Asset difensivi - Propensione o avversione al rischio: da cosa dipende la performance delle valute?
![](https://www.wisdomtree.eu/-/media/eu-media-files/blog/refresh-images/currencies/dollar-fx.jpg?h=564&iar=0&w=1151&sc_lang=it-ch&hash=9F4227743FC20FF60EF1C63B674A272E)
Questo è il quarto articolo della nostra serie sugli asset difensivi: "L’offensiva fa vincere le partite ma la difesa fa vincere i campionati".
La settimana scorsa abbiamo analizzato i prodotti a reddito fisso e abbiamo sottolineato come titoli di Stato con una durata e un rendimento maggiori possano presentare una correlazione fortemente negativa nelle fasi di rallentamento e realizzare ottimi rendimenti attesi nel lungo termine. Questo articolo esamina le valute e spiega come il loro andamento in una crisi dipenda soprattutto dalle loro tendenze di propensione (risk-on) e di avversione al rischio (risk-off). Utilizzeremo anche in questo caso il nostro quadro come guida per valutare la difensività di questa asset class e analizzare in particolare il posizionamento di questi titoli nei confronti dei rispettivi fondamentali.
Valute "risk-on" e "risk-off"
Nella Figura 1 esaminiamo la performance degli investimenti nel mercato monetario delle valute del G101 dal punto di vista di un investitore in euro (EUR). Il grafico illustra perfettamente la reazione delle valute ai periodi di stress: in sostanza, le monete sono "risk-on" (ossia tendono a registrare buone performance quando il clima di mercato è positivo) o sono "risk-off" (ossia tendono a registrarle quando il clima di mercato è negativo).
- Le valute risk-on registrano performance deludenti nei periodi di stress, soprattutto quando si deprezzano le azioni. Nel grafico che segue il dollaro australiano (AUD) e il dollaro canadese (CAD) presentano proprio questo comportamento, registrando performance generalmente negative contestualmente ai ribassi azionari.
- D'altra parte, le valute risk-off realizzano buone performance negli stessi periodi in cui le azioni sono in crisi. Il dollaro USA (USD), lo yen giapponese (JPY) e il franco svizzero (CHF) mostrano ottime performance su base annua in tali periodi; questo andamento è dovuto in gran parte al comportamento degli investitori e alla tendenza a destinare denaro a economie e valute sicure in tempi di crisi.
Al di fuori di tali periodi di stress, la propensione e l'avversione al rischio sono meno diffuse e la performance delle valute dipende maggiormente da fattori locali quali il tasso di interesse della banca centrale, i risultati economici o le aspettative sull'inflazione.
Fonte: WisdomTree, Bloomberg. In EUR. I 6 noti periodi di perdite azionarie presenti in questo grafico sono lo scoppio della bolla tecnologica (settembre 2000 - marzo 2003), la crisi finanziaria (luglio 2007 - marzo 2009), la prima crisi dell'euro (aprile 2010 - luglio 2010), la seconda crisi dell'euro (maggio 2011 - ottobre 2011), la crisi della Cina (aprile 2015 - febbraio 2016) e il quarto trimestre del 2018.
La performance storica non è indicativa della performance futura e qualunque investimento può perdere di valore.
Questo fenomeno risulta anche dal confronto delle correlazioni. Nella figura 2 esaminiamo la correlazione tra le valute risk-on (AUD e CAD), tra quelle risk-off (JPY e CHF) e fra entrambi i tipi di valute. L'istogramma illustra chiaramente il comportamento descritto più sopra nei periodi di ribasso azionario.
- La correlazione tra valute risk-off aumenta considerevolmente durante i ribassi azionari indicando che, in tempi di crisi, il regime di mercato influisce sulla performance in modo più diretto rispetto ai fattori locali o geografici.
- Lo stesso comportamento si osserva per le valute risk-on, caratterizzate anch'esse dall'aumento della correlazione nei periodi di ribasso.
- Il dato maggiormente indicativo è il fatto che, in tali periodi, la correlazione tra valute risk-on e risk-off diventa negativa, sottolineando molto chiaramente come le valute si dividano in due gruppi in condizioni di stress.
Fonte: WisdomTree, Bloomberg. Periodo da luglio 2000 a dicembre 2019. Calcoli basati sui rendimenti giornalieri in EUR.
La prestazione storica non è un’indicazione della prestazione futura e qualsiasi investimento può perdere di valore.
Nell'analisi precedente abbiamo concentrato la nostra attenzione su valute classiche. Negli ultimi anni gli investitori istituzionali hanno assistito all'avvento di un nuovo tipo di valute: le criptovalute. In questa serie abbiamo deciso di non occuparcene, ma WisdomTree intende fornire materiali formativi all'avanguardia nel settore.
Quadro di WisdomTree sulle valute
Nel complesso, in questa asset class non si riscontra una vera e propria asimmetria, poiché le valute si comportano in maniera assai conforme alle loro caratteristiche di rischio in qualsiasi periodo. Tuttavia, quando calano i timori degli investitori, l'andamento delle valute dipende maggiormente dai loro fondamentali ed è dunque possibile valutare quanto siano convenienti o costose e determinare pertanto il loro potenziale nelle fasi di rialzo.
Nel nostro Outlook 2020 abbiamo introdotto un quadro per evidenziare i punti di forza e di debolezza delle valute nei periodi di propensione al rischio. La figura 3 mostra i risultati di tale quadro (per tutti i dettagli consultare l'Outlook 2020). Se consideriamo la coppia EURUSD, osserviamo un punteggio complessivo negativo che indica la possibilità di un rafforzamento del dollaro USD nei confronti dell'EUR, dovuta principalmente al momentum e alla differenza considerevole tra i tassi locali a breve termine. È interessante notare che, tra le valute risk-off, solo il dollaro USA presenta fondamentali solidi rispetto all'euro: grazie a questa caratteristica il dollaro USD può diventare un approccio più valido per tutte le stagioni, con potenzialità di avversione al rischio se le condizioni economiche peggiorano e con fondamentali positivi in caso contrario. Il JPY e il CHF, d'altra parte, presentano fondamentali deboli dopo performance recenti relativamente valide.
Figura 3: il sistema di punteggi sul forex di WisdomTree, basato su 6 indicatori
Fonte: WisdomTree, Bloomberg. Dati riferiti al 31 dicembre 2019.Tutte le definizioni presenti in questa tabella sono disponibili nel WisdomTree Outlook 2020. La performance storica non è indicativa della performance futura e qualunque investimento può perdere di valore.
Le valute figurano tra gli attivi più liquidi al mondo. Per quanto riguarda l’attuazione, gli investitori hanno solo l’imbarazzo della scelta, potendo optare direttamente per le riserve valutarie, i fondi del mercato monetario o gli exchange traded fund (ETF) del Tesoro a breve termine. Per un'attuazione maggiormente tattica, sono disponibili anche exchange traded products (ETP) delta one e con leva sulla maggior parte delle coppie valutarie, ma si può ottenere un'esposizione valutaria anche a fini di copertura nei confronti di altre asset class. La prossima settimana valuteremo queste combinazioni e analizzeremo l'effetto delle caratteristiche sui portafogli di azioni o di titoli a reddito fisso, aggiungendo una componente valutaria ai nostri investimenti.
1. Le valute del G10 sono dieci tra le valute più scambiate al mondo: dollaro statunitense (USD), euro (EUR), sterlina britannica (GBP), yen giapponese (JPY), dollaro australiano (AUD), dollaro neozelandese (NZD), dollaro canadese (CAD), franco svizzero (CHF), corona norvegese (NOK), corona svedese (SEK).
Blog correlati
+ Asset difensivi: la sicurezza è troppo rischiosa?
+ Asset difensivi: è vero che tutte le strategie azionarie sono uguali?
+ Asset difensivi: la durata di cui ha bisogno il tuo portafoglio