Aspettando la prossima tappa del rally cinese
L’Anno del maiale, simbolo di ricchezza e fortuna, pare essere arrivato in tempo per la seconda economia del mondo. Come appare evidente dalla performance in rialzo del 22,8% dell’Indice Shanghai Composite (al 30 aprile 2019), la Cina oggi rappresenta anche la seconda borsa globale per performance quest’anno. Le valorizzazioni del mercato azionario a 14,5x il rapporto prezzo/utili sembrano scontate rispetto alle borse globali, con un ampio margine per ulteriori rialzi.
Grafico 1a e 1b: confronto della performance dell’Indice Shanghai Composite rispetto alle valorizzazioni prezzo/utili
Fonte: Bloomberg, WisdomTree, dati disponibili al 30 aprile 2019.
Il valore medio è rappresentativo degli indici illustrati. La performance storica non è indicativa dei risultati futuri e qualunque investimento può perdere di valore.
Da cosa dipende il rally del segmento azionario cinese?
Il sentiment positivo scaturito dalle negoziazioni commerciali in atto tra gli USA e la Cina ha svolto un ruolo determinante nella sovraformance del mercato azionario cinese. A imprimere ulteriore slancio alla ripresa del mercato azionario ha senz’altro contribuito, con un tempismo perfetto, a febbraio, la decisione di MSCI di incrementare il fattore d’inclusione dell’indice per i titoli azionari cinesi di classe A, passando dal 5% al 20% entro novembre 2019. Di certo questo sviluppo rafforza i listini del Dragone.
Ciò rappresenta per la Cina un riconoscimento ufficiale dei progressi fatti nel processo di apertura e sviluppo dei suoi mercati di capitale. Celebra, inoltre, l’integrazione della Cina nel sistema finanziario globale, iniziata con il Renminbi e la sua inclusione, nel 2016, quale quinta moneta di riserva nel paniere dei diritti speciali di prelievo (SDR) del Fondo Monetario. Fattore più importante, gli sforzi di Pechino per consolidare la crescita del credito cinese tramite stimoli sia fiscali che monetari hanno contribuito a ripristinare la fiducia nel ciclo dell’attività.
Sul fronte monetario, la Banca Popolare Cinese (PBOC) ha tagliato il rapporto dei requisiti di riserva (RRR) a gennaio, esteso gli strumenti di credito già esistenti e le operazioni sul mercato aperto. Ha anche introdotto uno strumento di finanziamento mirato a medio termine per supportare il settore privato. A nostro avviso, le recenti manovre di allentamento monetario sono di portata inferiore rispetto alle misure adottate durante la crisi finanziaria globale poiché il governo mira a stabilizzare la crescita cinese e non a riaccelerarla. Le dichiarazioni del Politburo1, durante la riunione del 19 aprile, hanno segnalato che i policymaker ritirerebbero il sostegno della politica monetaria sulla scia di una performance economica migliore del previsto nel 1° trimestre del 2019.
Sul fronte fiscale, il governo ha operato un taglio superiore al previsto il 5 marzo, promettendo di ridurre l’aliquota più alta della tassa sul valore aggiunto che si applica al settore manifatturiero, passando dal 16% al 13%. Il governo centrale ha anche annunciato dei piani volti a incrementare la spesa per le infrastrutture, incentrati sul settore dell’aviazione e la rete ferroviaria, nonché l’intenzione di raddoppiare la quota di emissione di obbligazioni per i governi locali. Considerati tutti gli scaglioni fiscali, gli stimoli ufficiali restano conservativi poiché, in base al budget, il disavanzo dovrebbe espandersi dal 4,1% al 4,3% in termini di liquidità.
Ripresa della stabilizzazione
In risposta alle misure di supporto delle autorità, i dati macro-economici cinesi hanno dato segnali di ripresa a marzo, rispetto alla fiacchezza dell’attività osservata alla fine del 2018, a indicare che la fase peggiore del rallentamento potrebbe essersi conclusa. L’Indice dei direttori d’acquisto del settore manifatturiero (PMI) ha ufficialmente superato le aspettative attestandosi al 50,5 per poi scendere leggermente al 50,1 ad aprile, superando la linea del neutrale per la prima volta dall’ottobre 2018.
Grafico 2: attività manifatturiera in ripresa
Fonte: Bloomberg, WisdomTree, dati disponibili al 30 aprile 2019.
La performance storica non è indicativa dei risultati futuri e qualunque investimento può perdere di valore.
Il ciclo del credito, importante termometro della crescita del credito in Cina, ha continuato a rimbalzare, con la crescita headline in rialzo dell’11% anno su anno (yoy) a marzo. Il miglioramento della crescita del credito è stato correlato alla crescita degli utili aziendali con un divario temporale di uno-due trimestri. Ciò dovrebbe sostenere gli utili delle aziende cinesi che, di recente, hanno invertito il trend di revisione al ribasso.
In linea con l’agenda dei governi, sono aumentati i finanziamenti delle banche al settore corporate e i prestiti ipotecari si sono stabilizzati al 18%yoy. Anche il settore immobiliare ha dato prova di buona tenuta, come evidenziato dagli ottimi dati sull’avvio di nuovi cantieri, in ascesa del 18%yoy, e dai volumi di vendita, in rialzo dell’1,8%yoy a marzo. Grazie alla ripresa della produzione industriale e degli investimenti immobiliari, il PIL della Cina è salito del 6,4%, leggermente al disopra delle aspettative di mercato.
Grafico 3: buona tenuta delle esportazioni cinesi per ora
Fonte: Bloomberg, WisdomTree, dati disponibili al 30 aprile 2019.
La performance storica non è indicativa dei risultati futuri e qualunque investimento può perdere di valore.
In netto contrasto con il calo dei volumi del commercio mondiale, la crescita delle esportazioni cinesi ha superato le aspettative, segnando un rialzo del 21,3%yoy a marzo, grazie alla ricorrenza del Capodanno cinese. Nonostante i timori riguardo alle eventuali ripercussioni che un apprezzamento della valuta potrebbe avere sull’export cinese, il renminbi quest’anno si è apprezzato, in rialzo del 2,5% al 29 aprile 2019. La crescita delle importazioni cinesi è scesa dello 0,3%yoy a causa del calo delle importazioni di semi-conduttori, trainato dalla debolezza del mercato degli smartphone a livello globale. Analogamente, la produzione di auto e smartphone ha continuato a contrarsi, benché ad un ritmo inferiore rispetto agli ultimi due mesi.
La prossima tappa del rally cinese
Gli ultimi dati sull’attività indicano il successo di Pechino nell’impiegare gli strumenti di politica per stabilizzare l’economia del Dragone. Per il futuro, le probabilità tendono a favore di un orientamento di politica monetaria meno accomodante da parte della Banca Popolare Cinese, nonostante le banche centrali del resto del mondo si mantengano piuttosto espansive. Riteniamo che la decisione del Politburo sarebbe giustificata in quanto l’obiettivo è quello di stabilizzare la crescita e di soddisfare l’esigenza di riforme strutturali.
Anche se nel breve periodo potrebbero verificarsi ancora dei ribassi della performance del mercato azionario cinese, come la correzione del -5,64% dell’Indice Shanghai Composite avvenuta all’inizio della settimana del 22 aprile, si tratta di correzioni di breve termine utili ad evitare che si ripeta il crash del 2015 con il successivo intervento da parte delle autorità regolamentatrici cinesi.
A nostro avviso, la prossima tappa del rally del mercato azionario cinese sarà rafforzata da nuove prospettive per un accordo commerciale USA-Cina, da valorizzazioni azionarie eque ma non tirate e dal programma di inclusione nell’indice MSCI delle azioni cinesi di classe A previsto in tre tranche.
Fonte
1 Politburo centrale del Partito comunista cinese: gruppo di supervisione del Partito comunista cinese.