Come la regolamentazione ha fermato l'emorragia delle banche nel 2° trimestre
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Come molti ricorderanno, nel primo trimestre del 2020 hanno avuto inizio le misure di confinamento adottate a livello globale a causa del COVID-19: per il mese di marzo ci si sarebbe aspettati di assistere ai suoi primi effetti molto profondi sui bilanci delle banche, dato che le aziende erano costrette a chiudere le porte a nuovi affari. Una volta esaminati i dati finanziari relativi al 1° trimestre del 2020 per le banche europee incluse nell'iBoxx Contingent Convertible Liquid Developed Europe AT1 Index (AT1 index), abbiamo osservato che il coefficiente di capitale di base di classe 1 (CET1) di queste banche ha registrato solo una modesta flessione: in base ai dati Bloomberg, il calo più consistente riscontrato è stato infatti dell'1,1% (dal dicembre 2019 al 1° trimestre 2020). Poiché il secondo trimestre è stato quello in cui misure di confinamento rigorose hanno inciso maggiormente a livello globale, era ragionevole aspettarsi maggiori indicazioni sull'impatto economico per i bilanci delle banche nei dati finanziari del 2° trimestre 2020. Pur essendo chiaro che le banche europee sono alle prese con perdite elevate sui prestiti e devono attendersi un duro colpo per le loro entrate nei prossimi anni, notiamo che in realtà i coefficienti CET1 della maggior parte delle banche incluse nell'AT1 index sono aumentati dal 1° al 2° trimestre. In questo articolo analizzeremo alcuni cambiamenti che hanno influito sulle banche europee e spiegheremo perché, secondo alcuni, queste banche riceveranno un sostegno maggiore rispetto a molte imprese non finanziarie durante la crisi.
Quali sono i tipi di perdite previsti su prestiti non produttivi?
Benché quest'anno gli stress test a livello dell'UE siano stati rinviati, dal momento che le autorità di vigilanza hanno chiesto alle banche di concentrarsi sulla gestione della crisi del COVID-19 e di continuare a concedere prestiti alle aziende e alla famiglie, possiamo esaminare diverse fonti che sono state sottoposte alla loro stessa analisi del settore durante la crisi. Il 30 giugno 2020, Oliver Wyman, una delle principali società di consulenza manageriale, ha pubblicato una relazione1 che fornisce alcuni spunti interessanti sulle banche europee, ossia su quelle che hanno comunicato i dati all'Autorità bancaria europea (Unione europea, Regno Unito, Norvegia).
- Nell'ambito del suo scenario di riferimento o dello scenario previsto, in base a cui la maggior parte dei paesi eviterebbe una seconda ondata di misure di confinamento generali e di lunga durata a livello nazionale, l'entità dei crediti irrecuperabili per le banche europee ammonterebbe a 400 miliardi di EUR ossia, secondo la stima di Oliver Wyman, un importo pari a circa 2,5 volte il livello riscontrato negli ultimi tre anni. Pur trattandosi di una cifra considerevole, la relazione fa un confronto con la crisi finanziaria globale del 2008-10 e sottolinea che le perdite causate dal COVID-19 sarebbero inferiori al 40% rispetto a quelle subite durante la crisi summenzionata e, nel complesso, di entità analoga rispetto alla crisi dell'Eurozona del 2012-2014.
- Nel peggiore scenario possibile, in cui si verificherebbe una seconda ondata del virus del COVID-19 e i governi deciderebbero di riapplicare misure di confinamento a livello nazionale, il dato relativo ai crediti irrecuperabili salirebbe a 800 miliardi di EUR, pari al 10% circa dei loro prestiti complessivi.
- La relazione osserva inoltre che, secondo le stime dello scenario previsto, il 70% circa delle banche dell'Unione europea e del Regno Unito manterrà un coefficiente CET1 superiore al 12%.
Considerando l'entità dell'impatto economico prodotto dalle misure generali di confinamento sull'economia mondiale, queste stime evidenziano che le riforme normative imposte alle banche per rafforzare, tra l'altro, la loro posizione patrimoniale in seguito alla crisi finanziaria globale hanno contribuito a sostenere le banche durante la crisi. Dette stime forniscono inoltre agli investitori alcune indicazioni sulle obbligazioni contingenti convertibili del capitale aggiuntivo di classe 1 (CoCo AT1), per le quali il livello limite è di norma associato a coefficienti di capitale CET1 del 5,125% per i CoCo a tasso basso di svalutazione o del 7% per i CoCo a tasso elevato di svalutazione.
Nella Figura 1 osserviamo che il coefficiente medio dei prestiti non produttivi (NPL – non-performing loans) dichiarato da 19 banche incluse nell'iBoxx Contingent Convertible Liquid Developed Europe AT1 Index (AT1 Index) nel 2° trimestre del 2020 era pari a 2,81% ed è rimasto ben al di sotto delle previsioni di Oliver Wyman relative allo scenario di riferimento. Stante la crisi sanitaria e il conseguente atteggiamento delle banche centrali, non ci sarà da meravigliarsi se le banche europee saranno alle prese con perdite su crediti più elevate sia nell'ambito dei portafogli corporate che in quelli al dettaglio e continueranno a far fronte alle pressioni sui margini causate da una politica monetaria accomodante nel breve termine; tuttavia, al termine della stagione di pubblicazione dei risultati del secondo trimestre, i dati restano inferiori rispetto allo scenario di riferimento.
Figura 1: coefficienti NPL (dati aziendali a cura di Bloomberg, 19 emittenti)
Fonte: Bloomberg al 12 agosto 2020. I dati presentati riguardano 19 emittenti o il 63% dell'indice (iBoxx Contingent Convertible Liquid Developed Europe AT1 Index) sulla base dei dati relativi ai componenti al 30 giugno 2020 e includono solo quelli con coefficienti NPL disponibili segnalati dagli emittenti e disponibili su Bloomberg al 12 agosto 2020.
Nella Figura 2 sono riportati gli accantonamenti bancari sulle perdite collegate ai prestiti (LLP – loan loss provisions) nell'ambito dell'AT1 index. Gli accantonamenti sulle perdite collegate ai prestiti sono in effetti una voce di spesa del conto economico a titolo di copertura per prestiti non riscossi e pagamenti relativi a prestiti. Può trattarsi di un provvedimento lungimirante, indicativo del modo in cui le banche possono valutare alcuni prestiti dei relativi portafogli. Al 12 agosto 2020, il dato aggregato più recente delle LLP per i 27 emittenti inclusi nell'AT1 index con dati disponibili su Bloomberg era pari a 32 miliardi di USD, cifra che – come previsto – è aumentata rispetto ai 13,7 miliardi di USD del dicembre 2017, con emittenti come HSBC che hanno dichiarato il valore massimo per le LLP nel set di dati.
Figura 2: Accantonamenti delle banche europee sulle perdite collegate ai prestiti (dati di Bloomberg, 27 emittenti)
Fonte: Bloomberg al 12 agosto 2020. I dati presentati riguardano 27 emittenti o il 96% dell'indice (iBoxx Contingent Convertible Liquid Developed Europe AT1 Index) sulla base dei dati relativi ai componenti al 30 giugno 2020 e includono solo quelli con dati sugli accantonamenti disponibili su Bloomberg al 12 agosto 2020.
*Dal 22 luglio 2020 Royal Bank of Scotland ha modificato il proprio nome in NatWest Group.
Nella Figura 3 abbiamo evidenziato i coefficienti CET1 del 2° trimestre 2020 riportati dalle banche europee incluse nell'iBoxx Contingent Convertible Liquid Developed Europe AT1 Index. A parte un numero modesto di banche, la maggioranza ha dichiarato coefficienti CET1 superiori a quelli indicati per il 1° trimestre 20203. Durante la crisi sanitaria, le banche centrali e i governi hanno cercato di sostenere il sistema bancario fornendo garanzie statali per alcuni prestiti a beneficiari in difficoltà, concedendo nel contempo prestiti agevolati alle banche e consentendo un alleggerimento dei loro requisiti patrimoniali. Tra le modifiche normative degne di nota volte a sostenere il sistema bancario, figurano le disposizioni transitorie per l'impatto sul patrimonio dell'IFRS 9 sulla contabilità delle perdite attese su crediti (ECL – Expected Credit Loss), l'accelerazione di alcune misure del CRR II e un filtro prudenziale temporaneo per determinate plusvalenze e perdite non realizzate.2 Il coefficiente medio CET1 degli emittenti inclusi nell'iBoxx Contingent Convertible Liquid Developed Europe AT1 Index era pari al 15,11%, con un set di dati che spaziava da emittenti come Nationwide (con coefficienti CET1 del 31,9%) ad altri come BBVA, che ha dichiarato il coefficiente CET1 più basso (11,22%).
Figura 3: Coefficienti CET1 più recenti indicati per le banche europee al 12 agosto 2020.
SFonte: WisdomTree, Markit, Bloomberg, risultati finanziari dei rispettivi emittenti. Coefficienti CET1 basati sui dati disponibili al 12 agosto 2020. Dati relativi ai componenti degli indici riferiti al 30 giugno 2020. La variazione del CET1 rappresenta la differenza di valore dei coefficienti CET1 tra i dati disponibili al 31 maggio 2020 e quelli più recenti disponibili al 12 agosto 2020; l'assenza di variazione può indicare che il ciclo di rendicontazione non è terminato. La strategia è rappresentata dall'iBoxx Contingent Convertible Liquid Developed Europe AT1 Index (AT1 Index). Il coefficiente CET1 è il coefficiente di capitale primario di classe 1 a regime (fully loaded) disponibile su Bloomberg e ricavato dai risultati finanziari più recenti dell'emittente (se non è stato riportato da Bloomberg). Il livello limite massimo è rappresentato dal limite massimo osservato in tutte le emissioni di CoCo di un determinato emittente. La differenza tra la riserva CET1 e il limite massimo rappresenta la differenza tra il coefficiente CET1 dell'emittente e il livello limite massimo osservato in tutte le emissioni di CoCo di un determinato emittente nell’ambito dell’AT1 Index. La somma della "differenza tra la riserva CET1 e il limite massimo" e il "livello limite massimo" è pari al coefficiente CET1 dell'emittente.
*Dal 22 luglio 2020 Royal Bank of Scotland ha modificato il proprio nome in NatWest Group.
La prestazione storica non è un'indicazione della prestazione futura e qualsiasi investimento può perdere di valore.
Source
1 Olyver Wyman report: https://www.oliverwyman.com/our-expertise/insights/2020/jul/european-banking-sector-outlook-2020.html
2 Prudential regulation authority: https://www.bankofengland.co.uk/-/media/boe/files/prudential-regulation/publication/2020/statement-on-crr-quick-fix.pdf?la=en&hash=74FBF81BF3D65D59AC5014A558708F114F376E2C and the European Commission: https://ec.europa.eu/transparency/regdoc/rep/1/2020/EN/COM-2020-310-F1-EN-MAIN-PART-1.PDF
3 Data is based on available quarter results but some issuers may have a different reporting cycle and as such quarterly data may not be available on Bloomberg.