Le principali differenze tra gli ETP sul bitcoin europei e gli ETF sul bitcoin statunitensi
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Per gli investitori in criptovalute e l’industria della gestione patrimoniale, gennaio 2024 passerà alla storia. Dopo 10 anni di richieste di deposito di ETF (exchange-traded fund) spot sul bitcoin, la SEC ha compiuto il passo senza precedenti di approvarne 11 nella stessa giornata. L'euforia per questi lanci ha superato i confini degli Stati Uniti e molti investitori europei hanno cercato di capire quando gli ETF spot sul bitcoin sarebbero approdati in Europa.
Gli investitori europei possono investire in ETP (exchange-traded product) sul bitcoin con copertura fisica dal 2019. La voglia di una versione ETF si basa sull'aspettativa che gli ETF siano superiori agli ETP e quindi che molti ETF spot sul bitcoin statunitensi siano superiori agli ETP sul bitcoin fisico europei. Ma qual è la verità? La risposta non è così semplice come molti si aspetterebbero, o vorrebbero.
Per la maggior parte degli investitori, la distinzione tra gli ETF statunitensi e gli ETP europei risiede principalmente nel diverso quadro giuridico e normativo a cui devono attenersi. Tuttavia, a prescindere dalla loro configurazione, entrambi forniscono un wrapper flessibile e liquido che rappresenta un'esposizione trasparente a un asset sottostante. Detto questo, sebbene gli ETF statunitensi possano fornire esposizione a singole materie prime, come l’oro fisico, e sia comunque possibile definirli fondi, in Europa il termine è riservato a un paniere diversificato di titoli. In Europa le esposizioni a singole materie prime non sono possibili nell'ambito del quadro UCITS a causa, tra l'altro, dei requisiti di diversificazione.
È per questo che, in genere, la struttura utilizzata per dare accesso all'esposizione fisica spot a una singola materia prima o criptovaluta è costituita da un ETP (un titolo di debito perpetuo garantito dall'asset sottostante). Questa struttura non è definita "fondo", anche se fornisce un'esperienza d'investimento simile. Funziona come un fondo, offre una forte protezione agli investitori, mantiene la piena trasparenza degli asset e nomina un fiduciario indipendente che detiene i diritti legali su tali asset e rappresenta gli interessi degli investitori.
Se vogliamo capire le differenze tra gli ETF sul bitcoin statunitensi e gli ETP sul bitcoin europei, dobbiamo andare oltre le convenzioni di denominazione, le strutture legali e le normative a cui devono attenersi. Dobbiamo anche riconoscere che un ETP quotato in Europa, come il WisdomTree Physical Bitcoin (BTCW), offre agli investitori un wrapper pratico, sicuro e liquido che fornisce un'esposizione diretta e trasparente all'asset sottostante, proprio come un ETF spot sul bitcoin statunitense. Quindi, quali sono le differenze tangibili tra gli ETF sul bitcoin statunitensi e gli ETP sul bitcoin europei?
Creazione e riscatto in contanti o in natura
Negli Stati Uniti, la SEC ha stabilito che la creazione e il riscatto degli ETF sul bitcoin possono essere eseguiti solo consegnando contanti in cambio di azioni, mentre gli ETP europei possono scambiare bitcoin stessi con azioni in quella che prende il nome di transazione "in natura". Le transazioni in natura possono essere molto più efficienti di quelle in contanti, soprattutto nel caso di asset digitali come il bitcoin. Questo può avere implicazioni a lungo termine sulla performance, gli spread di negoziazione e la sicurezza del prodotto, con possibili effetti importanti sui costi e i rendimenti complessivi dell'investitore nel tempo.
Sebbene il processo di creazione/riscatto sul mercato primario non sia qualcosa con cui i clienti hanno a che fare direttamente, esso svolge un ruolo fondamentale nella performance e nella struttura dei prodotti. La possibilità di creare e riscattare in natura e le implicazioni di doversi limitare agli ordini in contanti sono elementi di cui gli investitori dovrebbero essere consapevoli quando scelgono un ETP appropriato, in particolare nel caso degli ETP su asset digitali.
Per rappresentare alcune di queste implicazioni, abbiamo utilizzato il WisdomTree Physical Bitcoin ETP come esempio della struttura dell'ETP europeo rispetto a quella dell'ETF statunitense:
1. Rischio di slippage
Quando gli emittenti di ETF statunitensi accettano ordini in contanti, devono evaderli al net asset value (NAV) di fine giornata dell'ETF. Tuttavia, è impossibile per gli emittenti negoziare sempre al NAV effettivo del fondo e le differenze tra il NAV degli asset sottostanti dell'ETP e i prezzi raggiunti dall'emittente al momento dell'esecuzione, altrimenti note come slippage, sono a carico dei partecipanti autorizzati (AP), insieme alle commissioni di negoziazione.
Questi costi vengono ritrasferiti all'investitore e, per gli AP, si traducono in costi di esecuzione incerti, che di solito portano a spread più elevati. Se tali costi non vengono ritrasferiti, si ripercuotono sul NAV, che a sua volta può influire sulla performance dell'investimento per gli azionisti. Con i riscatti in natura, gli AP si procurano i bitcoin autonomamente. Questo significa che possono utilizzare in modo più efficiente le scorte di bitcoin esistenti, il che si traduce, probabilmente, in spread più bassi per gli investitori.
2. Liquidazione prolungata delle creazioni
Poiché gli ETF spot sul bitcoin statunitensi devono elaborare ordini in contanti e poi eseguirli negoziando bitcoin, non possono liquidare gli ordini del mercato primario su base T+0. La liquidazione a T+0 per gli ordini del mercato primario può tradursi in minori costi di finanziamento per i market maker e gli AP e in un minor rischio di liquidazione, che di solito determina una riduzione degli spread per gli investitori.
Adottando un processo di creazione in natura, un AP può invece liquidare a T+0 in quanto le azioni possono essere emesse una volta consegnati i bitcoin, il che avviene, di fatto, istantaneamente. Tale liquidazione rapida è attualmente possibile solo per le creazioni, in quanto l'emittente deve ricevere le azioni da un ordine di riscatto prima di rilasciare i bitcoin corrispondenti.
3. Trading di hot wallet
Dato che gli ETF spot sul bitcoin statunitensi non possono accettare bitcoin in natura, devono acquistare o vendere bitcoin per elaborare un ordine di creazione o riscatto, di solito su un exchange di criptovalute. Per scambiare i bitcoin è necessario un hot wallet; questo rappresenta un potenziale rischio per la sicurezza in quanto gli hot wallet sono compatibili con internet e risultano più esposti ad hackeraggi o furti.
Conclusione
Cercare di accedere al prezzo spot del bitcoin tramite un ETF, in altre parole una struttura che goda di tutti i vantaggi UCITS, non è possibile in Europa. L'idea che un ETF sia sempre meglio di un ETP è accompagnata da numerose imprecisioni e può essere una distrazione che impedisce agli investitori di allocare a un'asset class che potrebbe potenzialmente migliorare il rendimento aggiustato per il rischio di un portafoglio. Gli investitori europei dovrebbero esaminare gli ETP sul bitcoin esistenti in Europa, comprendere i rischi unici presentati da alcuni prodotti (come il prestito di criptovalute e il rischio di liquidità), la competenza e la trasparenza dell'emittente e come valutare la performance reale di un ETP su criptovalute. Scavare sotto la superficie può essere un esercizio utile, visto che le apparenze possono ingannare.
Informazioni più dettagliate sulle principali differenze tra gli ETP europei e gli ETF statunitensi sono disponibili qui.
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