sottoperformano leggermente. Questo determina un differenziale di performance del 3,4% a favore dei titoli value in un anno medio. Negli anni delle elezioni presidenziali, tale differenziale aumenta di oltre il 7%, raggiungendo il 10,8%. Il motivo è che i titoli value si comportano molto meglio del solito e i titoli costosi molto peggio.
- Infine, in media, i titoli che distribuiscono dividendi elevati sovraperformano il mercato, mentre quelli con dividendi bassi ottengono una lieve sottoperformance. Questo crea un differenziale di performance dello 0,5% a favore dei titoli con dividendi elevati in un anno medio. Negli anni delle elezioni presidenziali, tale differenziale aumenta di quasi il 3,5%, raggiungendo il 3,8%. Il motivo è che i titoli con dividendi elevati si comportano meglio del solito, mentre i titoli con dividendi bassi peggio.
Per quanto riguarda la tempistica, questa esacerbazione della performance dei fattori non è omogenea. Generalmente, i titoli di alta qualità tendono a sovraperformare quasi tutto l'anno, con un secondo e terzo trimestre leggermente più forti. Gli altri tre fattori realizzano una sovraperformance soprattutto nella seconda metà dell'anno, dopo aver chinato la testa nella prima.
Conclusione
Il 2024 non è l'anno giusto per farsi da parte. Il ciclo presidenziale suggerisce che gli ultimi nove mesi dell'anno potrebbero essere caratterizzati da rendimenti azionari positivi. Fattori come l'alta qualità, i dividendi elevati, i titoli value e small cap potrebbero beneficiare di questi periodi. È interessante notare che questo posizionamento è perfettamente in linea con le nostre attuali prospettive sul mercato, che privilegiano i titoli con dividendi elevati e di qualità per adattarsi all'attuale incertezza, causata dalle numerose elezioni in tutto il mondo (nel 2024 metà della popolazione mondiale voterà) e dall'imprevedibilità delle Banche centrali in merito all'allentamento della politica monetaria, ma anche per beneficiare dei tagli dei tassi previsti nella seconda metà dell'anno, che potrebbero spingere i mercati al rialzo.