Occorrono investimenti cospicui nella produzione di batterie per raggiungere gli obiettivi climatici
L’accordo di Parigi è stato negoziato quattro anni fa, ma le emissioni globali continuano a crescere di anno in anno. Per conseguire l’obiettivo concordato dei 2°C, le emissioni globali dovrebbero raggiungere al più presto il livello massimo e tendere verso la quota zero in termini di valori netti entro il 2070.
Nelle ultime settimane le grandi città del mondo hanno registrato cali significativi per quanto riguarda le emissioni di gas a effetto serra poiché il coronavirus incide sulle attività lavorative e industriali e sugli spostamenti. Di conseguenza, quest’anno molti paesi produrranno involontariamente un livello di emissioni inferiore. Dopo la crisi finanziaria del 2009, le emissioni sono risalite rapidamente e il sostegno pubblico ha rilanciato il consumo dei combustibili fossili. Il modo in cui i governi stimoleranno le rispettive economie una volta attenuata la pandemia avrà quindi un impatto considerevole sulle emissioni future. Si rendono ora necessari ingenti investimenti nelle tecnologie rinnovabili per ridurre le emissioni nel lungo termine.
Circa un terzo delle attuali emissioni di gas serra deriva dalla combustione di carburanti per il trasporto stradale, aereo, ferroviario e marittimo: questo è il settore che concorre maggiormente alle emissioni, ancor più di quello energetico, ma la tecnologia delle batterie ha agevolato l’abbattimento delle emissioni in entrambi i comparti. A differenza di settori industriali come l’acciaio e il cemento, esistono già tecnologie a basse emissioni di carbonio economicamente competitive per i trasporti e l’energia, basate in entrambi i casi sulle batterie. La catena di valore degli accumulatori è pronta a sostenere la decarbonizzazione di questi settori?
In base al percorso di Wood Mackenzie verso l’obiettivo dei 2°C, le emissioni prodotte dal settore dei trasporti dovranno dimezzarsi entro il 2040. Per mantenere lo stesso livello di connettività dei trasporti, entro tale anno dovrebbero circolare 900 milioni di veicoli con la spina, ossia oltre la metà del parco autoveicoli globale, ma nel 2019 solo 10 milioni di automezzi (pari al 2% della flotta) erano elettrici. Nella sua fase di picco, il settore dei veicoli elettrici (EV) dovrebbe produrne 70 milioni all’anno per sostituire quelli alimentati da motori a combustione interna.
Analogamente, entro il 2040 l’eolico e il solare dovranno generare la maggior parte della produzione di elettricità, ma una produzione a questi livelli sarà possibile soltanto disponendo di batterie che immagazzinino l’energia da utilizzare quando servirà.
Per fornire a questi comparti le batterie necessarie, la capacità produttiva dovrà aumentare di 10 volte e sfiorare i 3.000 GWh nel 2030. Se tutti gli impianti di produzione attualmente pianificati saranno costruiti nei tempi previsti (un grande “se”), l’industria arriverà a produrre entro tale anno solo 1.800 GWh circa. Ora come ora, però, è stato finanziato meno del 50% di tale capacità, ed è qui che emergono alcuni problemi fondamentali.
Fonte: Wood Mackenzie.
Le previsioni non sono indicative dei risultati futuri e qualsiasi investimento è soggetto a rischi e incertezze.
Fonte: Wood Mackenzie.
Le previsioni non sono indicative dei risultati futuri e qualsiasi investimento è soggetto a rischi e incertezze.
Il problema, però, non è solo costituito dalle dimensioni degli investimenti necessari, ma anche dalle tempistiche. Il nichel rappresenta una questione complessa perché comporta, dalla scoperta alla produzione, tempi di sviluppo tra i più lunghi nell’ambito dei minerali. In media, occorre quasi un decennio affinché un asset superi tutte le fasi di studio, di costruzione e di crescita per raggiungere la piena produzione. Negli ultimi anni i nuovi progetti riguardanti le saline di litio che hanno raggiunto la fase produttiva sono pochissimi e hanno richiesto tempi di preparazione relativamente lunghi.
Il tasso attuale di sviluppo del settore delle batterie e delle materie prime non è sufficiente per sostenere una riduzione delle emissioni in linea con l’obiettivo dei 2°C. Infatti, sulla base degli investimenti e delle tecnologie odierne, stando alle prospettive di Wood Mackenzie per i mercati energetici, le emissioni causeranno un riscaldamento di 3°C entro la fine di questo secolo.
Per limitare il riscaldamento a 2°C, il requisito principale è una crescita più rapida della produzione di batterie, ma la scarsa disponibilità di materie prime comporta anche l’esigenza di diversificare le tecnologie di stoccaggio, nonché la necessità di incrementare il numero delle celle a combustibile a complemento delle batterie agli ioni di litio, ora dominanti. Nell’ambito della stessa tecnologia agli ioni di litio, le composizioni chimiche ad alto contenuto di nichel devono essere integrate da tipi di catodi a più bassa densità energetica, come quelli scelti da Tesla per uno dei suoi modelli cinesi.
Riassumendo, una decarbonizzazione sufficiente dei settori dei trasporti e dell’energia richiede il contributo di investitori lungimiranti allo sviluppo accelerato di nuova capacità – e di tecnologie emergenti – attraverso la catena di valore delle batterie.
La fonte delle informazioni (aggiornate al 9 aprile 2020) è Wood Mackenzie.
Nonostante l’utilizzo della prima persona plurale, le opinioni espresse in questo post sono quelle di Wood Mackenzie e non rispecchiano necessariamente quelle di WisdomTree Europe.
Wood Mackenzie, attività di Verisk Analytics, è una fonte affidabile d’intelligenza commerciale per il settore delle risorse naturali mondiali. Offre ai clienti gli strumenti necessari per prendere decisioni strategiche migliori, offrendo un’analisi obiettiva e consulenza sugli asset, le società e i mercati.
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