Speciale podcast “Behind the Markets”: Ethereum, il triplo dimezzamento
Jeremy Schwartz, Global Head of Research di WisdomTree e conduttore fisso del podcast Behind the Markets, e l’ospite Corey Hoffstein, cofondatore e CIO di Newfound Research, parlano con Nikhil Shamapant (@squishchaos) del suo nuovo documento di ricerca su Ethereum e, in particolare, su una serie di eventi che Shamapant ha definitio “triplo dimezzamento”.
Che cos’è il “dimezzamento”?
Il mondo delle criptovalute ha fatto conoscenza con il concetto di “dimezzamento” nel quadro del protocollo Bitcoin: come ben si sa grazie al relativo whitepaper, l’offerta totale di bitcoin è limitata, dato che il loro numero non può superare i 21 milioni. Il meccanismo che sta alla base del raggiungimento di questo limite si manifesta attraverso una riduzione, costante nel tempo, della ricompensa per i minatori; tale ricompensa, che viene loro corrisposta per garantire la sicurezza della rete controllando le transazioni con l’algoritmo proof of work, si dimezza infatti ogni quattro anni circa.
Benché si sappia con ampio anticipo quando si verifica il fenomeno del dimezzamento, ci sono dinamiche interessanti della domanda e dell’offerta che tendono a manifestarsi in tempo reale nel mercato del bitcoin. L’estrazione del bitcoin richiede grandi quantità di contante, nel senso che l’hardware e l’energia elettrica necessari sono costosi e tutte queste attività non lasciano un grande margine di profitto. Per continuare a sostenere i costi di tali attività, i minatori vendono tendenzialmente la maggior parte dei bitcoin che guadagnano con il processo di estrazione. Nel giorno successivo al dimezzamento, rispetto a quello che lo precede, i minatori venderanno meno bitcoin di quelli che avrebbero altrimenti immesso nel mercato in assenza di dimezzamento. Il dimezzamento più recente si è verificato nel maggio del 2020.Se, pur potendo fluttuare in quei giorni, la domanda si mantiene più o meno stabile nel tempo, un’importante fonte di offerta da parte dei minatori si riduce e, di conseguenza, il prezzo dovrebbe spingersi maggiormente verso l’alto. Il dimezzamento più recente si è verificato nel maggio del 2020.
In sostanza, dunque, il “dimezzamento” è un modo per ridurre la domanda di vendita rispetto alla domanda di acquisto, con la possibilità di creare, a parità di tutte le altre condizioni, una pressione al rialzo sul prezzo.
Prossimi eventi sulla rete Ethereum
Diversi eventi imminenti sulla rete Ethereum potrebbero essere interpretati come un “dimezzamento”, benché l’ether non abbia un’offerta finita e il protocollo Ethereum non preveda le stesse disposizioni del protocollo Bitcoin. Riflettendo su questi eventi, la concezione del rischio ha meno che fare con l’interpretazione dell’impatto e più con la possibilità che gli eventi si verifichino o meno secondo le modalità attualmente previste dal mercato. Nel caso della rete Ethereum, non è garantito che gli eventi proposti si realizzeranno.
Evento 1: EIP 1559
Benché sia difficile immaginare un evento più tecnico di questo, l’EIP 1559 inciderà sostanzialmente sul modo in cui saranno ripartite le commissioni di transazione, che finora sono state interamente appannaggio dei minatori; dopo l’EIP 1559, essi ne riceveranno solo il 30%, mentre il restante 70% cesserà di esistere; si stima che ciò determinerà una riduzione del 30% della pressione alla vendita dovuta alle operazioni giornaliere dei minatori.
Ricordate: una delle caratteristiche principali del dimezzamento comporta la riduzione delle vendite e, sebbene l’EIP 1559 non sia precisamente equiparabile a un “dimezzamento”, l’effetto finale sulle dinamiche della domanda e dell’offerta potrebbe risultare molto simile.
Evento 2: dall’algoritmo proof of work all’algoritmo proof of stake
Nell’ambito del protocollo Bitcoin, i minatori stanno risolvendo problemi crittografici che richiedono molta energia elettrica e una grande capacità di calcolo per garantire la sicurezza della rete. Attualmente anche la rete Ethereum si avvale dell’algoritmo proof of work, ma in futuro potrebbe passare a un altro metodo. Anziché richiedere ai minatori di procurarsi costose risorse di calcolo e consumare quantità enormi di energia elettrica per risolvere i problemi, l’algoritmo proof of stake (letteralmente “a prova di partecipazione”) potrebbe comportare una transizione verso l’utilizzo di computer comuni, anche a prezzi convenienti, per mettere in sicurezza la rete. Se un utente volesse partecipare all’attuazione del proof of stake, potrebbe mettere a rischio una quantità di ether (possibilmente 32 unità) e verificare in seguito le operazioni. Invece di dover risolvere ardui problemi crittografici con un consumo ingente di energia, i minatori partecipanti vengono semplicemente incentivati a comportarsi in modo corretto perché, in caso contrario, gli ether che hanno messo in gioco si ridurrebbero. Qualsiasi hacker vedrebbe diminuire gli ether che ha “scommesso” e, di conseguenza, portare avanti il suo tentativo di dolo sarebbe più difficile e più costoso.
In sostanza, nel caso dell’algoritmo proof of stake occorrerebbero meno nodi per garantire la sicurezza della rete, comportando di conseguenza un minor numero di minatori e un importo inferiore di commissioni riscosse; inoltre i minatori venderebbero meno ether sul mercato, determinando in ultima analisi un’offerta complessiva più bassa a fronte di una dinamica analoga della domanda.
Si tratta, anche in questo caso, di un impatto simile a quello del “dimezzamento”.
Evento 3: l’ascesa delle applicazioni finanziarie decentrate (DeFi)
Gli sviluppatori stanno creando sempre più applicazioni sulla rete Ethereum, alcune delle quali riguardano l’universo finanziario. Con la crescita del numero e della popolarità di tali applicazioni, aumenteranno anche gli ether utilizzati per assicurare il relativo collaterale. Attualmente circa il 9% della capitalizzazione di mercato degli ether viene impiegato a tal fine nell’universo DeFi.
Le cose si fanno ancora più interessanti se si combinano gli impatti di questa quantità di ether che escono dalla circolazione ordinaria e della quantità, utilizzata nel quadro dell’algoritmo proof of stake, che esce dalla circolazione per essere impiegata a fini di partecipazione. Secondo le stime, entro i prossimi 18 mesi il 30% circa della capitalizzazione di mercato degli ether, pur continuando a esistere, potrebbe essere utilizzato in modo non liquido e scambiato regolarmente.
Ecco dunque un altro impatto simile al dimezzamento.
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