Il mais sfrutta i vantaggi della domanda cinese
Il mais sta registrando la sua quotazione più alta da 8 anni a questa parte1. Viene utilizzato principalmente per la produzione di mangimi zootecnici, mentre una piccola parte viene impiegata per ottenere un’ampia gamma di prodotti alimentari e industriali, tra cui etanolo combustibile. L’aumento delle importazioni è dovuto in una certa misura, ma non solo, alla prima fase dell’accordo commerciale tra Stati Uniti e Cina. L’aumento della domanda cinese di mangimi animali, in vista della ripresa del suo patrimonio suinicolo dopo la peste suina africana del 2018 e 2019, sta alimentando il recente incremento dei prezzi del mais. Nell’ottobre 2020 il patrimonio suinicolo cinese, secondo il ministero dell’Agricoltura locale, era cresciuto del 26,9% rispetto all’anno precedente, spianando la strada ad un aumento della domanda di mangimi. Le posizioni speculative nette2 sul mais sono salite del 2.768% dall’agosto del 2020 e si trovano attualmente a più di due deviazioni standard3 sopra la media quinquennale, come si può osservare nel grafico sottostante. Stando ai dati prospettici, la Cina continuerà ad acquistare grosse quantità di mais statunitense per via dell’aggravamento dei disavanzi nazionali.
Figura 1: Confronto storico tra il prezzo del mais a livello globale e le posizioni nette CFTC
Fonte: Bloomberg, Commodity Futures Trading Commission (CFTC), WisdomTree dal 5 aprile 2016 al 13 aprile 2021.
La prestazione storica non è un'indicazione della prestazione futura e qualsiasi investimento può perdere di valore.
L’aumento delle importazioni cinesi di mais alimenta la domanda
Nel 2020, dopo aver sottoscritto l’accordo commerciale di fase 1, la Cina è tornata ad essere uno dei principali mercati di esportazione per i prodotti agricoli degli Stati Uniti. Il Dipartimento dell’Agricoltura statunitense (USDA) ha segnalato che, in totale, le vendite e le importazioni statunitensi in Cina avevano raggiunto alla fine di gennaio il volume record di 17,7 milioni di tonnellate per il 2020/21: in sintonia con questo quantitativo consistente, dal gennaio 2021 l’USDA ha incrementato di 6,5 milioni di tonnellate le stime relative alle importazioni cinesi di mais per il 2021/21, stime che si sono dunque più che triplicate, passando dai 7 milioni di t nell’ottobre 2020 ai 24 milioni di t nel marzo 2021. Poiché, secondo i dati delle statistiche doganali cinesi e dell’US Grain Inspections, nel 2020/21 le importazioni supereranno il livello del contingente tariffario cinese, pari a 7,2 milioni di t, prevediamo che il governo cinese aumenterà detto contingente. Come indica il seguente grafico, secondo l’USDA le importazioni di mais cinese dovrebbero triplicare nel 2020/21 e, se la previsione dovesse realizzarsi, la Cina diverrebbe di gran lunga il primo importatore di mais, superando l’Unione europea e il Messico.
Figura 2: Importazioni di mais a livello mondiale, 2016 - 2021 (milioni di t)
Fonte: USDA, Foreign Agricultural Services.
La prestazione storica non è un'indicazione della prestazione futura e qualsiasi investimento può perdere di valore.
Un altro motivo per cui le importazioni cinesi di mais sono salite è l’aumento dei suoi prezzi nazionali, che si è protratto per tutto l’anno solare 2020 raggiungendo a novembre 378 USD/t4, ossia il suo livello più elevato dal luglio 2015. Con i prezzi nazionali del mais che continuano la loro corsa verso livelli record, la Cina dovrebbe diventare uno degli operatori principali al mondo per quanto riguarda il commercio di questo cereale.
L'offerta è sotto pressione a causa delle pessime condizioni climatiche nelle principali zone di coltivazione
Secondo il Consiglio internazionale dei cereali (IGC, International Grains Council), nel 2021/22 il mercato mondiale del mais rischia di registrare un disavanzo per il quinto anno consecutivo. A livello globale le scorte residue di mais sono destinate a ridursi a 284 milioni di tonnellate, registrando una revisione al ribasso di quasi 4 milioni di t. Il calo delle scorte di mais statunitense è la causa principale di questo fenomeno: nella sua relazione mensile di aprile5, l’USDA ha previsto che, entro la fine dell’annata agraria 2020/21, quelle scorte sarebbero scese ad appena 1,35 miliardi di bushel, anziché agli 1,5 miliardi di bushel preventivati dalla relazione del mese precedente. Malgrado l’ascesa dei prezzi del mais, l’area delle superfici coltivate con questo cereale negli Stati Uniti dovrebbe aumentare solo in misura marginale (meno dello 0,5%).
Figura 3: Scorte residue di mais (dati annuali dal 1982 al 2020)
Fonte: USDA, Bloomberg, WisdomTree al 12 aprile 2021.
La prestazione storica non è un'indicazione della prestazione futura e qualsiasi investimento può perdere di valore.
Le basse temperature attuali negli Stati Uniti, destinate a perdurare secondo le previsioni, stanno ostacolando la crescita iniziale dei semi; anche nel caso del Brasile si prevede che il clima asciutto delle ultime settimane inciderà negativamente sulle coltivazioni di mais. Ci attendiamo che il peggioramento delle condizioni climatiche per il secondo raccolto dell’anno nelle principali regioni di coltivazione causi un incremento delle stime del disavanzo attuale sul mercato mondiale del mais. La parte corta della curva dei futures su questo cereale è in backwardation, con un roll yied positivo del 2,6% che è indice di un irrigidimento nel breve termine sul mercato del mais.
Conclusioni
L’anno scorso il mais ha registrato un forte rialzo e, secondo le nostre previsioni, la combinazione tra i fondamentali solidi e il miglioramento del sentiment continuerà a spingere la sua traiettoria verso l’alto.
Fonti
1 Al 20 aprile 2021.
2 Commodity Futures Trading Commission (CFTC).
3 La deviazione standard misura l’entità della variazione o della dispersione di una serie di valori.
4 Dipartimento dell’Agricoltura statunitense.
5 Relazione del World Agriculture Supply and Demand Estimates (WASDE).