Considerazioni sul taglio dei tassi di emergenza operato dalla Federal Reserve
Se riflettiamo sul passato, il 22 gennaio 2008 la Federal reserve (Fed) ha reagito a una svendita di azioni internazionale riducendo il tasso dei Federal Fund dal 4,25% al 3,5%, avviando un taglio dei tassi di emergenza di 75 pb. In seguito a questa iniziativa, il Federal Open Market Committee aveva dichiarato che l'intervento era necessario “in vista di un indebolimento delle prospettive economiche e di un aumento dei rischi al ribasso per l'espansione economica.” Tornando ai giorni nostri, il 3 marzo 2020 la Fed ha avviato il suo primo taglio d'emergenza dei tassi nell'ordine dei 50 pb dai tempi della crisi del 2008. Questa volta la mossa mira a sostenere un'economia che comincia a sentirsi sotto pressione per via di un blocco dell'offerta in alcune parti dell'Asia, che presto si espanderà a livello più generale.
Per la Fed il taglio dei tassi potrebbe essere un modo per rilanciare la domanda dell'economia, poiché i timori associati al Coronavirus stanno riducendo i consumi nel mezzo di un contesto globale già rallentato dell'espansione economica. A febbraio le vendite di auto in Cina sono scese dell’80%, segnando una delle maggiori flessioni mensili storiche, dal momento che i consumi scontano l'impatto di misure volte a contenere la diffusione del Coronavirus; questo fatto ha messo sotto ulteriore pressione il settore automobilistico cinese, già in declino da due anni. Dal punto di vista dell'offerta, anche l'attività delle fabbriche cinesi ha registrato un minimo storico con il crollo dell'indice dei responsabili degli acquisti da 50 (gennaio 2020) a 35,7 punti (febbraio 2020). Pur prevedendo che molte fabbriche cinesi ripartiranno con livelli di capacità più elevati entro la fine di marzo, si comincia a osservare che l'impatto è maggiore ovunque man mano che il virus si diffonde in altri paesi. Benché l'allentamento monetario della Fed possa produrre un certo impatto immediato sul mercato residenziale, c'è il rischio che non si verifichino gli effetti sperati sulla domanda dell'equazione senza un impegno a favore dello stimolo fiscale.
Mentre il contagio del Coronavirus ha cominciato a espandersi in tutta Europa, la Banca centrale europea dispone di una minor quantità di strumenti monetari per cercare di rilanciare la domanda dei consumatori. Se è vero che l'Europa deve ancora dimostrare un forte impegno in relazione allo stimolo fiscale, questo potrebbe essere l'evento che spingerà i paesi con bilanci solidi verso l'espansione fiscale, una misura opportuna che può essere lo strumento utile per rilanciare la domanda e contribuire a sostenere l'espansione economica in difficoltà nella prima metà del 2020.
Salvo diversa indicazione, la fonte dei dati è Bloomberg al 4 marzo 2020.